Addio a Glenda Jackson, la deputata che vinse l’Oscar: la vita tra cinema e politica

Una vita incredibile la sua, a cavallo tra la politica e la recitazione, le sue grandi passioni

Foto di Giorgia Prina

Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

Web Content Creator e Internet addicted che ama la complessità del reale. La passione più grande? Sciogliere matasse con occhio critico e ironia.

Ci lascia Glenda Jackson, morta a 87 anni, a Londra. Una vita divisa tra politica e cinema la sua, che l’ha condotta a vincere per ben due volte l’Oscar. L’attrice inglese sembra essere “morta serenamente”, secondo quanto è stato reso noto dal suo agente. Interprete eccellente del cinema drammatico (ha trionfato nel “Re Lear” come protagonista), si è accorto del talento della Jackson il regista Melvin Frank che con “Un tocco di classe” le diede il ruolo che nel 1974 le fece vincere il secondo Oscar dopo quello ottenuto nel 1971 per “Donne in amore”, statuette mai ritirate, cui si aggiungono a molti altri premi, fra cui due David di Donatello) ed altri per il teatro e la tv.

Glenda Jackson, deputata e attrice, è morta: l’annuncio

“Attrice e politica due volte vincitrice dell’Oscar, è morta serenamente nella sua casa di Blackheath Londra questa mattina dopo una breve malattia con la sua famiglia al suo fianco”, ha detto Lionel Larner. Glenda Jackson se n’è andata dopo averci regalato pagine indimenticabili del teatro di Peter Brook e del cinema di registi straordinari del calibro di  Ken Russell e Schlesinger. Ha collaborato anche con George Segal, morto due anni fa.

La Jackson ha condotto una vita in egual modo divisa tra cinema e teatro, con quello che in molti definiscono un entusiasmo venato da una lucida ironia. Esempio lampante è il suo primo successo, “Donne in amore”, tratto dal libro di Lawrence, in cui ha interpretato una scultrice in una narrazione agile e mai stantia sull’ambiguità dell’amore. Con Russell diede voce e movimenti alla moglie di Ciaikovskji in “L’altra faccia dell’amore”. In Italia interpretò “Il sorriso del grande tentatore” di Damiani, nel ruolo di una suora che confessa personaggi molto particolari.

Una vita tra cinema e politica

Glenda Jackson è nata a Birkenhead, vicino a Liverpool, in Inghilterra, il 9 maggio del 1936. Si sposò nel 1958 con Roy Hodges. Il loro matrimonio durò fino al 1976 e dalla loro unione nacque il figlio Dan. A portarla al successo, dopo aver lavorato come commessa in farmacia e studiato all’Accademia, con il debutto in “Tavole separate”, al suo ingresso nella Royal Shakespeare Company. Fu allora che ebbe l’occasione di lavorare con Peter Brook nel ruolo della rivoluzionaria assassina Charlotte Corday nel “Marat/Sade” di Peter Weiss, ruolo che replicò anche nella versione per il cinema del 67. Ma la carriera della Jackson, come è noto, non si limitò alla recitazione.

Infatti, dopo grandi successi come la vittoria del primo premio Oscar nel 1971 per il suo ruolo in “Donne in amore” e quella del secondo nel 1974 per “Un tocco di classe”. Nel 1992 ha abbandonato la carriera artistica per dedicarsi alla politica ed è stata deputato laburista alla Camera dei comuni per il collegio di Hampstead and Kilburn fino al 2015. Questo dopo aver portato avanti un importante attività politica come attivista laburista.

Da quel momento dedicò all’attività politica ben 20 anni, durante i quali rimase lontana delle scene, concentrandosi sul suo ruolo di ministro ombra dei trasporti dal 1997 al 1999, ma decidendo poi di non ricandidarsi a causa dell’avanzata età. Il ritorno in scena all’Old Vic come re Lear fu trionfale, venne ricoperta di premi. Poi recitò nella commedia di Albee “Tre donne alte”, vincendo il Tony award, dopo 30 anni di assenza da Broadway.