La storia milanese di Giorgio Armani, mancato il 4 settembre 2025 a 91 anni, affonda le radici in una casa di ringhiera in zona Ticinese, quella dove si trasferì con la famiglia dopo essere nato a Piacenza. Un edificio popolare, con ballatoi in comune, cortile interno e semplicità da periferia degli anni ’50 (oggi quartiere di tendenza), che ha accompagnato i suoi primi passi verso la moda. È lì che la sua visione estetica ha cominciato a radicarsi nella città che definiva «il centro del mio mondo, mi ispira da sempre».
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La casa di Giorgio Armani in via Borgonuovo a Milano
Negli anni ’80 Giorgio Armani acquistò uno splendido appartamento in un palazzo Seicentesco di via Borgonuovo 21, nel cuore di Brera. Strutturato su tre piani più terrazzo, lo stilista lo definì un’“isola tranquilla” dove accogliere pochi amici fidati. Firmato dall’architetto americano Peter Marino, l’appartamento è caratterizzato da atmosfere monocromatiche raffinate: giochi di bianco, crema e tortora, con tocchi di nero e marrone. Non mancano piante e dettagli etnici, a creare un ambiente che riflette la sua cifra estetica sobria ed elegante. Una casa che sembra il prolungamento naturale del suo stile sartoriale.
Creatore di abiti anche per le case con Armani/Casa
Armani non ha vestito soltanto le persone, ma anche gli spazi abitativi. Con il marchio Armani/Casa ha portato i suoi valori estetici nel mondo dell’arredo. «È lo scambio sottile tra sensibilità e gusti… Tra l’Oriente che mi incanta e l’Occidente al quale appartengo… per dare all’ambiente una profondità sofisticata, un’eleganza atemporale», spiegava lo stilista.
La continuità stilistica è evidente: linee semplici, proporzioni perfette, materiali preziosi e un minimalismo materico che diventa sinonimo di lusso discreto. Non solo nelle sue case, ma anche in residenze e hotel firmati in tutto il mondo.
Dimore estive: il rifugio ruvido e meditativo di Pantelleria

Per oltre trent’anni Giorgio Armani ha scelto Pantelleria come rifugio estivo. Qui ha acquistato e riunito più dammusi, le abitazioni tipiche con muri in pietra lavica e tetti a cupola. Case nate per resistere al vento e mantenere la frescura naturale, trasformate da Armani in un’oasi silenziosa con piscina e spazi dedicati alla convivialità. Dell’isola raccontava: «Pensavo fosse esotica, invece era dura… Ma poi ho capito che mi bastava il silenzio, la luce, i grandi massi neri… avevo bisogno di una forza naturale così». Una casa che rispecchia la sua ricerca di essenzialità, autenticità e contatto con la natura.

Le residenze nel mondo: Saint-Tropez e Antigua
Milanese per scelta, Armani ha posseduto diverse residenze anche fuori dall’Italia. «Le amo tutte, senza distinzione, per motivi diversi… La mia casa milanese è il centro del mio universo. Quella sull’isola di Pantelleria è un amore stabile e duraturo a cui torno ogni estate».
A Saint-Tropez, nel 2009 ha restaurato una casa ottocentesca con interni in pietra Saint-Maximin, parquet in teak africano e un mix tra pezzi antichi e arredi Armani/Casa: un equilibrio tra atmosfere tropicali e vitalità mediterranea.
Ad Antigua, invece, le sue ville — Villa Flower e Villa Serena — riflettono un minimalismo elegante che dialoga con il paesaggio caraibico, con materiali naturali e una palette di colori neutri.
L’Armani Hotel: la sua estetica applicata all’ospitalità
Lo stesso linguaggio stilistico delle case private si ritrova all’Armani Hotel di via Manzoni, inaugurato nel 2011. Qui, tra il ristorante Nobu e l’Armani/Privé, si respira un lusso discreto, mai ostentato, fatto di linee pulite, luce soffusa e atmosfere intime. È come entrare in una delle sue residenze, ma declinata in chiave alberghiera: un’estensione del suo modo di abitare il mondo.
Gli spazi professionali tra via Borgonuovo e via Bergognone
Oltre alle residenze, l’impronta architettonica di Giorgio Armani è evidente anche negli spazi professionali. La storica sede di Palazzo Orsini in via Borgonuovo, un edificio del XVII secolo, ospitava uffici e atelier, ed era il cuore creativo della maison.
Con il trasferimento in via Bergognone, nell’area del Mudec, Armani ha inaugurato una nuova fase. L’edificio, progettato dall’architetto giapponese Tadao Andō, riflette un’architettura sobria, geometrica, quasi meditativa. All’interno si trovano l’Armani/Teatro, sede di sfilate ed eventi, e l’Armani/Silos, spazio espositivo inaugurato nel 2015. Un’oasi di calma nel caos cittadino, dedicata alla bellezza e al design. Non a caso, oggi si propone di intitolare una via di Milano proprio a lui: via Borgonuovo o, più probabilmente, via Bergognone.

Un’eredità fatta di case e di stile
Dalla casa popolare di ringhiera al lusso discreto delle sue dimore sparse nel mondo, Giorgio Armani ha dimostrato che l’abitare, come il vestire, è una forma di espressione personale. Le sue case parlano di equilibrio, misura, eleganza senza tempo. Non semplici residenze, ma veri manifesti di un’estetica che ha segnato intere generazioni. In fondo, Armani ha vestito non solo gli italiani, ma anche le loro case.