Che fine ha fatto Cloris Brosca? La Zingara de “La luna nera” è entrata nell’immaginario comune e ha conquistato generazioni di spettatori italiani. Dopo essere scomparsa per diversi anni, è riapparsa sul piccolo schermo, ospite di alcune puntate di “La prova del cuoco” con Antonella Clerici. Capelli corti, sorriso che conquista e occhi brillanti: Cloris Brosca è rimasta quella di un tempo. Classe 1957, l’attrice è nata a Napoli e ha iniziato la sua carriera nel 1981 partecipando al film “Ricomincio da tre” con il grande Massimo Troisi, in seguito ha recitato a teatro nella commedia “Il sindaco del Rione Sanità” e ha recitato accanto a mostri sacri come Gigi Proietti, Marcello Mastroianni e Giuseppe Tornatore.
In seguito è arrivata al successo con la trasmissione “Luna Park”, in onda su Raiuno poco prima del Tg1. Nello show i concorrenti partecipavano ad alcuni giochi all’interno di un Luna Park fra cui c’era anche “la Zingara” Cloris che proponeva degli enigmi. I telespettatori si affezionarono così tanto a quel personaggio che venne creato anche uno spin-off che è andato in onda dopo il Tg1 sino al 2002.
La sua ultima apparizione al cinema è stata nel 2012 con “Effetto paradosso” di Carlo Fenizi. Dopo l’esperienza sul piccolo schermo nei panni di “La Zingara” Cloris Brosca ha continuato il suo lavoro di attrice, esibendosi soprattutto a teatro. Nel 2017 è apparsa in diverse puntate di “Che Dio ci aiuti” e ha rivestito il ruolo di opinionista a “Uno Mattina Estate” sul tema ‘Gli italiani, la crisi e la cartomanzia’.
Oggi Cloris Brosca vive a Roma insieme al marito, un cardiologo campano conosciuto al matrimonio di Riccardo Donna, regista del “Luna Park”. “Ho cominciato a fare l’attrice, timorosamente, a 16 anni – aveva svelato qualche tempo fa a Vanity Fair – studiando con un maestro privato per accedere all’Accademia di Arte Drammatica, e debuttando con Orazio Costa e Tino Buazzelli. Ma all’inizio degli anni ’90, dopo la morte di mio padre, avevo deciso di smettere: volevo dedicarmi a lavori “normali”, riappropriarmi di ritmi più umani”.
“Così mi sono adattata a fare qualunque cosa – aveva spiegato -, dalla lava piatti alla baby sitter passando per l’assistente domiciliare alle persone non vedenti o portatrici di disabilità psichiche. Questa parentesi professionale mi ha permesso di compiere esperienze importanti, umanamente. Fino a che non ho sentito il bisogno di tornare in scena, capendo che era quella – la recitazione – la mia strada”.