Lollo, prelevati i suoi tesori: “Vogliono farmi morire in modo ignobile”

Continua l’odissea di Gina Lollobrigida, giudicata non più autonoma e controllata da un “amministratore di sostegno”. Alcuni suoi preziosi sarebbero finiti all’asta e il tribunale ha deciso di metterli in un caveau

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Redazione

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Non c’è pace per la Bersagliera. Gina Lollobrigida, indimenticabile maggiorata fisica diva del cinema italiano a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, oggi che ha superato i 90 anni (è del 1927) continua a far parlare di sé, non per le sue doti artistiche quanto per le vicende giudiziarie che la riguardano ormai da anni.

Prima la brutta vicenda di cronaca sul presunto matrimonio con il toy boy Javier Rigau, che la Lollo frequentava fin dagli anni ’70 – quando lui era ancora minorenne- e che avrebbe sposato segretamente nel 2010. L’attrice dichiarò di essere stata sposata con l’inganno attraverso una falsa procura da lei firmata e la vicenda finì nei tribunali (in “Un giorno in Pretura”, le sue arrabbiature col giudice rimasero negli annali della tv).

Poi quella più recente che vede il figlio dell’attrice intervenire contro il manager della madre Andrea Piazzolla, indagato per circonvenzione di incapace.

L’ultimo capitolo, riportato dal Messaggero, vede “l’amministratore di sostegno” di Gina (nominato dal giudice nel dicembre 2019 dopo che l’attrice era stata dichiarata “non più autonoma”) autorizzato dal Tribunale a “prelevare dalla sua abitazione gioielli, quadri, mobili, lampadari, affinché vengano riposti in un caveau”. Questo perché nei giorni scorsi, alcuni dei preziosi arredi della casa dell’ex attrice erano finiti misteriosamente all’asta. In pratica qualcuno, ad insaputa della Lollo, li avrebbe sottratti e avrebbe cercato di piazzarli.

“Il giudice ha agito per tutelare il patrimonio della Lollobrigida”, ha spiegato l’avvocato Alessandro Gentiloni, legale dei familiari dell’attrice.

Ma lei non ci sta e continua a sostenere: “Hanno deciso di farmi morire in modo ignobile”

Di diverso parere gli specialisti che l’hanno seguita in questi anni. Secondo la psichiatra intervenuta presso la Procura nel valutare il caso, “Gina Lollobrigida attraverserebbe momenti di autentico disorientamento spazio temporale per lo più innestati da tematiche persecutorie”.

Non è mai stata fortunata con gli uomini, a partire dalla violenza subita quando era minorenne, al primo marito Milko Skofic, che non faceva altro che contare i suoi soldi, al toy boy Javier. E ora il presunto manager disonesto. Lei stessa diceva: “La popolarità ha un lato positivo, apre molte porte. Ma la verità è che non mi piace, perché trasforma la tua vita privata in poca cosa”. Forse non fosse diventata la Lollo, sarebbe stata meno ricca, ma più felice.