Per un matrimonio perfetto ci vuole il wedding planner

Enzo Miccio, rivela i segreti per un matrimonio perfetto

Per chi davvero vuole un matrimonio da sogno, romantico, perfetto in ogni dettaglio e senza imprevisti non c’è altra soluzione che assumere un wedding planner. Enzo Miccio e Angelo Garini della Sforzesca sono stati protagonisti su Sky della trasmissione “Wedding planner” alle prese con cerimonie impeccabili e mai noiose. Enzo Miccio, rivela i segreti per un matrimonio perfetto.

Che cosa bisogna sapere prima di iniziare a fare questo lavoro?
Che non è un lavoro fatto di nastri e rose e basta. Non solo cose frivole. È un lavoro molto impegnativo e serio che bisogna fare con grande professionalità e capacità. Perché poi ci si può trovare di fronte – e io lo auguro – a clienti molto importanti e esigenti e se non si ha alle spalle una certa solidità, si fanno solamente della gran brutte figure.

Collaboratori: quali sono i vostri punti forti?
Il fulcro della nostra azienda è il fatto che al nostro interno abbiamo delle persone fidate sulle quali poter contare sempre. Operai che lavorano in esclusiva per noi. Avere un personale fisso fa sì che in ogni momento si possa far conto sull’esperienza e sulla professionalità.

E i partner esterni, tipo catering, fioristi eccetera, come li scegliete?
Quelli vanno selezionati nel corso degli anni. A tutti quanti può capitare di imbattersi in un catering che non rispecchia le aspettative, in questi casi è proprio l’esperienza che aiuta a garantire la riuscita. Quando si inizia a fare questo lavoro è fondamentale avere, più che dipendenti e partner, dei veri e propri alleati. Qualcuno su cui contare e con cui risolvere i problemi che spuntano sempre.

Quali sono gli imprevisti più frequenti?
Il vero imprevisto nell’organizzazione di un matrimonio è il meteo. Perché il tempo è davvero imprevedibile. Bisogna essere veramente molto preparati. Il famoso «piano B» dev’essere provato e testato. Non si può rischiare niente. Una sposa mette nelle tue mani il giorno più bello della sua vita, non possiamo far sì che la pioggia lo rovini.

Abbiamo organizzato tanti bellissimi matrimoni, alcuni di personaggi noti e popolari come la Panicucci o Aimo Diana il calciatore e molti altri, ma anche di personaggi importanti per la carica che ricoprivano. Manager di grandi aziende, volti meno famosi ma altrettanto importanti nella finanza e nell’industria, fuori dal gossip ma comunque molto esigenti.

Passiamo alle cose più pratiche, ai consigli per il grande giorno: come si fa a evitare che gli ospiti arrivino vestiti in modo inadeguato?
Questo è un problema che va affrontato a monte con il cliente. Bisogna decidere che tipo di matrimonio si sta facendo e quale rischio si corre. In base alla location e al tema delle nozze, si cerca di stabilire un dress code che va assolutamente comunicato agli invitati. Non si può, per esempio, organizzare un ballo e avere gli ospiti abbigliati in maniera inadeguata. Ma soprattutto per loro, non tanto per gli sposi, perché non è giusto che gli ospiti si sentano a disagio. Per noi il dress code è un’abitudine, all’interno dell’invito è il mezzo più immediato per evitare imbarazzi.

Quali sono i nuovi trend per i matrimoni? Negli anni scorsi le fedi in platino e un tocco di nero nell’abito da sposa erano un must. Il nero c’è ancora ma devo dire la verità, si fa grande fatica a proporlo e io stesso non mi ci ritrovo. Si può indossare il nero in tutti i momenti della propria vita, non vedo perché anche il quel giorno.

Sono d’accordo
E mi fa piacere perché sono controtendenza. Tutti i grandi stilisti e le riviste patinate hanno proposto questo nero e faccio fatica a capire perché. L’unica spiegazione che mi sono dato è che forse non avevano nulla di nuovo da mettere in campo e ci hanno voluti stupire con il nero. Comunque in Italia c’è una grande tradizione matrimoniale e difficilmente ho visto il nero, magari più negli Stati Uniti ma da noi c’è molto il concetto del romanticismo.

Cosa chiedono le clienti?
La richiesta più frequente è quella di fare una grande festa più che un matrimonio. La paura delle spose è proprio quella di annoiare, di proporre una cerimonia che sappia di vecchio e che stufi. Alla base della nostra “mission” c’è un matrimonio dinamico, pieno di sorprese una dietro l’altra, affinché ci sia sempre qualcosa di nuovo da scoprire e stupire durante l’intera serata.

Quando si mandano le partecipazioni ci sono molti errori che si possono fare. Uno dei più diffusi, per esempio, è segnalare la lista nozze inserendo il bigliettino da visita del negozio nella busta. Consigli?
Hai centrato in pieno uno degli errori più assoluti. Poi bisogna valutare bene come scrivere questi inviti. Ho visto delle partecipazioni curatissime e stupende, tutte scritte a mano e aggraziate che poi sono state infilate nelle buste su cui sono state appiccicate delle etichette adesive stampate con il computer. Ho visto titoli nobiliari mescolarsi con titoli accademici. Ho visto grandi pasticci. La prima regola è la semplicità. Poi vanno scritti a mano sempre. Se non si ha una bella grafia si va da calligrafi professionisti per farsi aiutare (opzione che consiglio). E poi basta con troppi titoli: «Gentilissima Contessa Giuseppina Giusepponi» non va più bene. Benché il galateo vada sempre rispettato, «Per la signora Giusepponi» è la cosa più semplice. Naturalmente una cosa che dev’essere evitata a ogni costo è l’invito al partner senza nome. Esempio: «Per il signor Galli e consorte o fidanzata o compagna» è orribile. Bisogna fare i salti mortali per sapere il nome della persona che accompagnerà l’invitato e scriverlo nella partecipazione.

Bouquet: cosa non fare mai
Dev’essere rigorosamente abbinato all’abito. Dev’essere disegnato, come faccio io, in esclusiva per quell’abito. Deve sembrare tutt’uno. Non dev’essere troppo vistoso, grande o cascante e se possibile non dev’essere troppo costruito. Prego i signori fioristi, per le spose che non si affidano a me, di non voler a tutti i costi esprimere la loro estrosità con un bouquet di una sposa. Dev’essere semplice. Il mio consiglio è che assomigli il più possibile a un mazzolino raccolto quella mattina che porti con te in chiesa. Ho visto fiori laccati, fiori con all’interno delle perle, fiori composti in ogni maniera: inorridisco. Urlo alla semplicità. Semplice è raffinato. Questo è un appello che rivolgo anche a truccatori e parrucchieri, che non devono stravolgere le spose né trasformarle: fermiamoli! Anche chi vuole un matrimonio originale deve badare all’eleganza.

La situazione più difficile che hai dovuto gestire?
Per fortuna non era dovuta a una nostra negligenza, anche se alla fine l’ho dovuta gestire io: c’era un tavolo in meno il giorno del matrimonio. Duecentottanta persone e mancava il tavolo dei genitori dello sposo, quelli del catering hanno commesso un errorino ma facendo il controllo finale ho risolto tutto. Per fortuna sposi e invitati non hanno percepito nulla.

Se capita una sposa bruttina, come si rimedia?
Tutte le spose sono meravigliose e le mie spose per me sono delle gran principesse. Certo non tutte sono state delle modelle e di questo anche loro sono consapevoli. Ci sono dei trucchi meravigliosi da prendere in esame, la cura della propria immagine è fondamentale. E poi io non ho affatto paura di dire alle mie clienti, con le quali ho un rapporto meraviglioso, che è il momento di intraprendere una dieta o cose di questo genere. Sono fortunato perché instauro un rapporto speciale con le mie clienti, che non si esaurisce dopo il matrimonio. Diventiamo amici. A volte mi chiamano per sapere come fare il centrotavola se hanno una cena importante o come vestirsi per un appuntamento.

Quanto tempo prima bisogna cominciare a organizzare un matrimonio?
Direi che sei o sette mesi sono sufficienti.

Per chi volesse approfondire, c’è il libro di Enzo Miccio e Angelo Garini, “Il matrimonio che vorrei” edito da Mondadori