Un periodo ancora molto difficile per Shiva, che dopo essere stato accusato di tentato omicidio a ottobre 2023 e aver passato alcuni mesi in carcere, ora rischia di doverci tornare. La procura di Milano ha infatti richiesto una condanna a sette anni di reclusione per il trapper, ora agli arresti domiciliari.
Shiva, il tribunale chiede 7 anni di carcere
Shiva, nome d’arte di Andrea Arrigoni, rischia 7 anni di carcere. È la richiesta mossa dalla procura di Milano in seguito alle vicende accadute l’11 luglio 2023, giorno in cui il trapper ha sparato e ferito alle gambe due aggressori davanti alla sua casa discografica di Settimo Milanese. Una faida tra bande che è sfociata in qualcosa di molto più pericoloso, e che ha visto Shiva entrare in carcere il 26 ottobre 2023 con le accuse di tentato omicidio, detenzione d’arma da sparo e ricettazione della stessa.
Un periodo detentivo in cui il rapper ha sofferto per non aver visto nascere il suo primo figlio, Draco, avuto insieme alla compagna Laura Maisano, e a cui ha voluto scrivere una lunga lettera dal carcere. Il 24 febbraio 2024, il rapper è poi tornato a casa grazie alla possibilità degli arresti domiciliari, ma ora dovrà fare i conti con la proposta della procura nella prima udienza del processo con rito abbreviato.
Il prossimo, quello del 3 luglio, vedrà parlare la difesa del trapper, a sostegno dell’idea che la sparatoria sia stata una reazione dovuta all’aggressione e non per uccidere. La sentenza finale dovrebbe invece arrivare il 10 luglio.
Le parole di Shiva in aula
Presente in aula anche Shiva, che ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee davanti ai giudici del tribunale di Milano. Ripercorrendo i mesi passati in carcere, il trapper ha affermato: “I mesi in carcere mi hanno fatto riflettere sull’importanza del mio ruolo di artista, so di essere un veicolo di valori e mi impegnerò, attraverso la mia musica, a trasmettere messaggi ed esempi più sani e soprattutto a non dar più spazio ed importanza a stupide rivalità che nulla hanno a che vedere con la musica. Vorrei solo ritornare a fare la mia musica e ho perfettamente compreso gli errori fatti in passato”.
Menzionando anche il dolore per non aver potuto essere presente alla nascita del figlio, ha poi continuato: “Ora sono una persona diversa, molto più responsabile e mai più mi troverò in situazioni come quelle oggetto del processo, perché voglio essere un esempio per mio figlio e per tutti i miei fan.”
Parlando della sparatoria, poi ha aggiunto che la sua è stata una mossa data dall’istinto di sopravvivenza per “allontanare i malintenzionati, per spaventarli e costringerli a desistere dalla violenza e a fuggire” e non per ucciderli.
Shiva oggi vive in centro a Milano insieme alla sua famiglia, e la sua unica intenzione è quella di concentrarsi sulla sua musica: “Questa esperienza mi ha sconvolto completamente la vita, sento dentro di me anche il peso di aver dato un pessimo esempio ai tanti ragazzi che mi seguono e apprezzano le mie canzoni, di averli delusi con il mio comportamento.”