Siamo a Ravello, in provincia di Salerno, dove possiamo visitare la magnifica Villa Rufolo, in cui si trovano i giardini conosciuti con il nome di Giardino dell’Anima, sviluppati su due livelli: le sue mura provano a nascondere cipressi e tigli, che portano fino al chiosco moresco, per poi ammirare un piccolo capolavoro che ha fatto innamorare i grandi del passato come Giovanni Boccaccio. Scopriamo tutto sul Giardino dell’Anima, com’è composto e qual è il legame con il Decameron.
Indice
Il Giardino dell’Anima di Villa Rufolo
Impossibile quasi da descrivere a parole, per quanto sia conosciuto e ammirato in tutto il mondo. Questo giardino è antichissimo, infatti la prima fase viene solitamente collocata intorno al XIII secolo, l’epoca in cui è stata realizzata Villa Rufolo. Poi veniamo alla fase medievale, dove rimangono tutt’oggi ferme e impresse nella nostra storia le testimonianze di Giovanni Boccaccio, descritte nella prima giornata del Decameron. All’epoca, infatti, i giardini si estendevano oltre il territorio di oggi, almeno stando alle ipotesi condivise.

Viene poi il periodo romantico, in cui Francis Nevile Reid ha, a dir poco, riscritto la storia di questi giardini portandoli a una vera e propria rinascita. Il magico Giardino di Klingsor viene così scoperto e conosciuto, divenendo la scenografia per il Parsifal di Wagner. Villa Rufolo è diventata in questo periodo la dimora estiva di Francis Nevile Reid. Ad oggi, il giardino rappresenta uno dei simboli più riconosciuti del romanticismo ottocentesco.
La storia e le curiosità
Questi giardini, dunque, hanno attraversato una storia affascinante, che è stata riscritta proprio con la presenza di Lord Francis Nevile Reid, membro di una facoltosa famiglia scozzese: per 40 anni, ha vissuto ad Amalfi, innamorato profondamente del clima e della bellezza del territorio.
Come anticipato, diversi sono stati i personaggi di spicco e gli artisti che si sono innamorati del territorio lungo i secoli, da Giovanni Boccaccio fino a Richard Wagner. Proprio Wagner qui ha ritrovato quel “magico giardino incantato di Klingsor”, tra le rovine, le piante esotiche, i pini e i cipressi, che si susseguivano realizzando un panorama suggestivo oltre ogni dire.
Nel 1851, Sir Francis Nevile Reid ha acquistato ufficialmente Villa Rufolo, che già all’epoca rientrava tra i palazzi più sfarzosi e prestigiosi della Costiera Amalfitana. Ma è stato Reid a trasformarla in ciò che è oggi, disegnando i giardini sotto la guida di Michele Ruggiero: un’esplosione di verde, piante e quel tocco che possiamo ammirare tutt’oggi, risalente allo sfarzo medievale.
La tomba del cane di Reid
Questi giardini non rappresentano solamente un capolavoro, ma Francis Nevile Reid li ha considerati il suo luogo nel mondo, tanto da scegliere di realizzare una tomba nel cuore del Giardino di Klingsor, in memoria del suo fedele cagnolino. Riguardo a questa particolarità presente all’interno del giardino di Villa Rufolo, dobbiamo sapere che la tomba è stata scoperta solamente nel 2014, proprio perché il Lord era riuscito a mimetizzarla in modo praticamente perfetto con il resto dell’ambiente.
Set di film
Di certo, il Giardino dell’Anima ha catturato non solo l’attenzione di artisti, scrittori e musicisti, ma è stato anche set di film al cinema e non solo: ad oggi è stato set cinematografico de La Principessa Sissi, storico film del 1955, oltre che di una novella del Decameron di Pasolini o ancora di A Good Woman con Helen Hunt del 2004. E come dimenticare Il Tesoro dell’Africa, celebre film con Humphrey Bogart e Gina Lollobrigida, dove si ammira Ravello?
Un passato glorioso
Villa Rufolo è stata costruita con affaccio su Piazza Vescovado, ovvero il centro storico di Ravello, nel XIII secolo. Come anticipato, è stato proprio Giovanni Boccaccio, considerato come figura chiave del Rinascimento italiano, a scrivere una novella dedicata al proprietario della villa nel Decameron nel 1353.
Il suo costo era già stellare all’epoca; in effetti, è sempre stata conosciuta come una delle ville più prestigiose presenti sulla Costiera Amalfitana, non priva di leggende e misteri, che tutt’oggi la accompagnano. La villa ha avuto l’occasione nel corso dei secoli di essere visitata da esponenti delle arti e della musica, ma anche da personaggi storici come Re Roberto II di Napoli o Reali Normanni.
E come anticipato, tutto è cambiato grazie a Sir Francis Nevile Reid, il botanico che ha acquistato la villa nel 1851. E pensare che oggi Ravello è conosciuta come Città della Musica, proprio per il legame con Wagner. Il giardino e il parco di Villa Rufolo sono oggi visitabili tutto l’anno.
Cosa vedere nel Giardino dell’Anima

Era il 1880 quando Wagner ha detto: “I Giardini di Klingsor sono stati trovati”. E in effetti è impossibile non parlare di quanto sia incantevole e poetico il giardino, di cui si era innamorata anche Jacqueline Kennedy. Entrare nel giardino significa superare il viale alberato, ammirare le mura, perdersi tra tigli e cipressi. Il giardino è inoltre strutturato su due livelli e si sviluppa in terrazzamenti, che presentano fiori di colori diversi e piante esotiche. Quello che colpisce è sicuramente la sua posizione privilegiata, a strapiombo sul mare, che permette di osservare le placide acque della Costiera Amalfitana.
Il legame con Giovanni Boccaccio e il Decameron
E a proposito del Giardino dell’Anima e di Villa Rufolo, non possiamo non menzionare Landolfo Rufolo, protagonista della quarta novella della seconda giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio. Troviamo Lauretta a raccontare le avventure di Rufolo, che vive a Ravello, dove oggi possiamo vedere la magnifica villa.
Nel cuore di Ravello, sospeso tra cielo e mare, il Giardino dell’Anima di Villa Rufolo è il luogo da visitare, che svela, proprio come in un sogno incantato, il legame da sempre unico tra storia e natura. Qui è impossibile non innamorarsi dei colori che seguono il naturale incedere delle stagioni; camminando tra i suoi vialetti, ci sembra quasi di sentire l’eco delle parole di Wagner che ancora vibrano nell’aria su quella Klingsor che tanto aveva sognato. Un luogo che accarezza l’anima, un vero e proprio rifugio per chi desidera rimanere meravigliato dalla potenza della natura, da un romanticismo che trafigge l’anima, e dove l’aria quasi si fa poesia.