Grazie ai notevoli progressi della medicina degli ultimi decenni, oggi gli interventi chirurgici possono essere svolti riducendo al minimo il trauma e la grandezza dell’incisione. Ciò è possibile grazie alla moderna chirurgia mininvasiva, che permette di raggiungere la parte del corpo da operare tramite tagli o fori di ridottissime dimensioni.
Una ulteriore evoluzione di questo approccio è la chirurgia mininvasiva robotica, che prevede l’uso in sala operatoria di robot altamente specializzati manovrati dal chirurgo. Questo approccio viene applicato regolarmente in alcune strutture del Gruppo Giomi, società leader della sanità privata con diverse strutture in Italia e in Europa convenzionate con il sistema sanitario nazionale.
Nello specifico, si tratta dell’ICOT – Istituto “Marco Pasquali” di Latina e di Villa Betania a Roma. Qui i medici chirurghi hanno a disposizione l’innovativo sistema robotico Da Vinci, che viene usato in ambito urologico.
Cos’è la Chirurgia mininvasiva?
La chirurgia mininvasiva include diverse modalità di intervento. Una delle più comuni è la laparoscopia, in cui un piccolo tubo flessibile viene inserito nell’addome tramite un foro per avere una visione degli organi interni o per intervenire su di essi.
Le piccole incisioni possono altrimenti essere usate come accessi per le braccia di un robot chirurgico. Il medico visualizza su uno schermo in 3D ciò che le sonde incontrano nel corpo e può manovrarle avvalendosi di un punto di vista estremamente ravvicinato.
Questo approccio è molto vantaggioso. Riduce al minimo le successive cicatrici, dato che per operare bastano tagli di un centimetro; previene il rischio di perdite ematiche e garantisce al paziente una riabilitazione rapida. Inoltre, si elimina completamente il fisiologico tremore della mano dei chirurghi (che, per quanto minimo, non può essere escluso del tutto) e garantisce un livello di precisione massimo.
Le applicazioni in ambito urologico
Le tecniche mininvasive e robotiche possono essere applicate in qualunque ambito chirurgico, ma è soprattutto in quello urologico che si rivelano preziose. In genere in questo settore vengono impiegate per operare i tumori alla prostata, ma non solo. In interventi di questo tipo c’è la possibilità di danneggiare i nervi, con conseguenti problemi, per il paziente, nella funzionalità erettile e urinaria.
Questo rischio è ridotto al minimo grazie all’elevato grado di accuratezza consentito dai robot chirurgici: i fasci nervosi vengono risparmiati e il paziente conserva da subito la continenza urinaria e può recuperare la funzionalità sessuale all’85% circa.
Dove è possibile effettuare un intervento chirurgico mininvasivo?
Il sistema robotico Da Vinci, una delle strumentazioni più all’avanguardia del settore, è usato con successo nella chirurgia urologica mininvasiva in due strutture del Gruppo Giomi. La prima è la Casa di Cura Villa Betania, a Roma, un vero polo di eccellenza per l’urologia. L’avanzatissimo robot viene impiegato sia per le biopsie e le diagnosi, sia per le operazioni vere e proprie, ma sempre da un team di specialisti esperti e altamente specializzati.
Lo stesso avviene l’ICOT di Latina, un’altra struttura del Gruppo Giomi. Già punto di riferimento per la chirurgia ortopedica, la presenza dell’innovativo robot rende l’ospedale all’avanguardia anche nel trattamento delle patologie urologiche.
Come funziona la fase post-operatoria
Il percorso di riabilitazione del paziente dopo un’operazione di chirurgia robotica mininvasiva è analogo a quella dell’approccio tradizionale, se non per il fatto che avviene con tempi di ospedalizzazione ridotti, a volte dimezzati.
Le piccole incisioni chirurgiche impiegano poco tempo a guarire e comportano meno dolore. Questo consente al soggetto operato di tornare presto a casa e di ricominciare a svolgere le attività quotidiane.
Per maggiori informazioni sugli interventi di chirurgia mininvasiva in ambito urologico, è possibile visitare il sito ufficiale del Gruppo Giomi.