Lampadine led VS a basso consumo: cosa devi sapere per risparmiare

Se dovete scegliere l'illuminazione interna ed esterna della vostra casa, ecco la guida definitiva alle lampadine led e quelle a basso consumo

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Pubblicato: 27 Giugno 2024 14:00

Sia che dobbiate pensare all’intero impianto di illuminazione della vostra casa che ad un semplice cambio lampadina, la domanda è sempre la stessa: conviene più acquistare una lampadina led, una smart o una a basso consumo? Le differenze sono numerose, e ciascun prodotto ha i suoi vantaggi. Non è dunque facile districarsi in questo “mondo”, scopriamo alcuni consigli utili per fare la scelta giusta e risparmiare sulla bolletta dell’energia elettrica.

Lampadine a basso consumo e tradizionali: le differenze

In passato esistevano solo le lampadine tradizionali, ovvero quelle che avevano all’interno del bulbo di vetro un filamento al tungsteno. Conosciute anche come lampadine a incandescenza, utilizzavano gran parte dell’energia assorbita per scaldare il filamento, dissipandola poi sotto forma di calore: solo una piccola quantità dell’energia che consumavano era quindi destinata a trasformarsi in luce. Per comprendere lo spreco energetico che derivava dalle lampade a incandescenza basti pensare che della potenza assorbita solo il 5% veniva trasformata in luce, mentre il restante 95% era destinato a produrre calore.

Le lampadine tradizionali, così poco performanti dal punto di vista delle prestazioni, sono state a poco a poco ritirate dal commercio e già dal 2012 sono praticamente scomparse dagli scaffali dei supermercati e da quelli dei negozi di articoli elettrici. Al suo posto hanno fatto la loro comparsa le lampadine a basso consumo. Queste lampadine sono facilmente riconoscibili perché sono formate da un tubo di vetro, che può essere lineare, circolare o ripiegato, al cui interno scorrono gas, vapori di mercurio e polvere fluorescente.

L’esempio più classico di luce a basso consumo è il neon tradizionalmente montato sul lampadario della cucina o negli uffici, anche se la varietà di lampadine a basso consumo non si esaurisce con i neon, ma comprende in realtà una vasta scelta di modelli. Vediamo allora quali sono le principali tipologie da scegliere per illuminare le nostre case, riducendo i consumi in bolletta e facendo un gesto d’amore per l’ambiente.

Lampadine a basso consumo: le tipologie

Non basta dire lampadine a basso consumo, perché in realtà queste si suddividono in tre diverse categorie, ovvero:

  • lampadine a basso consumo alogene
  • lampadine a basso consumo a fluorescenza
  • lampadine a basso consumo led

Lampadine alogene: caratteristiche, pro e contro

Il funzionamento delle lampadine alogene è, per molti aspetti, simile a quello delle luci a incandescenza. A rendere più efficienti queste luci rispetto alle obsolete è in realtà la presenza di una sostanza che permette al filamento interno di scaldarsi più velocemente e a temperature molto più elevate. Questo consente di avere un rapporto energia assorbita/luce prodotta del 15% contro il 5% delle lampade a incandescenza. Anche la durata è maggiore: una lampadina alogena riesce a fornire circa 2.000 ore di luce rispetto alle 1.000 di una tradizionale.

Tra i vantaggi offerti dalle luci alogene vi è la possibilità di prevedere un regolatore di flusso luminoso (o dimmer) per modificare la quantità di luce emessa (e quindi i consumi) in base alle esigenze ed ai diversi momenti della giornata. In pratica quando siamo intenti a lavorare o a leggere possiamo avere una luce intensa, che saprà trasformarsi in un fascio luminoso soft discreto quando invece ci riuniamo con i familiari sul divano davanti alla TV.

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Lampadine a fluorescenza: caratteristiche, pro e contro

Spesso chiamate erroneamente lampadine al neon o tubi al neon, anche se non sempre contengono questo gas al loro interno, le luci a fluorescenza sono in realtà lampadine da cui la luce si diffonde grazie alla presenza di vapori di mercurio e materiali fluorescenti. Questo sistema per produrre luminosità anziché attraverso un filamento al tungsteno ha permesso di alzare al 25% la percentuale tra energia assorbita e luce emessa. Questo consente alla lampadina a basso consumo a fluorescenza da 20W di produrre la stessa quantità di luce di quella prodotta in passato da una lampadina a incandescenza da 100W.

Facile immaginare quale sia il risparmio energetico che offrono. Ma non è solo il risparmio economico a rendere molto più performante una lampadina a fluorescenza rispetto a una tradizionale: minor consumo di energia si traduce anche in salvaguardia dell’ambiente. Notevole anche la differenza sulla durata nel tempo: mentre una lampadina a incandescenza era destinata ad essere sostituita dopo circa 1.000 ore di luce, una a basso consumo a fluorescenza non richiede nessun intervento per 10.000 ore.

Tra gli svantaggi di questa tipologia di luci vi è la pericolosità di smaltimento: se è vero che può durare fino a 10 volte di più di una lampadina a incandescenza, è pur vero che quando deve essere sostituita necessita di smaltimento come rifiuto pericoloso a causa della presenza di mercurio. Un altro aspetto negativo riguarda i tempi necessari per l’accensione: la lampadina a fluorescenza ha bisogno di alcuni secondi per raggiungere la sua massima luminosità.

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Lampadine led: caratteristiche, pro e contro

Il funzionamento delle lampadine led è caratterizzato dalla presenza di diodi, che sono alimentati da un circuito elettronico. Sono le ultime arrivate tra le varie luci a basso consumo e sono anche quelle più performanti. La tecnologia led è notoriamente una tecnologia a freddo (avrai sicuramente notato che, contrariamente ad una lampada a incandescenza, quella led può essere toccata anche mentre è accesa senza il rischio di scottarsi).

Questo avviene perché l’energia assorbita viene trasformata quasi esclusivamente in luce (e non in calore), permettendo a queste lampadine di offrire un risparmio anche dell’85/90%. In pratica sarà sufficiente una luce led da appena 10W per produrre la stessa quantità di luminosità di quella che veniva prodotta da una lampadina a incandescenza da 100W. Anche la durata è notevolmente maggiore rispetto a tutte quelle finora analizzate: una lampadina LED riesce a fornire fino a 50.000 ore di luce. Questo significa che, se accendessimo la luce 8 ore in media ogni giorno, avremmo una lampadina in grado di garantirci un’illuminazione senza pensieri per quasi 18 anni.

A questo si aggiunge il fatto che queste lampadine raggiungono il termine del loro ciclo vitale con un degrado di appena il 20% perché, a differenza delle lampadine a incandescenza, non sono sottoposte al danno causato dalla bruciatura del filamento per cui l’emissione di luce sarà, anche dopo moltissime ore, quasi uguale a quella iniziale. Anche le luci led possono essere regolate di intensità attraverso il dimmer e non occorre attendere un po’ per avere il massimo livello di luminosità.

Altro aspetto da non tralasciare riguarda la totale assenza di radiazioni ultraviolette, con un beneficio enorme per la nostra pelle e per la salute. Grazie alla loro caratteristica assenza di emissione di raggi UV ed al fatto che non producono calore, le luci led sono divenute nel tempo particolarmente apprezzate anche per l’illuminazione giardino. Queste due particolarità permettono infatti alle lampadine led di non apparire affatto invitanti per le zanzare ed i tanti insetti che potrebbero rendere fastidiose le ore estive trascorse all’aperto.

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Lampadine smart: caratteristiche, pro e contro

Da qualche anno a questa parte, sono comparse sul mercato anche le lampadine smart: sono generalmente funzionanti come led, ma hanno una marcia in più. Possono infatti connettersi senza fili alla rete internet di casa, diventando un device che rientra a pieno titolo nella domotica. Insomma, avremo un altro dispositivo intelligente che ci consentirà di risparmiare tempo e automatizzare un altro processo nel nostro appartamento, come già succede ad esempio con il termostato o altri elettrodomestici indispensabili.

Il vantaggio è presto detto: potremo controllare l’illuminazione di casa da remoto, tramite una comoda app da scaricare sullo smartphone. In questo modo, sarà possibile accendere o spegnere solo alcune delle lampadine che abbiamo nel nostro appartamento, anche se siamo lontani (un’idea geniale per chi teme furti, ad esempio). E avremo sempre sotto controllo la situazione, per evitare che una lampadina rimanga accesa a lungo se siamo fuori casa.

Gli svantaggi delle lampadine smart? Il primo è che non avremo più l’interruttore: questo significa che dovremo sempre affidarci all’app per poter regolare l’illuminazione ogni volta che ne avremo bisogno. Inoltre, il costo non è certo indifferente. Potrebbe quindi essere un’ottima soluzione iniziare a sostituire le lampadine classiche con quelle smart solo nelle stanze in cui effettivamente risultano più utili, per adeguarsi pian piano alla modernità senza dover spendere un salasso.

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