Un anno senza Franca Valeri: quanto ci manca l’eterna Signorina Snob

È passato un anno dalla morte di Franca Valeri, che aveva compiuto 100 anni prima di lasciarci

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

È passato esattamente un anno da quando Franca Valeri ci ha lasciato. Prima ha compiuto 100 anni e poi, il 9 agosto di un anno fa, se n’è andata. Nata il 31 luglio del 1920, Franca oggi avrebbe 101 anni e chissà che cosa avrebbe detto in un 2021 così travagliato ma anche così soddisfacente per l’Italia: basta pensare alle Olimpiadi appena concluse e alle soddisfazione che tante donne sportive hanno saputo regalare al nostro Paese.

A proposito di donne, una volta Franca ha detto: “È importante trasmettere alle giovani donne che non si dimentichino mai di essere intelligenti. Si sa che sono necessarie, non si può farne a meno”. Come darle torto.

Quella di Franca è stata una carriera lunghissima da interprete caratterista, divisa tra il teatro e il cinema. I suoi personaggi femminili erano praticamente un marchio di fabbrica, una firma distintiva. Una chiara espressione di talento e bravura che ha dimostrato fin da suoi esordi. Ricordando tutto quello che ha fatto, è impossibile non citare la sua Signorina Snob e quella voce squillante che prima ti entrava nelle orecchie e poi ti mostrava la maschera e la saccenza della borghesia milanese, che più milanese non si può. Quando veniva trasmessa per la prima volta in televisione, milioni di italiani rimanevano incollati alla tv ad ascoltare quelle telefonate tutte inventate e quella signorina con i capelli cotonati che tutto sapeva.

Il regista e suo grande amico Pino Strabioli l’ha spesso descritta come una donna ironica, spiritosa e appassionata della vita. Una persona intelligente, estremamente acuta, ottimista e tutt’altro che egocentrica. Chi la conosceva sa che Franca non amava le celebrazioni e a noi non resta che fare i conti con la sua assenza, da colmare con l’eredità artistica che ha lasciato.

È un’eredità preziosa, figlia di un tempo analogico che non c’è più ma che rivive in digitale più forte che mai. Un bagaglio di professionalità rivolta sicuramente a noi spettatori ma ancora di più a chi dell’arte dell’intrattenimento vuole fare il suo mestiere: un lavoro difficile, difficilissimo. Franca è da vedere e rivedere, è da studiare per provare a capire quella sua capacità di arrivare a chiunque, perché Franca non era per pochi, era per tutti.