Dieta mediterranea e sordità: gli alimenti che preservano l’udito

Ad approfondire la correlazione tra il regime alimentare Patrimonio UNESCO e l'efficienza dell'udito ci ha pensato un recente studio USA

L’alimentazione ricopre un ruolo chiave quando si tratta di ritardare gli acciacchi dell’invecchiamento. A ricordarlo ci ha recentemente pensato uno studio condotto da un’equipe attiva presso il Brigham and Women’s Hospital di Boston. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulle pagine della rivista scientifica American Journal of Epidemiology.

Gli esperti che hanno condotto lo studio hanno sottolineato che, seguendo una dieta bilanciata come quella mediterranea, è possibile ridurre di un quarto il rischio di sviluppare problemi di udito man mano che si va avanti con l’età.

Non è la prima volta che la scienza indaga sui legami tra alimentazione e udito. Diversi studi effettuati in questi anni hanno infatti portato alla luce il ruolo di nutrienti come i carotenoidi, i folati e gli omega 3 nella protezione dell’efficienza uditiva dai danni dell’età.

Prima di ora, però, nessuna ricerca aveva provato ad approfondire il rapporto tra problemi di presbioacusia e modelli alimentari specifici. Per analizzarlo, gli studiosi del Brigham and Women’s Hospital, guidati dalla Dottoressa Sharon G. Churan, hanno condotto uno studio prospettico e monitorato i dati di 3.135 donne (età media 59 anni). Le informazioni sul suddetto campione facevano parte del database del Nurses’ Health Study II, che si è svolto dal 2012 al 2018.

Gli esperti hanno preso in esame gli effetti sull’udito di due modelli alimentari in particolare, ossia la dieta mediterranea e la dieta DASH, sviluppata con lo scopo di favorire la riduzione dei valori della pressione arteriosa (non a caso, si contraddistingue per un bassissimo apporto di sale).

La sensibilità uditiva è stata valutata al basale e a un follow up di 3 anni ricorrendo a un esame audiometrico. Incrociando tra loro i dati relativi alle abitudini alimentari e all’efficienza uditiva, i membri dell’equipe della Dottoressa Churan hanno scoperto che, nelle donne abituate a seguire uno schema alimentare affine a quello della dieta mediterranea (basato quindi sulla presenza di cereali integrali, olio extra vergine, frutta e verdure), il rischio di andare incontro a declino uditivo era minore.

Il risultato è stato commentato dalla Dottoressa Churan stessa, che ha evidenziato come l’associazione tra la dieta seguita e i problemi di efficienza uditiva chiami in causa delle frequenze sonore di rilevanza cruciale per comprendere al meglio le comunicazioni verbali.

Non c’è che dire: si tratta dell’ennesima conferma dei vantaggi della dieta mediterranea, regime alimentare Patrimonio UNESCO che, in ogni caso, deve essere adottato solo dopo aver consultato il proprio medico curante e con in mano tutti gli esiti delle prove allergiche prescritte.