Risonanza magnetica multiparametrica della prostata: a cosa serve

La risonanza magnetica multiparametrica della prostata è un esame diagnostico che combina diverse tecniche di imaging per una valutazione dettagliata della prostata, utilizzata principalmente in caso di sospetto cancro

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 29 Aprile 2024 09:29

Esistono esami più approfonditi e utili per diagnosticare determinate malattie di altre, e che magari non hanno nemmeno rischi per il paziente. Stiamo parlando, per esempio, della risonanza magnetica multiparametrica della prostata, fondamentale per studiare i diversi parametri della prostata e individuare eventuali alterazioni.

Che cos’è la risonanza magnetica multiparametrica della prostata

L’RM multiparametrica alla prostata è un esame di diagnostica per immagini che, sfruttando un campo magnetico e onde a radiofrequenza permette di ottenere immagini tridimensionali e dettagliate della prostata e dei tessuti che la circondando. Si definisce multiparametrica perché permette di acquisire diversi parametri, come la morfologia, la perfusione ematica, la densità cellulare e il metabolismo.

Si tratta di quindi di un esame innocuo e non invasivo che consente di fare una valutazione morfologica, funzionale e metabolica e che permette per questo di identificare in modo molto preciso eventuali lesioni tumorali.

A cosa serve la risonanza magnetica multiparametrica

Proprio per la sua elevata capacità diagnostica, l’RM multiparametrica alla prostata è utilizzata soprattutto nella ricerca dei tumori che interessano questo organo prettamente maschile.

Più nel dettaglio, risulta un esame fondamentale per:

  • valutare lo stato della prostata in pazienti con PSA alterato, prima di sottoporli a biopsie o ad altri esami invasivi,
  • monitorare pazienti che hanno un PSA alterato ma con biopsie negative,
  • in caso di biopsia positiva, capire esattamente dove intervenire chirurgicamente e quali parti del plesso prostatico risparmiare,
  • monitorare pazienti con formazioni neoplastiche in sorveglianza attiva, che quindi risultano poco aggressive,
  • valutare il tipo di trattamento in paziente colpiti da neoplasie, osservando l’estensione delle stesse,
  • valutare la presenza eventuale di recidive in pazienti già colpiti da tumori che abbiano registrato un rialzo dei valori del PSA dopo intervento chirurgico, farmacologico o radiante.

In definitiva, la risonanza magnetica multiparametrica si identifica come un esame fondamentale per verificare lo stato di sconfinamento di lesioni tumorali alla prostata. Oltre alla capacità di diagnosi, permette quindi di evitare, qualora sia possibile, la prostatectomia, cioè l’asportazione totale della prostata, salvando le parti sane e asportando solo quelle colpite dal tumore. Questo progresso della scienza concede oggi uno stile di vita migliore agli uomini colpiti da neoplasie prostatiche.

Inoltre, l’RM prostatica multiparametrica è in grado di scovare tumori minuscoli inseriti in cavità o regioni anatomiche che possono sfuggire alla biopsia.

Altre patologie, come per esempio la prostatite, non necessitano di risonanza magnetica multiparametrica.

Screening della prostata

A partire dai 50 anni, ma in alcuni casi potrebbe essere consigliabile anche prima, gli uomini dovrebbero sottoporsi a esami regolari di screening alla prostata. Grazie alla prevenzione, infatti, si possono individuare precocemente neoplasie che colpiscono questa piccola ghiandola prettamente maschile, direttamente collegata alle funzioni sessuali. Sono generalmente tre gli esami di screening previsti:

  • le analisi del PSA, acronimo di Antigene Prostatico Specifico, è una proteina prodotta dalle cellule della prostata. Questo marker tumorale è spesso utilizzato come test di screening per il cancro alla prostata. Livelli elevati di PSA possono essere indicativi di un’attività anormale della prostata, inclusa l’infiammazione, l’ingrossamento della prostata (ipertrofia prostatica benigna) o il cancro alla prostata. Tuttavia, è importante notare che il PSA può essere influenzato da vari fattori, e livelli elevati non sono sempre indicativi di cancro alla prostata. Pertanto, il test del PSA viene spesso utilizzato insieme ad altri esami diagnostici, come l’esame rettale digitale e l’ecografia prostatica, per una valutazione più accurata della salute della prostata.
  • un’esplorazione digito-rettale della prostata, un esame manuale non proprio piacevole ma veloce e molto utile, effettuato dall’urologo
  • un’ecografia prostatica trans-rettale, che tramite l’inserimento di una sonda nel retto è capace di osservare l’interno del corpo

Come prepararsi alla risonanza magnetica prostatica multiparametrica

A differenza di altri tipi di risonanza magnetica, quella multiparametrica alla prostata richiede un po’ più di preparazione.

Solitamente è infatti consigliata l’astinenza dai rapporti sessuali per un paio di giorni prima dell’esame, e l’utilizzo di un clistere di glicerina per ripulire l’intestino la mattina stessa della risonanza. Questa accortezza è richiesta al fine di ottenere immagini più nitide, vista la vicinanza della prostata all’intestino.

Nel caso in cui sia previsto l’utilizzo di un mezzo di contrasto, sarà necessario presentarsi all’esame a digiuno da almeno sei ore. È inoltre importante effettuare delle analisi del sangue che includano i valori epatici e renali. Le persone con insufficienza renale, diabete, allergie o altre problematiche dovrebbero parlarne col medico. Ugualmente, qualora si portassero clip metalliche o pacemaker o altri dispositivi medici composti di parti metalliche che potrebbero entrare in conflitto con il magnete, si dovrà assolutamente segnalare prima di sottoporsi alla risonanza.

Come si svolge la risonanza magnetica multiparametrica della prostata

Il giorno della risonanza multiparametrica, il paziente viene sistemato sul lettino, dopo essersi spogliato di ogni oggetto metallico, e se previsto riceve il mezzo di contrasto per via endovenosa. In alcuni casi, l’RMN prevede in combinazione un’ecografia endorettale: in questo caso di parla di biopsia prostatica fusion o biopsia di fusione.

Biopsia di fusione

Questo esame diagnostico è uno di screening di ultima generazione atto a scovare i tumori prostatici. Si combinano le immagini fornite dalla risonanza magnetica multiparametrica a quelle fornite dalla sonda ecografica inserita nel retto, che insieme mettono in evidenza in modo chiaro le zone dei tessuti in modo da poter procedere a prelievi mirati laddove si sospetti un tumore. I vantaggi rispetto alla normale biopsia sono numerosi, sia perché permette di eseguire meno prelievi – che risultano fastidiosi – sia perché consente di raggiungere zone meno accessibili con la biopsia ecoguidata.

Nel caso in cui il paziente sia quindi sottoposto a biopsia di fusione, si inserirà una sonda ecografica prostatica transrettale, piccola e lubrificata, nel retto. Le immagini fornite dall’RMN e dall’ecografia vengono così due dal computer e, grazie ai risultati, si può passare direttamente al prelievo di tessuto in seguito ad anestesia locale.

Se invece la risonanza magnetica multiparametrica prostatica viene eseguita da sola, l’esame dura circa una mezzora. Dopodiché, il paziente può tornare alle sue attività, salvo attendere in osservazione nel caso gli fosse stato somministrato mi mezzo di contrasto o un sedativo per poter eseguire l’esame.

Risultati dell’RM multiparametrica alla prostata

I risultati della risonanza multiparamentrica prostatica sono disponibili dopo qualche giorno, a meno che l’esame non sia eseguito insieme all’ecografia rettale e non serva quindi da guida per una biopsia eseguita sul momento. Il medico radiologo solitamente può già interpretare le immagini tridimensionali acquisite dal macchinario, ma gli saranno necessari alcuni giorni per poterle analizzare in maniera dettagliata e stilare la propria relazione, che dovrà poi essere consegnata sotto forma di referto al medico che ha prescritto la risonanza.

La risonanza magnetica multiparametrica della prostata è un esame molto importante perché permette, attraverso l’acquisizione di immagini tridimensionali, di osservare la prostata e i tessuti circostanti con precisione. È uno strumento diagnostico particolarmente utile per individuare anche i tumori più piccoli, e può essere affiancato all’ecografia transrettale per effettuare una biopsia di fusione e poter così analizzare solo il tessuto sospetto.

Recentemente l’integrazione dell’intelligenza artificiale nell’interpretazione delle immagini mpMRI della prostata sta emergendo come una promettente area di ricerca. Algoritmi di machine learning possono essere addestrati per riconoscere e analizzare le caratteristiche delle lesioni prostatiche, migliorando la precisione nella diagnosi e nella stadiazione del cancro alla prostata. Questi algoritmi sono un potentissimo strumento per radiologi ma non possono sostituire l’opinione di un esperto medico.

Fonti bibliografiche: