Bianca Balti a Verissimo: “Molestata e abusata”. Dal dramma alla rinascita

Ospite a "Verissimo", la splendida Bianca Balti si è raccontata senza filtri: oggi ha finalmente ritrovato la serenità, dopo tanti dolori

Pubblicato: 3 Aprile 2022 19:33

Foto di Serena De Filippi

Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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Ci vuole molto coraggio a raccontare gli episodi peggiori della propria vita, quelli che segnano, che ci cambiano e che, sì, talvolta ci spezzano. Così Bianca Balti ha scelto di mettersi “a nudo” a Verissimo, ripercorrendo il suo dramma personale, arrivando fino alla rinascita. Segno che, come ci insegnano sin da piccoli, dopo la tempesta arriva sempre il sereno. La Balti, invitata da Silvia Toffanin a raccontare della molestia subita quando aveva 14 anni, non si è tirata indietro. E lo ha fatto anche per la figlia, che ora ha la stessa età di quando lei ha vissuto quel terribile episodio.

Verissimo, il racconto di Bianca Balti: la molestia a 14 anni

La Balti non si è mostrata spezzata, spenta o scura in volto. Nello studio di Verissimo, ha sfoggiato il sorriso, la sua armatura più potente, e lo ha fatto grazie a un lungo percorso di analisi che le ha permesso di rinascere e di fortificarsi, di guardarsi dentro, di aprire l’armadio dei “demoni”. Soprattutto, di trovare la pace, dopo tanto dolore.

La Toffanin le ha dato la possibilità di parlare della molestia subita quando era poco più che una ragazzina. “Era forse il primo sabato sera che uscivo per davvero. C’era un ragazzo che aveva 16 anni, io ne avevo 14. Dovevi bere, perché tutti lo facevano, e altrimenti ti prendevano in giro. La mia mamma mi trovò per strada, ma grazie alla terapia mi sono ricordata: una memoria molto lucida. Ci dimentichiamo le cose che ci fanno tanto male”.

Il ragazzo, dopo che le aveva dato dell’alcool, aveva cominciato a toccarla nelle parti intime. “Perché i ragazzi pensano che vada bene fare una cosa del genere?” Riuscire a rivivere questi momenti con l’analisi ha condotto la Balti a una profonda riflessione. C’era molta gente intorno a loro, al momento della molestia, ma nessuno ha mosso un dito. Tutti ridevano. “Come se questo comportamento fosse socialmente accettato“.

La forza di rinascere

Dopo quell’episodio, ne è susseguito un altro, altrettanto significativo e doloroso, quattro anni dopo, quando Bianca ne aveva diciotto. “Era la persona con cui stavo quella sera, il ragazzo che mi piaceva tanto. Ma non volevo andare oltre al bacio. Anche lì ho dovuto analizzare molto l’evento, da grande, pochi anni fa, per capire che quanto successo quella sera era uno stupro“.

La rinascita della modella è iniziata negli anni a seguire, nonostante le difficoltà incontrate, soprattutto perché si è sentita responsabile delle molestie. Prima dell’analisi, non ne aveva parlato, neppure con la propria madre. Per un motivo: un enorme senso di colpa, che la induceva a far finta che non fosse mai successo nulla. “Altrimenti ero io la responsabile: avevo fatto qualcosa di sporco, anche se di fatto non ero io”.

L’amore per la figlia Matilde

C’è una costante felice nella vita di Bianca Balti: le sue figlie. Oltre alla piccola Mia, nata nel 2015, c’è Matilde, venuta al mondo nel 2007. E proprio con Matilde, che sta affrontando l’adolescenza, la modella ha voluto instaurare un legame di forza, di supporto, di comunicazione. “Da genitori cerchiamo sempre di proteggere i nostri figli, ma a volte ci sbagliamo. I ragazzi di oggi sono molto aperti a parlare. Lei ha voluto sapere tutto sulle molestie, e questo mi ha dato l’opportunità di dirle: non farti mai dire dagli altri che cosa vuoi”.

Solo negli ultimi tempi, ha parlato apertamente della sua scelta di congelare gli ovociti e di diventare madre senza un uomo. Una donna coraggiosa, che ha preso delle posizioni, che ha dovuto lottare contro il suo passato e il suo dramma personale per ritrovare se stessa. Per capire che, no, non aveva nessuna colpa delle molestie subite. E ora a Bianca non resta che guardare al futuro: forte, rigoglioso, insieme alle figlie, e alla sua indipendenza, emotiva e non solo.