Sempre più spesso, i filtri diventano un ostacolo per l’accettazione di se stessi. Alterazioni 3D che distorcono la realtà andando a creare – in alcuni casi – dei veri e propri disagi psicologici. Accade alle nuove generazioni di doversi confrontare costantemente con immagini virate, rese fluide da contrasti e saturazioni che danno vita a volti perfetti.
In una realtà virtuale sempre più tossica, cosa succede quando il viso perfetto non rispecchia più la realtà? La Dismorfia da Snapchat è una patologia che colpisce sempre più giovani. La causa? L’uso esagerato di filtri & Co.
Indice
Filtri social Instagram e TikTok per il viso perfetto
Dapprima erano orecchie da cagnolino e nuvolette sul naso. Ironiche, pop e divertenti i filtri di Instagram dovevano essere questo: intrattenimento. Ma poi qualcosa è andato storto: sui social sono aumentati sempre di più i filtri che alterno la forma del viso, aggiungendo lentiggini, ingrandendo le labbra e rimpicciolendo il naso.
Una condizione che ha portato molte Aziende beauty a interrogarsi sul loro ruolo non solo all’interno del mondo della bellezza, ma anche – e soprattutto – nei confronti delle giovani donne, tra le più colpite da questa situazione. Una realtà che si sta diffondendo soprattutto in un’età compresa tra i 13 e i 18 anni, momento in cui gli adolescenti iniziano a chiedere come regalo un “ritocchino”. Tra le richieste più gettonate troviamo il filler alle labbra, la rinoplastica e la riduzione dei fianchi.
Labbra, naso e sguardo allungato: le finzioni più richieste
I filtri social si concentrano però su alcuni dettagli del viso, i più richiesti nelle ricerche degli utenti da modificare. Sono le labbra alla Kylie Jenner le più richieste ad esempio, per dare al viso un aspetto sensuale e seducente.
Non manca ovviamente il filtro per ridurre il naso e quello per rendere la pelle liscia e omogenea cancellando discromie e imperfezioni. Infine ci sono alcuni filtri che allungano lo sguardo cambiando completamente il volto.
Eppure non tutto questo viene apprezzato. Sempre più utenti mostra il prima-dopo dell’utilizzo del filtro, incriminando l’uso di questi alla tecnica del Catfishing ovvero, adescare on-line usando una immagine che non rappresenta la realtà.
Dismorfia da Snapchat, di cosa si tratta?
Definita dismorfia da Snapchat è una patologia strettamente collegata alla dismorfia corporea, un disturbo psicologico già molto noto agli psicologi. Consiste nel voler migliorare ad ogni costo il proprio aspetto, rendendolo più attraente e soffermandosi su alcuni dettagli che vengono considerati come difetti ma che, nella realtà dei fatti, non lo sono assolutamente.
All’interno di questa patologia subentra la smania di adeguarsi alla immagine alterata che è stata creata artificialmente con l’utilizzo dei filtri social, facendo corrispondere, il proprio corpo o viso ad un’immagine irreale.
Avviene dunque che guardandosi allo specchio senza filtri non solo non ci si riconosce nel proprio aspetto, ma lo si ritiene anche fastidioso alla vista.
La Norvegia viete i filtri di bellezza, per una realtà più naturale
L’11 giugno del 2021 la Norvegia ha ufficialmente bandito l’uso dei filtri social e app per ritoccare il proprio corpo. Una disposizione per influencer e celebrity norvegesi che non potranno più ritoccare le loro foto sui social a meno di non contrassegnare l’alterazione.
Una scelta importante per combattere l’insicurezza e la bassa autostima dei social e le pressioni costanti a cui i giovani vengono sottoposti, come affermato dal ministero norvegese: «Si spera che la misura dia un contributo utile e significativo per arginare l’impatto negativo che tale pubblicità ha in particolare sui bambini e sui giovani».
Scelta simile anche in Inghilterra, dove l’ Advertising Standards Authority ha deciso di prendere dei provvedimenti nei confronti delle aziende che utilizzando il ritocco fotografico per rendere “miracolosi” i prodotti cosmetici, poiché secondo quanto affermato “l’uso di filtri nei post sponsorizzati su Instagram viola le clausole del codice relativo alla pubblicità ingannevole e all’esagerazione”.
ClioMakeUp e Huda Kattan contro i filtri beauty
In Italia invece sono state le stesse influencer a puntare il dito contro i filtri, definendo “fuorviante” ciò che viene mostrato sui social. La stessa beauty blogger e make-up artist ClioMakeUp ha infatti pubblicato una foto in cui il suo volto è per metà naturale e per metà filtrato.
“Inizialmente non sembra ci sia molta differenza: solo la pelle un po’ più chiara, il naso leggermente più stretto, i pori meno dilatati, l’incarnato più luminoso, gli occhi più brillanti... Alla fine sono sempre io non c’è molta differenza, e allora perché quando quel filtro così apparentemente innocuo scompare mi sento più brutta, meno adeguata?”, si interroga Clio in un post social.
Anche Huda Kattan, founder del brand Huda Beauty quando ha lanciato il nuovo brand skincare ha voluto una campagna completamente priva di filtri. L’industria della bellezza sceglie oggi di diventare strumento di empowerment e non di insicurezze, lottando per eliminare il concetto di perfezione e permettendo a tutti di sentirsi rappresentati dai propri marchi preferiti.
Il rapporto tra i social e l’autostima
Dunque, in un mondo digitale in cui tutti appaiono belli e felici, che ruolo hanno i social sull’autostima?
Prendendo in considerazione il ruolo degli influencer veniamo spesso esposti a canoni estetici poco realistici e inarrivabili, persone con vite (solitamente molto agiate) mostrano una realtà inarrivabile, accade dunque che un adolescente molto sensibile agli stimoli esterni, possa fare comparazioni e avvertire un abbassamento della propria autostima in rispetto a ciò che vede sui social.
La stessa vale con il “gioco dei like”. Alla costante ricerca di approvazione e consenso sempre giovani ricercano in modo spasmodico, attraverso i loro scatti, un apprezzamento positivo da parte dei follower. A dimostrazione di ciò c’è la tendenza a pubblicare solo le cose positive della propria vita: creando una sorta di realtà virtuale in cui si mostrano unicamente gli eventi sociali, i regali o i momenti divertenti che si vivono.
In questo modo, chi osserva penserà non solo a quanto la vita degli altri è migliore della sua ma soprattutto si innescherà una sorta di invidia passiva, che può portare ad un’altra grande problematica dei social: l’odio in rete.