Tredici anni e solo al mondo, la lettera ai medici: “Grazie per avermi aiutato a crescere”

"La famiglia che non ho mai avuto, ma che ho sempre sognato": parole che colpiscono il cuore e commuovono

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Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

Web Content Creator e Internet addicted che ama la complessità del reale. La passione più grande? Sciogliere matasse con occhio critico e ironia.

Parole semplici, ma che arrivano dritte dritte al cuore di chi le legge. Si tratta di quelle scritte da un ragazzo di appena 13 anni a medici e infermieri dell’Ospedale Pediatrico di Napoli Santobono Pausilipon. Parole di riconoscenza e amore, come non siamo abituati a sentirne. Solo la sincerità della giovane età può riportare su carta emozioni così forti e candide da far vibrare nel profondo l’anima di tutti noi. È la storia di Giacomo, chiamato così in ricordo del patrono universale della gioventù abbandonata. Una storia, la sua, segnata dalla solitudine e dall’abbandono, un dolore e una difficoltà difficili da immaginare e segnati anche dalla permanenza in ospedale.

La lettera di Giacomo ai medici: “Grazie per avermi aiutato a crescere”

Poche parole incise come fuoco su un foglio di carte. Sono state riportate dalla Fondazione Santobono sulla sua pagina Instagram e non possono che rimanere indelebili nella mente di chi le legge. Una “bellissima lettera scritta da un ragazzino di appena 13 anni che è stato temporaneamente affidato al nostro ospedale in attesa che venga assegnato ad una struttura di accoglienza per minori – così hanno scritto sotto la foto che la immortala – Una lettera piena di bellezza, amore e gratitudine da parte di un ragazzino che ha già visto tutto il brutto della vita e che ringrazia anche solo quando riceve un inaspettato gesto di semplice gentilezza”.

E ancora: “La pubblichiamo perché è bellissima e perché storie come la sua, storie di invisibili, devono venire a galla. Siamo tutti responsabili di quello che accade ai nostri bambini, a tutti i bambini. Anche a quelli che non conosciamo e dei quali incrociamo distrattamente il destino. Ci siamo innamorati tutti di questo splendido ragazzino di 13 anni al quale vorremmo restituire tutta la bellezza e tutto l’amore di cui gli adulti che avrebbero dovuto proteggerlo lo hanno privato!!!”.

La riportiamo anche noi, perché rimanga a memoria di chi ci legge, per imprimere un passo importante verso un mondo di gratitudine sincera: “Cari dottori, vi voglio ringraziare per tutto quello che avete fatto tutto questo tempo per me. Mi avete fatto sentire a casa e mi avete regalato anche qualche momento di felicità nonostante la mia situazione. Ormai per me siete diventati come una famiglia, una famiglia che non ho mai avuto ma che ho sempre sognato e voi questo sogno me lo avete realizzato”.

Tredici anni e solo al mondo: la riconoscenza in parole dolcissime

La lettera si conclude con ulteriori parole di riconoscenza. Nonostante la giovanissima età il piccolo esprime la profondità dell’esperienza e la gioia di aver trovato finalmente una famiglia: “Ringrazio anche gli infermieri che sono stati sempre gentili nei miei confronto anche quando non lo meritavo. Mi avete aiutato a crescere, a diventare più maturo e soprattutto che anche nelle cose più brutte su può trovare sempre de buono; non ci sono parole per descrivere tutto il bene che provo per ognuno di voi”.

“Vi ringrazio infinitamente per tutto quanto e spero che non mi dimenticherete mai anche se andrò via, rimarrete sempre nel mio cuore e spero di avervi dato qualche soddisfazione. Vi voglio davvero tanto bene e anche se mi dispiace andare via da qui e mi mancherete tanto, capisco che dovrà venire quel giorno e vi prometto che lo affronterò con tanta forza e coraggio e che non dimenticherò tutti gli insegnamenti che mi avete dato“.

Parole che stringono il cuore e che ci ricordano il peso della solitudine. Non è facile immaginare cosa possa significare per un bambino di 13 anni. Ma una cosa è certa: ora Giacomo ha qualcuno su cui poter contare nel momento più difficile.