Shiva a processo, il rapper rischia sette anni di carcere

La procura di Milano ha richiesto che Shiva sconti una pena di sette anni per la sparatoria avvenuta a luglio 2023

Foto di Paola Landriani

Paola Landriani

Lifestyle Editor

Content e lifestyle editor, copywriter e traduttrice, innamorata delle storie: le legge, le scrive, le cerca. Parla di diversità, inclusione e di ciò che amano le nuove generazioni.

Un periodo ancora molto difficile per Shiva, che dopo essere stato accusato di tentato omicidio a ottobre 2023 e aver passato alcuni mesi in carcere, ora rischia di doverci tornare. La procura di Milano ha infatti richiesto una condanna a sette anni di reclusione per il trapper, ora agli arresti domiciliari.

Shiva, il tribunale chiede 7 anni di carcere

Shiva, nome d’arte di Andrea Arrigoni, rischia 7 anni di carcere. È la richiesta mossa dalla procura di Milano in seguito alle vicende accadute l’11 luglio 2023, giorno in cui il trapper ha sparato e ferito alle gambe due aggressori davanti alla sua casa discografica di Settimo Milanese. Una faida tra bande che è sfociata in qualcosa di molto più pericoloso, e che ha visto Shiva entrare in carcere il 26 ottobre 2023 con le accuse di tentato omicidio, detenzione d’arma da sparo e ricettazione della stessa.

Un periodo detentivo in cui il rapper ha sofferto per non aver visto nascere il suo primo figlio, Draco, avuto insieme alla compagna Laura Maisano, e a cui ha voluto scrivere una lunga lettera dal carcere. Il 24 febbraio 2024, il rapper è poi tornato a casa grazie alla possibilità degli arresti domiciliari, ma ora dovrà fare i conti con la proposta della procura nella prima udienza del processo con rito abbreviato.

Il prossimo, quello del 3 luglio, vedrà parlare la difesa del trapper, a sostegno dell’idea che la sparatoria sia stata una reazione dovuta all’aggressione e non per uccidere. La sentenza finale dovrebbe invece arrivare il 10 luglio.

Shiva
Fonte: IPA
Shiva

Le parole di Shiva in aula

Presente in aula anche Shiva, che ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee davanti ai giudici del tribunale di Milano. Ripercorrendo i mesi passati in carcere, il trapper ha affermato: “I mesi in carcere mi hanno fatto riflettere sull’importanza del mio ruolo di artista, so di essere un veicolo di valori e mi impegnerò, attraverso la mia musica, a trasmettere messaggi ed esempi più sani e soprattutto a non dar più spazio ed importanza a stupide rivalità che nulla hanno a che vedere con la musica. Vorrei solo ritornare a fare la mia musica e ho perfettamente compreso gli errori fatti in passato”.

Menzionando anche il dolore per non aver potuto essere presente alla nascita del figlio, ha poi continuato: “Ora sono una persona diversa, molto più responsabile e mai più mi troverò in situazioni come quelle oggetto del processo, perché voglio essere un esempio per mio figlio e per tutti i miei fan.”

Parlando della sparatoria, poi ha aggiunto che la sua è stata una mossa data dall’istinto di sopravvivenza per “allontanare i malintenzionati, per spaventarli e costringerli a desistere dalla violenza e a fuggire” e non per ucciderli.

Shiva oggi vive in centro a Milano insieme alla sua famiglia, e la sua unica intenzione è quella di concentrarsi sulla sua musica: “Questa esperienza mi ha sconvolto completamente la vita, sento dentro di me anche il peso di aver dato un pessimo esempio ai tanti ragazzi che mi seguono e apprezzano le mie canzoni, di averli delusi con il mio comportamento.”