Iridociclite: cos’è, cause, sintomi, cura

L'iridociclite è un'infiammazione dell'iride e del corpo ciliare dell'occhio, che può causare dolore, arrossamento, fotofobia e visione offuscata, spesso associata a malattie autoimmuni, infezioni o traumi oculari

Foto di Chiara Sanna

Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

Pubblicato: 5 Giugno 2024 08:02

Con “iridociclite” (in inglese “iridocyclitis“) in medicina si intende l’infiammazione contemporanea dell’iride (cioè l’anello colorato che circonda la pupilla dell’occhio) e del corpo ciliare. L’iridociclite può avere varie cause (traumatiche, infettive, chimiche, autoimmunitarie…) e può associarsi ad infiammazioni della coroide: in questo caso si parla di panuveite. In alcuni casi una iridociclite rappresenta la complicanza di una irite: l’infiammazione in questo caso è inizialmente limitata all’iride ma, se non trattata, potrebbe espandersi anche al corpo ciliare per continuità.

coroide e corpo ciliare insieme formano la “tonaca vascolare dell’occhio“, anche chiamata uvea. Iride e del corpo ciliare sono rispettivamente la parte anteriore e intermedia dell’uvea. Le infiammazioni che riguardano l’uvea prendono complessivamente il nome di “uveiti“. L’iridociclite è quindi un tipo particolare di uveite. Ricordiamo inoltre che le uveiti si dividono in:

  • uveiti anteriori: sono le più diffuse e comprendono l’irite (infiammazione dell’iride) e l’iridociclite (infiammazione dell’iride e del corpo ciliare);
  • uveiti posteriori o “corioretiniti“: meno diffuse rispetto a quelle anteriori, sono caratterizzate da infiammazione di retina e coroide;
  • uveiti intermedie o “pars planiti”: comprendono la vitrite, cioè l’infiammazione delle cellule nella cavità vitrea dell’occhio;
  • panuveite o “iridocoroidite diffusa” o “uveite totale”: è la contemporanea presenza di infiammazione dell’uvea anteriore e posteriore, quindi con flogosi di tutti gli strati dell’uvea (iris, corpo ciliare e coroide).

Quali sono i diversi gradi di gravità

L’iridociclite può assumere tratti diversi di gravità a seconda che l’infiammazione coinvolga solo l’iride, la parte anteriore del corpo ciliare o entrambi. Si tratta di una delle infiammazioni più comuni dell’occhio. Può essere classificata in due modi: acuta, nel caso in cui l’episodio sia singolo, o cronica, nel caso perduri da più di tre mesi. Si tratta della forma più comune di uveite e tra le meno minacciose per la vista.

Tuttavia, nei casi più gravi, può portare a complicanze serie come cataratta, glaucoma ed edema maculare cistoide. Queste complicanze possono essere prevenute se l’iridociclite viene diagnosticata e trattata in tempo. Una diagnosi tempestiva è essenziale per identificare condizioni patologiche oculari e sistemiche specifiche.

Una iridociclite può essere di due tipi principali:

  • iridociclite monolaterale: l’infiammazione interessa un solo occhio;
  • iridociclite bilaterale: l’infiammazione interessa entrambi gli occhi.

Una iridociclite, in base a insorgenza/durata, può inoltre essere di due tipi:

  • iridociclite acuta: i sintomi si sviluppano improvvisamente, nel giro di ore o giorni, e in genere durano alcuni giorni;
  • iridociclite cronica: i sintomi si sviluppano gradualmente, nel giro di settimane o mesi, e durano più di sei settimane.

L’infiammazione può colpire ad ogni età: neonati, bambini, adolescenti, adulti e anziani. L’iridociclite è una condizione potenzialmente molto grave che, se non curata, può determinare glaucoma o cecità.

Cause dell’iridociclite

Il compito dell’iride è controllare e regolare la quantità di luce che entra nell’occhio attraverso la pupilla, ossia il cerchio scuro che si trova all’interno dell’occhio, agendo come il diaframma di una macchina fotografica. Proprio accanto all’iride c’è il corpo ciliare: si tratta di un anello di tessuto muscolare che circonda il cristallino dell’occhio. Il suo compito è aiutare a controllare la forma del cristallino e secernere l’umore acqueo, un fluido fondamentale per l’occhio perché fornisce il nutrimento necessario per funzionare. Le cause dell’uveite anteriore sono collegate talvolta a una specifica patologia (come nel caso delle malattie autoimmuni) altre volte non è possibile determinarle. In altre ancora, l’iridociclite avviene a causa di una lesione grave, come un colpo sull’occhio o una ferita profonda sullo stesso.

Qualsiasi condizione provochi danni o infiammazioni all’iride o al corpo ciliare può causare iridociclite. Tra questi troviamo:

  • lesioni e traumi
  • infezioni
  • patologie autoimmuni come l’artrite

Esistono poi alcuni casi, in cui non vengono trovate cause apparenti per l’iridociclite. In genere questa è causata da eventi traumatici, corpi estranei negli occhi, patologie autoimmuni. Per quanto riguarda le lesioni, queste possono essere causate da un trauma provocato un oggetto contundente, una ferita che penetra nell’occhio, o un’ustione causata da una sostanza chimica. Anche gli incendi possono causare l’iridociclite.

Per quanto riguarda le infezioni, queste possono essere di natura virale come l’herpes. Quello più comune e che affligge molte persone, è l’herpes labiale. Anche malattie infettive causate da batteri possono essere collegate all’iridociclite. Tra queste la toxoplasmosi, l’istoplasmosi, la tubercolosi e la sifilide.

In altri casi l’iridociclite si verifica per una predisposizione genetica. Le persone che sviluppano alcune malattie autoimmuni, possono sviluppare un disturbo acuto. Tra queste troviamo l’artrite, ma anche patologie come la sarcoidosi, che comportano la produzione di cellule infiammatorie in varie aree del corpo, inclusi gli occhi. In casi più rari l’iridociclite è causata da farmaci (alcuni dei quali usati per trattare le infezioni da Hiv): solitamente l’interruzione di questi farmaci interrompe i sintomi dell’iridociclite.

In genere l’evento che ha scatenato questa patologia viene individuato abbastanza facilmente dal paziente, soprattutto in caso di traumi e lesioni, ai quali l’iridociclite è strettamente correlato. Individuare l’evento scatenante è fondamentale per una diagnosi e una cura che vada subito a debellare questo disturbo ed evitare complicazioni che possano mettere a repentaglio la funzionalità dell’occhio.

Sintomi e complicazioni

L’iridociclite può verificarsi in uno o entrambi gli occhi. Solitamente si sviluppa all’improvviso a seguito di una delle cause sopra indicate e può durare anche fino a tre mesi (iridociclite cronica).

I sintomi e segni di una iridociclite (e più in generale una uveite) sono in genere:

  • lacrimazione abbondante;
  • arrossamento generale dell’occhio;
  • fastidio avvertito all’occhio;
  • miosi;
  • iperemia congiuntivale;
  • dolore anche intenso all’occhio;
  • dolore da esposizione alla luce intensa (fotofobia);
  • pupilla di dimensioni ridotte;
  • forma irregolare della pupilla;
  • comparsa di un essudato infiammatorio nella camera anteriore dell’occhio (ipopion);
  • arrossamento della sclera (parte bianca dell’occhio) con capillari rosso vivo e ben visibili;
  • sintomi e segni di cataratta o glaucoma.

Relativamente alla capacità visiva, una iridociclite di solito si associa ad offuscamento più o meno grave della vista relativamente all’occhio interessato e presenza di macchie galleggianti nel campo visivo (percezione di corpi mobili).

L’iridociclite che si sviluppa all’improvviso, nell’arco di pochi giorni o addirittura ore, è nota come iridociclite acuta. I sintomi che invece si sviluppano in maniera graduale o durano più di tre mesi, indicano una condizione cronica.

Diagnosi di iridociclite

La diagnosi si basa principalmente sull’anamnesi, sull’esame obiettivo, sull’esame dell’acuità visiva e sull’esame del fondo oculare con lampada a fessura (biomicroscopio) eseguiti durante una visita oftalmologica.

L’iride risulta congestionata, con pupilla in miosi e noduli sulla superficie, mentre il cristallino presenta sulla membrana anteriore dei pigmenti e dei depositi che determinano opacità. Si nota anche la comparsa di essudato infiammatorio nella camera anteriore dell’occhio (ipopion). Può manifestarsi un’irregolarità pupillare anche macroscopica, determinata dal formarsi di aderenze tra iride e cristallino (sinechie e atrofia).

Altri esami o test potrebbero essere usati nella diagnosi differenziale, ad esempio viene misurata la pressione intraoculare. Quando si misura la pressione oculare nella iridociclite monolaterale, spesso si trova ad essere elevata nell’occhio con iridociclite ed inferiore nell’occhio sano. Si usa anche l’esame del fondo oculare per escludere la presenza di uveite posteriore, che presenta macchie bianche attraverso la retina insieme a retinite e vasculite.

I test di laboratorio vengono generalmente utilizzati per diagnosticare specifiche patologie sottostanti, inclusi:

  • test reumatologici, ad esempio anticorpo antinucleare, fattore reumatoide;
  • test sierologici per malattie infettive come sifilide, toxoplasmosi e tubercolosi.

Complicazioni

Possibili complicanze di una iridociclite, specie se non trattata in modo efficace, sono:

  • cataratta: tipica di una iridociclite cronica non trattata;
  • pupilla di forma irregolare: il tessuto cicatriziale può modificare l’iride rendendo la pupilla non più tonda ma di forma irregolare;
  • glaucoma: l’iridociclite recidivante può causare aumento della pressione intraoculare, glaucoma e perdita della vista;
  • depositi di calcio sulla cornea: la cornea potrebbe alterarsi e ciò potrebbe ridurre la visione;
  • gonfiore della retina (edema maculare cistoide): cisti piene di liquido si sviluppano nella retina sul fondo dell’occhio (retina maculare), con possibile perdita della vista;
  • propagazione dell’infezione: se l’iridociclite è infettiva e non viene trattata, l’infezione può diffondersi ad altre parti dell’occhio (ad esempio causare una uveite posteriore), danneggiandole anche in modo irreversibile;
  • immunosoppressori come methotrexate, azathioprina, micofenolato mofetil (nelle forme non responsive alla terapia steroidea o nei pazienti che non possono intraprendere terapia steroidea locale e/o sistemica per allergie o effetti collaterali).

Terapia dell’iridociclite

Il trattamento dell’iridociclite è progettato per preservare la vista, alleviare il dolore e l’infiammazione. Nel caso sia causata da una patologia preesistente, è necessario trattare quella condizione affinché la cura abbia successo. L’iridociclite viene trattata con dei farmaci spesso in forma di collirio:

  • cortisonici in collirio spesso a base di prednisone acetato
  • midriatici che, dilatando la pupilla, mirano a ridurre il dolore, mettendo a riposo il muscolo ciliare

Nel caso i sintomi non si risolvano e l’iridociclite continui a peggiorare, il medico potrebbe decidere di cambiare trattamento e passare a forme di cura diverse. Una di queste è l’uso di farmaci per via orale, che cambiano a seconda delle condizioni generali e della gravità della patologia riscontrata nel paziente. Fortunatamente la maggior parte dei casi in pochi giorni dopo terapia prevalentemente locale. Molto importante è cominciare il trattamento il prima possibile per evitare danni alla vista. Per questo è fondamentale che la diagnosi sia tempestiva e che non appena si manifestino i sintomi il soggetto vada immediatamente dal medico oculista per cominciare la cura.

Prevenzione

A volte è possibile adottare dei comportamenti per prevenire una particolare patologia, in altri si può cercare di stare attenti e mantenerla sotto controllo, oppure recarsi dal medico non appena cominciano a comparire i sintomi. Nel caso dell’iridociclite, la possibilità di svilupparla aumenta in diverse occasioni. Queste si verificano nel caso si abbia una specifica alterazione genetica: è bene fare dei controlli periodici qualora vi sia familiarità per patologie autoimmuni. Ciò che si può fare è prestare attenzione all’eventuale comparsa dei sintomi e andare subito dal medico curante per evitare che la situazione degeneri e si possano avere danni alla vista.

Anche il fumo aumenta il rischio di iridociclite, pertanto uno stile di vita più sano aiuta a ridurre la possibilità di incorrere in questa patologia. Nel caso invece di lesioni o traumi, oltre a stare attenti nei comportamenti, è bene recarsi subito dal medico. Se trattata subito e non trascurata, l’iridociclite può guarire in pochi giorni.

Qualora la causa sia una patologia autoimmune la possibilità di recidiva è maggiore e abbastanza frequente.

Fonti bibliografiche:

  • Medicina Online, Irite: cause, trasmissione, sintomi, diagnosi, complicazioni e terapie
  • Medicina Online, Iridociclite: cause, trasmissione, sintomi, diagnosi, complicazioni e terapie