11 falsi miti sui gatti da sfatare, le fake news più diffuse

I falsi miti sui gatti possono danneggiare il loro benessere psicofisico. Ecco i più comuni e perché non bisogna dare loro credito

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Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videoreporter

Giornalista pubblicista, videoreporter, copywriter e content editor. Si occupa di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società.

Sui felini se ne sono dette e se ne dicono di tutti i colori. Parlare dei falsi miti sui gatti serve a sfatarli una volta per tutte. Soltanto così si smetterà di averne paura immotivatamente e di evitarli, da un lato; o di trattarli in maniere inadeguate e non curarli, dall’altro. Alcune sono leggende popolari, altre dicerie su indole e salute: in entrambi i casi, il pericolo di far soffrire un esemplare è concreto.

I gatti sono indipendenti e solitari

Non è vero che i gatti sono animali indipendenti e che amano la solitudine. A meno che non si abbia a che fare con un felino forastico – che però merita di essere comunque accudito nel rispetto della sua indole – ai gatti piacciono le coccole, le attenzioni e la compagnia. Fondamentale per capire come interagire con una specie così distante da quella umana è imparare a interpretare correttamente il linguaggio del corpo.

Un felino non solo è in grado di provare emozioni, ma empatizza con i sentimenti delle persone. Un esemplare che passa attraverso le gambe di chi considera famiglia (o anche di uno sconosciuto) cerca il contatto, se mordicchia mani e piedi ha bisogno di attenzioni e cerca di comunicare affetto. Le fusa dei gatti non sono sempre espressione di benessere e non usano la coda come i cani.

Concentrarsi sulla comunicazione verbale e non verbale è importante per entrare veramente in contatto con il proprio gatto. Solo così lo si potrà conoscere davvero e accudire come merita. L’errore più comune che si commette è di pensare che i propri canoni coincidano con quelli degli animali domestici: non sempre (anzi, quasi mai) è così. E adottare vuol dire anche sapersi mettere nei panni di chi dipende in tutto e per tutto dal proprietario.

I felini hanno nove vite

Fra i falsi miti sui gatti ce n’è uno estremamente pericoloso. Molti credono che balconi e terrazze non debbano essere messi in sicurezza perché se un felino cade non può morire. Questa credenza nasce dalla diceria che i gatti abbiano nove vite. Nulla di più sbagliato. Che i felini abbiano un equilibrio proverbiale e sappiano ruotare il corpo, sfruttando l’altezza, per cercare di cadere sulle quattro zampe per attutire il colpo è vero; ma c’è un enorme ma:

  • Possono sbattere su qualcosa che incide sulla loro proverbiale rotazione e, quindi, perdere l’equilibrio. Possono atterrare di schiena, di fianco o in qualsiasi altra posizione che non permette loro di attutire l’urto;
  • Non hanno le zampe di gomma e possono fratturarsele come qualsiasi altro essere vivente dotato di apparato scheletrico che subisce un trauma;
  • Non esistono altezze di comfort: un gatto che cade male rischia lesioni importanti e di perdere la vita alla prima occasione, non è affatto un assunto scientifico che abbia altre otto possibilità.

Ergo, ci sono troppe incognite per rischiare l’incolumità di chi si è deciso di adottare, prendendosi l’impegno di preservarne la salute. I gatti non sono supereroi e non hanno poteri speciali.

I felini si curano da soli

Restando in tema, è bene sfatare altri falsi miti sui gatti legati all’accudimento. Non è vero, infatti, che si curano le ferite da soli. Non hanno una lingua antisettica e hanno bisogno del veterinario. Una prima leccata può essere benefica, visto che la lingua ruvida del gatto può aiutare a rimuovere lo sporco, ma una pulizia eccessiva può danneggiare la ferita e prolungare la convalescenza mantenendola umida.

È importante che tutti gli animali domestici facciano le visite periodiche, in un’ottica di prevenzione, e che vengano controllati ogni volta che si nota qualcosa che non va. Anche per questo conoscere il loro linguaggio è importante: se un felino si nasconde, per esempio, o ha paura e va rassicurato o sta male e non vuole darlo a vedere. Se si nota un mutamento nel comportamento abituale o un evidente malessere non bisogna perdere tempo: può fare la differenza fra la vita e la morte.

I gatti domestici non hanno pulci

I vaccini per i gatti sono sempre importanti, vale sia per quelli che vivono in casa che per i randagi o per gli esemplari che sperimentano la semilibertà. Lo stesso principio vale per gli antiparassitari. Pulci e zecche possono insidiarsi fra i peli di qualsiasi felino e la protezione da questi e altri, fastidiosi animaletti va rinnovata periodicamente.

Per sapere quale prodotto è meglio per il proprio gatto, che dosi somministrare e in che modalità va sempre chiesto il parere dello specialista. È lui che sa qual è il quadro clinico completo e cosa è più indicato in base all’età e allo stile di vita. La parola d’ordine è: proteggi il tuo gatto.

Ai gatti il latte fa bene

L’alimentazione di cani e gatti non può essere la stessa degli umani. Fra i falsi miti sui gatti c’è anche quello di pensare che ciò che non fa male a noi non faccia male a loro. Errato! Gli stomaci delle due specie sono diversi e hanno processi digestivi differenti.

La maggior parte dei felini non tollerano il lattosio e il latte vaccino può essere estremamente dannoso. Ecco perché durante lo svezzamento di gattini orfani va dato il latte artificiale pensato appositamente per loro e, soltanto in estrema ratio, se non si hanno alternative, quello di pecora.

I gatti fanno male alle donne in gravidanza

Moltissime persone sono convinte che le donne incinte debbano evitare di avere gatti in casa perché rischiano di contrarre la toxoplasmosi e di danneggiare il feto. Questo assunto nasce dal fatto che i felini possano contagiare la malattia di cui è responsabile il parassita Toxoplasma gondii.

Tuttavia non tutti sanno che la trasmissione avviene attraverso il contatto con le feci e che è molto rara. È più facile contrarla mangiando carne e pesce crudi o verdura non lavata adeguatamente. Non serve quindi dare in adozione il gatto, ma fare in modo che la lettiera venga pulita da qualcun altro. In alternativa, è sufficiente usare dei guanti monouso.

I gatti neri portano sfortuna

Che i gatti neri portino sfortuna è una leggenda che, in quanto tale, non ha alcun fondamento scientifico. Esiste da moltissimo tempo ed è diffusa in tutto il mondo, con alcune varianti geografiche. In Germania, per esempio, si pensa che a portare sfiga siano gli esemplari che camminano da destra a sinistra, in caso contrario sono invece di buon auspicio. I giapponesi addirittura vanno in controtendenza e pensano che tutti gli esemplari con il mantello di questo colore aiutino le donne single a trovare l’amore.

Entrambi, ovviamente, sono falsi miti sui gatti. Il primo è legato al periodo della caccia alle streghe. Si pensava infatti che fossero i loro animali domestici, che dovessero essere tenuti alla larga e puniti esattamente come loro. Purtroppo, questa diceria continua a circolare con ripercussioni serie sulle adozioni e gli abbandoni.

gatto nero

I baffi dei gatti sono dei portafortuna

E rimanendo sul filone delle credenze popolari, si pensa che le vibrisse dei gatti siano speciali. Dato che sono molto importanti per l’equilibrio dei felini e per la loro gestione degli spazi in generale, alcuni pensano che conferiscano poteri magici e, quindi, siano amuleti portafortuna.

Anche in questo caso non c’è nulla di scientifico che lo confermi e tenere i baffi caduti dei gatti in borsa o nel portafogli può essere, al massimo, una dimostrazione di affetto: un modo per portare sempre con sé colui che si considera un membro della famiglia in tutto e per tutto.

I gatti portavano la peste

Il Medioevo è stato origine di tanti falsi miti sui gatti. Sempre legata alle leggende sulle streghe, c’è la credenza che i felini portassero la peste, come gli untori dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni. Si pensava fossero gli ‘aiutanti’ di maghi e stregoni, gli animali del diavolo e venivano trattati di conseguenza.

Tuttavia a diffondere la peste, si è scoperto successivamente, non erano i felini ma una pulce che viveva sui topi. Il fatto di eliminare i gatti, ironia della sorte, non ha fatto altro che provocare un aumento dei ratti e dei contagi.

Il burro aiuta il gatto ad ambientarsi

I gatti sono animali estremamente abitudinari. Quando cambiano casa o nella loro vita entra un altro convivente hanno bisogno di tempo per trovare un nuovo assetto. Fra i falsi miti sui gatti, c’è quello secondo il quale cospargere di burro le loro zampe acceleri il processo. Si pensa infatti che si possano concentrare sulla pulizia delle zampe e rilassarsi.

In realtà gli esperti pensano possa avere l’effetto contrario. Il burro può diventare un elemento di disturbo e di stress per il felino, che si trova a doversi pulire suo malgrado. Oltretutto, si alterano gli odori, elementi molto importanti per il reperimento di informazioni da parte di cani e gatti. Infine, questo alimento contiene lattosio e rischia di danneggiare lo stomaco di questi animali.

 

I gatti e i cani sono acerrimi nemici

Che gatto e topo e cane e gatto siano sempre acerrimi nemici, e che i primi diano sempre la caccia ai secondi non è affatto vero. Per quanto siano specie diverse, la buona riuscita di una convivenza dipende dal grado di socializzazione dei singoli esemplari. Esistono razze predisposte e abitudini che facilitano determinati processi di conoscenza e di amicizia.

Soprattutto se gli animali domestici vengono abituati sin da cuccioli, è molto probabile che non nascano paure o antipatie che siano di intralcio al quieto vivere. L’importante, quando si fanno le presentazioni, è procedere per gradi e in sicurezza, supervisionando le reazioni e intervenendo in caso di pericolo.