Perfetta per chi ama le fioriture abbondanti che sopravvivono all’estate, l’azalea è una pianta arbustiva dal portamento elegante, che può crescere moltissimo se sistemata nelle giuste condizioni ambientali. Esiste sia una specie che preferisce la coltivazione da interno che una specie adatta invece all’esterno, dunque non è difficile trovare la varietà migliore per le proprie esigenze. In ogni caso, i suoi fiori molto ornamentali garantiscono uno spettacolo che dura per diversi mesi. Scopriamo tutti i trucchi per coltivare l’azalea in vaso.
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Azalea, le caratteristiche della pianta
L’azalea è una pianta arbustiva appartenente al genere Rhododendron, il quale a sua volta è incluso nella famiglia delle Ericacee. Originaria dell’Asia, predilige le zone boschive e umide, dove può crescere spontaneamente: è arrivata per la prima volta in Italia nell’800, importata da commercianti di lane inglesi, e si è rapidamente diffusa per via della sua splendida fioritura e della capacità di adattarsi ai vari tipi di terreno – senza considerare la sua resistenza alle temperature fredde. Oggi è possibile vederla crescere in modo spontaneo nelle vicinanze di corsi d’acqua e, soprattutto, nelle zone protette dalla luce del sole, come nel sottobosco.
Ma come riconoscere l’azalea? Si tratta di una pianta sempreverde, dal portamento arbustivo: può raggiungere un’altezza compresa tra i 30-40 cm e i 90 cm, ha il fusto ben ramificato e foglie di forma ovale coperte da una leggera lanugine. I fiori, che spuntano generalmente in primavera e possono durare fino all’autunno, sono formati da 5 a 10 petali e vanno dal bianco al rosso o al rosa. Esistono anche alcuni ibridi che producono fiori di un bellissimo colore lilla o azzurro. Come abbiamo visto, si distinguono principalmente due varietà.
L’azalea indica è perfetta da coltivare all’interno, perché tende ad avere dimensioni minori. I suoi fiorellini sono piuttosto piccoli e hanno una forma ad imbuto, e sebbene siano tipici della primavera si possono trovare ormai ibridi in grado di fiorire tutto l’anno. Al contrario, l’azalea japonica ha dimensioni più importanti e può diventare un cespuglio di ben 3 metri. Per questo motivo ha bisogno di stare all’aperto, in un luogo ben riparato dalla luce diretta del sole e dal vento. Vediamo ora come piantare l’azalea e come coltivarla.
Come piantare l’azalea
Se volete dedicarvi alla coltivazione dell’azalea in vaso, come prima cosa dovete scegliere la varietà che meglio risponde alle vostre esigenze, tra quella da piantare in casa e quella da piantare all’aperto. Potete decidere se partire dal seme, in questo caso sfruttando qualche tecnica di germinazione veloce per accelerare il processo, oppure se acquistare già una piantina cresciuta e metterla a dimora nel suo nuovo vaso. In ogni caso, il momento migliore è la primavera, quando il rischio di gelate che potrebbero metterla in pericolo è ormai cessato.
Per quanto riguarda il terreno, è molto importante scegliere quello giusto: il rischio è che la piantina muoia molto presto. L’azalea ha bisogno di un terriccio a pH tendenzialmente acido, optate dunque per uno adatto alla crescita di piante acidofile. È meglio evitare i composti particolarmente calcarei, prediligendo un terreno ricco di sostanze organiche, ben drenante e con aggiunta di corteccia di pino ed aghi. Aggiungete uno strato di argilla o di ghiaia sul fondo, così da evitare pericolosi ristagni idrici. Inoltre, evitate di piantare l’azalea molto in profondità, perché le sue radici sono piuttosto superficiali.
Infine, trovate il luogo giusto per far crescere la vostra pianta. L’azalea si sviluppa al meglio in un clima temperato, soprattutto se ben riparata dal sole e dal vento. Scegliete dunque un posto in cui non è esposta direttamente alla luce solare (a meno che non vi troviate in una regione dove fa particolarmente freddo), meglio se a mezz’ombra, e fate sì che sia protetta dalle correnti. La pianta sopravvive tranquillamente fino ai 20°C, ma non ama i luoghi molto soleggiati. In inverno, invece, sopporta anche temperature che arrivano a -10°C: tuttavia, è meglio sistemarla in un posto chiuso per evitare che soffra.
Come coltivare l’azalea
Infine, ecco qualche consiglio per far sì che l’azalea cresca rigogliosa e vi offra una fioritura spettacolare. Partiamo dall’irrigazione: subito dopo la semina o la messa a dimora della piantina, il terreno va bagnato una volta al giorno. Fatelo la mattina o dopo il tramonto, per evitare che l’acqua evapori troppo velocemente. Durante tutto il periodo della fioritura, ovvero dalla primavera all’inizio dell’autunno, è importante procedere con annaffiature frequenti: tastate sempre il terriccio ed evitate di farlo seccare completamente. Inoltre, poiché la pianta ama il clima umido, è bene nebulizzare un po’ d’acqua sulla terra e sulle sue foglie.
Da ottobre in avanti, per tutto il periodo dell’autunno e dell’inverno, le irrigazioni vanno diradate. Controllate che il terreno sia ben asciutto prima di bagnarlo nuovamente, o lasciate che ci pensi la pioggia. In quest’ultimo caso, intervenite solamente se in presenza di un lungo periodo di siccità. Se invece avete un’azalea sempreverde, dovrete innaffiarla più frequentemente anche durante la stagione fredda. Tenere sotto controllo la terra è l’unico modo sicuro per capire se la vostra pianta ha bisogno d’acqua, così da evitare anche i ristagni idrici che possono provocare marciume radicale.
Per quanto riguarda la concimazione, l’azalea può trarre giovamento da fertilizzanti adatti alle piante acidofile, in particolar modo se ricchi di chelati di ferro. Potete usare del concime in granuli, soprattutto nei primi periodi dopo la semina o la messa a dimora, oppure del fertilizzante liquido da diluire nell’acqua dell’irrigazione, una volta ogni due settimane circa. Anche in questo caso, la concimazione va interrotta una volta terminato il periodo della fioritura, per poi riprendere in primavera. Se la vostra è un’azalea sempreverde, continuate invece anche in autunno e in inverno, seppure in dosi minori.
Infine, la potatura: quella che serve ad eliminare i rami storti o che fuoriescono dal cespuglio può essere praticata sin dall’inizio della crescita della pianta e in qualsiasi periodo dell’anno, evitando l’inverno (il rischio è che la pianta si ammali, non cicatrizzando bene le ferite del taglio). Durante la fioritura, invece, limitatevi ad eliminare i fiori appassiti, i rami secchi e quelli malati: in questo modo, le parti ormai inutili non sottrarranno più aria, acqua e sostanze nutritive al resto della pianta che è ancora vitale.