Panettone, cotechino e torrone: quanto possiamo mangiarne per non prendere peso?

Panettone, cotechino e torrone possono essere parte delle feste senza sensi di colpa: basta gestire porzioni, abbinamenti e ascolto del proprio corpo.

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Gaia Masiero

Editor specializzata in Alimentazione & Benessere

Digital Content Specialist, è autrice di articoli su alimentazione e benessere per i quali si avvale del supporto di nutrizionisti e dietisti.

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Le feste portano con sé alcuni dei sapori più iconici e confortanti dell’anno: il profumo del panettone, la ritualità del cotechino con le lenticchie, la dolcezza rassicurante del torrone. Eppure, insieme alla gioia della tavola, spesso arriva anche una certa ansia: “Mi farà ingrassare?”, “Sto esagerando?”, “Come rimettermi in equilibrio?”.

Il rapporto con il cibo durante le festività può diventare complicato se lo viviamo con sensi di colpa o con la paura di rovinare la dieta. In realtà, fare pace con questi cibi è possibile, e non significa rinunciare, ma imparare a integrarli con consapevolezza, equilibrio e gentilezza verso se stessi.

Perché non esistono cibi sbagliati, nemmeno a Natale?

Tutti gli alimenti, anche quelli più ricchi, hanno spazio in un’alimentazione equilibrata.

Il problema non è un dolce natalizio o una fetta di cotechino, ma il contesto: come ci sentiamo, quanto siamo presenti nel momento in cui mangiamo, e come si struttura il resto della giornata o della settimana. Il corpo non cambia per un pasto più abbondante. L’equilibrio si costruisce nel lungo periodo, non sul singolo evento. Accettare questo concetto è il primo passo per togliere potere ai sensi di colpa e vivere la tavola delle feste con maggiore serenità.

Come gustare il panettone mettendo da parte i sensi di colpa (una volta per tutte)

Il panettone è un dolce ricco, certo, ma è anche un alimento carico di tradizione, convivialità e valore affettivo. Una fetta (80–100 g) apporta in media 250–330 kcal, ma può rientrare tranquillamente in una strategia nutrizionale equilibrata.

Quando è meglio mangiarlo? Al mattino o alla sera?

Meglio consumarlo a colazione o come spuntino pomeridiano, quando abbiamo più tempo per metabolizzare gli zuccheri e utilizzare l’energia. Accompagnarlo a una fonte proteica leggera, come yogurt bianco, latte, una bevanda vegetale, aiuta a stabilizzare la glicemia e a ridurre il senso di fame successivo.

Un consiglio pratico per dare il via a nuove abitudini

Un modo semplice per godersi il panettone con maggiore serenità è servirsi una fetta già tagliata e ben presentata, magari su un piattino piccolo, proprio come faresti con un dessert speciale.

Questo gesto aiuta a trasformare il dolce in un momento consapevole, invece che in un assaggio distratto. Vedere la porzione davanti a sé, con limiti chiari ma scelti da te, permette di gustare ogni morso con più attenzione, evitando di mangiare direttamente dalla confezione, una situazione in cui è più facile perdere il senso della quantità. Può essere utile anche accompagnarlo a una bevanda calda, come tè o tisana, che invita a rallentare e a rendere la pausa più rituale e meno impulsiva.

Piccoli accorgimenti che trasformano la fetta di panettone in un piacere pieno, ma perfettamente sostenibile.

Cotechino: come gestire lo strappo alla regola con equilibrio?

Il cotechino è più impegnativo dal punto di vista nutrizionale: è ricco di grassi e sodio.
Ma una porzione ragionevole (80–100 g) può rientrare perfettamente in un pasto festivo bilanciato se scegliamo con cura ciò che lo accompagna:

  • Preferisci la versione non precotta o quella a ridotto contenuto di grassi:
  • Elimina parte del grasso in eccesso dopo la cottura – un buon modo per farlo è dargli una piccola ripassata in forno;
  • Abbinalo a un grande piatto di lenticchie in umido: ricche di fibre, minerali e proteine vegetali che riequilibrano il pasto, fornendo anche il giusto senso di sazietà che ci tiene al riparo dal fare il bis.

E se ti dicessimo che il torrone è un dolce più  di quanto sembri?

Il torrone è ricco di zuccheri, ma contiene anche frutta secca, che apporta grassi buoni, proteine e minerali preziosi. Una porzione di 25–30 g è più che sufficiente per soddisfare la voglia di dolce che ci viene nel vedere che tutta la famiglia lo sta sgranocchiando. Per mangiarlo con equilibrio:

  • consumalo dopo un pasto completo: la presenza di fibre e proteine aiuta a moderare l’assorbimento degli zuccheri;
  • preferisci il torrone morbido con mandorle o nocciole al posto di quello ricoperto di cioccolato o particolarmente zuccherino;
  • mangialo lentamente: croccantezza e profumi lo rendono un dolce perfetto da assaporare con consapevolezza.

Come mantenere un buon rapporto con il cibo durante le feste

Le feste sono un momento carico di emozioni, rituali, ricordi e aspettative, e il cibo ne è una parte profondamente simbolica. Per questo, parlare di equilibrio non significa imporre regole restrittive o contare in modo ossessivo le calorie, ma imparare a stare nel momento con consapevolezza, ascoltare il proprio corpo e dare spazio anche al piacere, senza sensi di colpa. La vera serenità a tavola nasce dall’integrazione tra ciò che fa bene al corpo e ciò che nutre la mente.

Mindful eating: restare presenti mentre si mangia

La mindfulness applicata al cibo invita a portare attenzione a ciò che si sta vivendo: i profumi, le consistenze, la compagnia, le sensazioni interne. Non si tratta di mangiare lentamente e basta, ma di mangiare con presenza, evitando l’automatismo che spesso porta a esagerare senza neanche accorgersene.

Assaporare davvero una fetta di panettone, percepire il contrasto tra morbidezza e canditi, o sentire il calore di una zuppa che accompagna il cotechino, permette di trarne maggiore soddisfazione con porzioni anche più piccole. Quando siamo davvero presenti, il corpo riconosce prima il senso di appagamento e diventa più facile smettere nel momento giusto.

Ascoltare il corpo, non la voce dei sensi di colpa

L’equilibrio non nasce dal mangiare meno, ma dal mangiare ciò di cui abbiamo bisogno nei vari momenti. Ci sono giorni in cui sentiamo più appetito, altri in cui desideriamo piatti semplici e leggeri.

Accogliere queste oscillazioni senza giudicarle è una forma di body positivity autentica: non un atto estetico, ma un atto di rispetto verso il proprio corpo.

Soprattutto durante le feste, può essere utile chiedersi: “Di cosa ho davvero voglia?”, “Sto mangiando perché ho fame o perché tutti stanno mangiando?”, “Come mi farà sentire questa scelta?”. Questo dialogo interno permette di evitare le abbuffate e allo stesso tempo di non cadere nella privazione, che spesso porta solo a un desiderio più forte successivo.

Non servono compensazioni: il corpo sa tornare in equilibrio

Una delle trappole più comuni è pensare di compensare: saltare il pranzo perché si è mangiato troppo la sera prima, o fare ore di allenamento per bruciare il cotechino. In realtà, queste strategie generano solo stress sul metabolismo e alimentano un rapporto conflittuale con il cibo. Il corpo è molto più intelligente di quanto crediamo: conosce i suoi ritmi, gestisce gli strappi e torna naturalmente al proprio equilibrio se lo trattiamo con gentilezza. Nei giorni successivi a un pasto più ricco, spesso emerge spontaneamente la voglia di piatti più freschi e leggeri: è la fisiologia che ci guida, non la bilancia.

Il movimento come gesto di cura, non punizione

Anche l’attività fisica gioca un ruolo importante, ma nella chiave giusta: non va fatta per bruciare calorie, ma per sostenere la vitalità. Una camminata dopo pranzo, una sessione di yoga, una passeggiata con amici non servono solo a muovere il corpo, ma a regolare lo stress, migliorare la digestione e rafforzare il senso di presenza. Quando il corpo è rilassato, anche le scelte alimentari diventano più equilibrate.

Dare valore anche alla parte emotiva del cibo

Panettone, torrone, cotechino non sono solo alimenti: sono rituali, memorie familiari, tradizioni che tornano una volta all’anno. La nutrizione non è solo una questione di macro e calorie, ma anche di identità e appartenenza. Riconoscere il valore emotivo del cibo permette di abbandonare la rigida distinzione tra giusto e sbagliato e di dare spazio al piacere senza percepirlo come una trasgressione. È un modo per nutrire anche lo spirito e rafforzare la connessione con chi amiamo.

Fonti bibliografiche

  • Effect of the Holiday Season on Weight Gain: A Narrative Review, PubMed
  • Weekly, Seasonal, and Festive Period Weight Gain Among Australian Adults, PubMed
  • Holiday weight gain: fact or fiction?, PubMed
  • The Relationship Between Feasting Periods and Weight Gain: a Systematic Scoping Review, PubMed

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.