La cura? Te la ricorda lo smartphone

Cure a distanza, tecnologia, sistemi informatizzati che rilasciano le cure.

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

 

Il futuro della medicina è anche questo, con sistemi che permettono di ricordare quanto e come assumere le terapie o addirittura trattamenti erogati grazie alla tecnologia.

Sul tema, a SaluTO – Medicina e Benessere, ne discutono venerdì 25 settembre dalle 19 in diretta web dal Teatro Regio, Filippo Molinari, professore ordinario di Bioingegneria elettronica ed informatica del Politecnico di Torino e Paolo Fonio, professore ordinario di Radiologia dell’Università di Torino.

Cos’è la terapia digitale

Recentemente la FDA, l’ente americano che controlla i farmaci, ha dato “semaforo” verde alla prima terapia digitale per il trattamento dell’insonnia cronica nelle persone con più di 22 anni. Il trattamento in pratica “somministra” attraverso questo dispositivo un approccio neuro-comportamentale personalizzato, basato sulla terapia cognitivo comportamentale e sulle linee guida delle società scientifiche. Ovviamente, per arrivare a dare il via libera l’ente americano ha richiesto prove scientifiche di efficacia, che sono giunte attraverso due studi pubblicati su Jama Psychiatry e Lancet Psychiatry, che hanno fatto capire come questo approccio di terapia digitale sia riuscito a migliorare l’addormentamento e il rischio, negativo, di risvegli notturni. A “erogare” la cura c’è un dispositivo. Negli Usa sono già disponibili altre terapie digitali, indicate ad esempio per trattare alcune forme di dipendenza e addirittura certi fastidi legati ai trattamenti antitumorali. In Germania, poi, da tempo un programma informatico assiste chi soffre di depressione, sia da solo sia associato alla classica psicoterapia in studio. Forse, per divertirci, in futuro i trattamenti potrebbero venire anche da un videogioco studiato per l’occorrenza.

Pensieri e cure viaggiano assieme

L’approccio che si fonda sul presupposto che esista una stretta relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti e che fornisce al paziente gli strumenti per gestire le emozioni e modificare le convinzioni negative e le percezioni errate della mente. Ma attenzione: queste terapie non vanno viste da sole. Piuttosto possono rappresentare un’integrazione o essere addirittura complementari alle classiche vie di somministrazione delle cure.