Esistono parametri del sangue che più facilmente possono modificarsi in base alle abitudini, primo tra tutti il tasso del glucosio nel sangue cioè la glicemia che può risentire anche di variazioni nell’alimentazione tanto che per il diabete occorre sempre misurare l’emoglobina glicata, capace di offrire un valore più attendibile dell’evoluzione del quadro nelle settimane, non va dimenticato che in certi periodi dell’anno alcuni valori possono mutare. Ecco i test che più risentono del mutare delle stagioni.
Occhio alle infezioni
I globuli bianchi o leucociti possono essere considerati le “unità mobili” dell’apparato difensivo dell’organismo. Mentre i granulociti sono prodotti nel midollo osseo, i linfociti ed i monociti provengono dai linfonodi.
Tutte le cellule, tuttavia, sono poi ritrovabili nel sangue, che le trasporta nelle zone in cui è necessario il loro intervento. In ogni millimetro cubo di sangue di trovano circa 6-7000 globuli bianchi di cinque tipi: i neutrofili (circa 60 per cento del totale) primi responsabili della difesa che attaccano i batteri, i linfociti (25-30 per cento del totale) che reagiscono contro i diversi tipi di microorganismi, gli eosinofili (2-3 per cento) responsabili della difesa contro le reazioni allergiche e nei confronti di parassiti come ad esempio il verme solitario, i basofili (meno dell’1 per cento) che mettono in moto il rilascio di sostanze che mediano l’infiammazione e infine i monociti, grandi cellule che si gonfiano fino a diventare macrofagi in grado di “inglobare” piccole colonie batteriche.
Ognuna di queste cellule, quindi ha una sua specialità. Ma non sempre ci ricordiamo che anche le variazioni climatiche potrebbero avere un impatto, seppur minimo, sul loro numero. Gli studi di cronobiologia dicono ad esempio che quando la pressione atmosferica cala e le nuvole si gonfiano di pioggia anche in globuli bianchi possono calare, sia pure in modo impercettibile. Quindi in autunno, in questo senso, qualcuno è più “fragile”.
Come se non bastasse, nella stagione fredda può scendere la disponibilità di vitamina C. Pur se i contenuti di questa vitamina sono estremamente variabili, anche perché non si può accumulare nell’organismo, in genere i valori salgono in estate e scendono in inverno, anche per il tipo di dieta ricca di frutta e verdura che si segue nelle belle giornate.
Ossa e muscoli
Nel corso dell’anno, secondo gli studi di cronobiologia, anche i risultati di altri esami del sangue possono mutare, seppur di poco. Capita ad esempio con i valori di calcio e fosforo, sali minerali fondamentali per la salute delle ossa.
Il calcio è fondamentale anche per l’attività delle cellule muscolari, comprese quelle del cuore. I tassi massimi si hanno in estate, mentre i livelli tendono a scendere in inverno.
Per quanto riguarda il magnesio, fondamentale in molte reazioni che favoriscono la produzione di energia da parte dell’organismo oltre ad essere particolarmente utile per la contrazione dei muscoli e per l’attività delle cellule, alcuni studi dicono che scende in primavera e cresce alla fine dell’autunno.
Proprio la carenza di magnesio, peraltro, viene chiamata in causa per spiegare alcune forme di “stanchezza” di primavera, con quella debolezza che rende soprattutto le donne meno pronte a rispondere agli stimoli e a sostenere gli sforzi fisici e psicologici.