Negli ultimi decenni, in particolare nel mondo occidentale, con l’aumento della vita media, il cambiamento degli stili di vita e delle abitudini voluttuarie, le patologie cardiovascolari hanno aumentato notevolmente la loro incidenza nella popolazione generale, profilandosi come uno dei principali problemi della “cronicità” del mondo sviluppato.
Queste comprendono le malattie ischemiche del cuore, come l’infarto acuto del miocardio, l’angina pectoris, altri disturbi del ritmo cardiaco (aritmie) o della struttura del muscolo cardiaco (cardiopatie), e le malattie cerebrovascolari, come l’ictus ischemico ed emorragico. Tutte insieme tali affezioni costituiscono le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità in Italia, essendo responsabili del 34,8% di tutti i decessi (31,7% nei maschi e 37,7% nelle femmine).
Indice
I sintomi di un problema cardiaco
Dispnea (più comunemente conosciuta come “sensazione di fiato corto”)
Quando un paziente lamenta la mancanza di fiato, è necessario riuscire a capire se tale sintomo dipenda da un problema cardiaco, respiratorio o neurologico, psicologico o metabolico (per esempio l’anemia o una malattia della tiroide). Il racconto del paziente, se accurato e dettagliato, può offrire buone indicazioni.
Generalmente le bandierine rosse, nei confronti delle quali è opportuno prestare la massima attenzione, sono rappresentate dall’insorgenza di tale sintomo durante sforzi fisici o quando l’individuo è in condizione di riposo in posizione sdraiata. Il caso tipico è quello del paziente che accusa mancanza di fiato dopo aver fatto un piano di scale, un percorso in salita o che ha necessità di dormire con due cuscini durante la notte per poter migliorare i propri atti respiratori (in questo caso parleremo di ortopnea). Se la dispnea si presenta dopo che è stato compiuto uno sforzo fisico non troppo intenso o quando ci si sdraia potrebbe essere collegata a una cardiopatia sottostante.
La sincope
La sincope è una condizione caratterizzata da una perdita subitanea di coscienza dovuta ad una riduzione del flusso di sangue al cervello. Tale condizione desta particolare spavento nell’osservatore ed è meritevole di attenzione quando non è preceduta da alcuna avvisaglia (totalmente diversa dalla “sensazione di mancamento” molto comune soprattutto nelle persone ansiose o che soffrono di pressione arteriosa bassa).
Anche nel caso della sincope, il racconto del paziente è determinante per riuscire a capire se la perdita di coscienza può essere dovuta a una delle patologie sopra citate, potenzialmente letali, o più banalmente a un calo di pressione, ad un attacco d’ansia o di panico.
Tra le cause cardiogene correlata all’insorgenza della sincope dobbiamo annoverare quadri dovuti ad una mancata contrazione del muscolo cardiaco (il quale determinerà una pausa di alcuni secondi tra un battito cardiaco ed il successivo), condizioni aritmiche che possono generare un battito accelerato e disordinato o, all’estremo opposto, un rallentamento importante del battito con conseguente bradicardia.
Tra le altre condizioni ricordiamo malattie delle valvole che connettono una camera cardiaca con un’altra (ad esempio, la stenosi aortica, che determina una riduzione dell’efflusso di sangue a partenza cardiaca verso altri organi ed apparati e, quindi, in primo luogo al cervello) o malattie strutturali come la cardiomiopatia ipertrofica.
Il cardiopalmo (le temute “palpitazioni”)
Tale condizione è variamente descritta da parte di molteplici persone come “tuffo al cuore” o “battito mancante”, identificativa delle extrasistoli, oppure può essere dovuta ad un aumento importante dei battiti cardiaci (“tachicardia”). Questi sintomi sono generalmente associati ad un disturbo aritmico di base che, talora, non ha alcun significato patologico, potendo essere dovuto a quadri benigni, mentre in altri casi può configurarsi come una spia di un disturbo cardiaco sottostante più grave e meritevole, quindi, di inquadramento specialistico.
Dolore al petto
Il dolore al petto è il classico e spaventoso segno di un attacco cardiaco, per cui è necessaria un’attivazione tempestiva del sistema di emergenza territoriale in modo da garantire una valutazione precoce da parte di personale medico addestrato.
I sintomi vengono spesso descritti come una sorta di peso o morsa sul petto con possibile irradiazione al braccio superiore sinistro; esistono condizioni atipiche in cui tale dolore può presentarsi con modalità atipiche, con algia a livello della regione dello stomaco od al braccio. Quando è di intensità crescente ed associato ad altri sintomi, quale improvviso pallore o sudorazione algida, richiede un immediato invio del paziente presso il pronto soccorso più vicino per escludere che l’eziologia alla base possa essere un infarto miocardico acuto che, purtroppo, costituisce ancor’oggi una causa crescente di mortalità seppur le numerose campagne effettuate negli ultimi anni atte a sensibilizzare sul tema.
Fino a prova contraria, un dolore al petto improvviso, soprattutto in soggetti di età adulta medio-avanzata, va interpretato come un dolore di pertinenza cardiaca e trattato in maniera tempo-dipendente.
Edema agli arti inferiori
La presenza di caviglie gonfie, soprattutto in maniera sistematica durante le ore serali, quando il soggetto è in posizione sdraiata, deve condurre l’individuo ad indagare una probabile condizione di insufficienza cardiaca sottostante. Tipicamente l’edema compare prima ai piedi ed alle caviglie, dove la pressione venosa è più elevata, ed è simmetrico. Nei casi meno gravi, esso compare durante il giorno ma viene riassorbito durante la notte ed è assente al mattino.
Come prevenire le malattie cardiovascolari
Fare prevenzione per le malattie cardiovascolari è fondamentale al fine di arginare tali patologie sul nascere. Per salvaguardare la salute del cuore è fondamentale descrivere in modo tempestivo i sintomi che si provano al proprio medico, di base o specialista, così che questi sia in grado di inquadrare in modo corretto il problema.
Le malattie cardiovascolari sono in gran parte prevenibili, in quanto riconoscono, accanto a fattori di rischio non modificabili (età, sesso e familiarità), anche fattori modificabili, legati a comportamenti e stili di vita (fumo, alcol, scorretta alimentazione, sedentarietà) spesso a loro volta causa di diabete, obesità, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa.
Un limitato consumo di sale (meno di 5 gr al giorno) associato a una dieta ricca di frutta e verdura, legumi, di alimenti a basso contenuto di grassi animali, come pesce, pollame, con scarsa quantità di carni rosse e insaccati, dolci e bevande zuccherine, contribuisce a ridurre la pressione arteriosa a mantenere livelli di colesterolemia ottimali.
Mantenere uno stile di vita sano e praticare una regolare attività fisica (fare sport e qualsiasi attività che richieda movimento, camminare a passo svelto per almeno 30 minuti al giorno, salire le scale, ballare), non fumare ed evitare/limitare il consumo di alcol contribuiscono a ridurre il rischio.
Fonti bibliografiche:
- Ministero della Salute, Malattie cardiovascolari