Stiamo idealizzando il partner? Come capirlo e cosa rischiamo

All'inizio di una storia il nostro partner ci appare perfetto, senza difetti. Ma questa visione è irreale e ostacola la relazione, invece di favorirla. Ecco come superare l’idealizzazione di chi ci sta accanto e vivere felici

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Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Laureata in Lettere, è stata la caporedattrice di una famosa rivista per ragazze e ha lavorato nella produzione musicale. Scrive per diverse testate e per DiLei si occupa di test sulla personalità, della rubrica #segretidelcuore e scrive articoli per la sezione DiLei GirlZ.

Siamo super innamorate di un “Lui” con la elle maiuscola, bello, forte, sensibile, intelligente, gentile, coraggioso, divertente, eccitante. È talmente perfetto che ne siamo addirittura intimidite.  È proprio il partner “ideale”!

Cosa succede

Un momento. Non che quella persona non sia l’essere formidabile che descriviamo, ma nessuno è senza difetti. Per il semplice motivo che siamo umani, veniamo da realtà diverse, da situazioni differenti, da atteggiamenti acquisiti o sviluppati che ci rendono persone complesse e fortunatamente imperfette. Però non è facile essere totalmente obiettive in ogni momento della vita, specialmente nei primi tempi dell’innamoramento. Ecco perchè.

La biologia dell’amore

Madre Natura, che cura i suoi interessi con astuzia, ha fatto in modo che l’innamoramento sia il trick giusto per legare “biologicamente” due persone. Così, nei primi tempi di una storia, nel nostro organismo avviene il rilascio di dopamina e feniletilamina, sostanze chimiche che creano una sorta di “euforia” (e di dipendenza) che può farci vedere il partner come una specie di supereroe angelicato. Quando ci piace qualcuno le aree più razionali del nostro cervello si “spengono”, il che annebbia un po’ la nostra capacità critica e ci induce a fissarci solo sugli aspetti positivi della relazione.

D’altronde, chi siamo noi per opporci alle Leggi della Natura? Se non possiamo controllarle, però, possiamo gestirle con l’attenzione a come siamo vivendo la relazione. Perché se continuiamo a idealizzare il tipo per cui abbiamo una crush, le conseguenze saranno negative (per noi, ovviamente, non per lui che se la gode con una tipa che lo adora nemmeno fosse una star della trap).

I meccanismi che scattano

Quando idealizziamo la persona amata è come se la mettessimo su un piedistallo, attribuendole qualità perfette e nascondendone i difetti. È ok agli inizi, ma poi anche no. Perché il senso profondo di questo meccanismo nasconde diversi risvolti negativi.

  • Idealizzare l’altro può soddisfare il nostro bisogno di trovare la persona perfetta, quella che colmerà le nostre aspettative ma anche le nostre mancanze.
  • Se abbiamo una bassa autostima, ci sminuiamo e vediamo solo il peggio di noi, mentre esageriamo le caratteristiche positive degli altri, prima di tutto dell’oggetto del nostro amore.
  • L’idealizzazione può essere una sorta di difesa per evitare di affrontare la nostra vulnerabilità circa le relazioni. Paradossalmente, ci permette di mantenere una certa distanza emotiva dall’altra persona così da non esporci né affrontare il confronto con ciò che è veramente.

Cosa rischiamo

Idealizzare un partner equivale a non riconoscerne i difetti o a minimizzarli, perdendo di vista la sua realtà oggettiva.

  • Quando passa il periodo dell’infatuazione iniziale (e passa, possiamo starne certe) riusciamo a vedere chi abbiamo accanto per quello che è veramente, rischiando una delusione che può anche portare alla rottura della relazione.
  • Ci eravamo convinte che il nostro partner fosse un supereroe e ci rendiamo conto che è un semplice essere umano, con tutti i difetti e i pasticci tipici della nostra razza. Potremmo sentirci irritate, tristi, arrabbiate con noi stesse per aver frainteso l’evidenza dei fatti – e questo sarebbe un duro colpo per la nostra autostima.
  • La delusione provata potrebbe portarci a pensare di aver chiuso con l’amore, per paura di illuderci di nuovo e di esporci ad altre sofferenze. Ma che vita sarebbe senza la possibilità di amare ancora, di credere ancora in qualcuno, di respirare ancora l’aria eccitante e malandrina di una nuova storia che nasce? Faremmo prima a rinchiuderci in un convento di clausura!
  • L’idealizzazione dell’altro può provocare dipendenza emotiva, soggezione, senso di inferiorità e eterno obbligo di riconoscenza a quel semi-dio che si è degnato di accettarci alla sua corte. Così perdiamo di vista la nostra identità e i nostri bisogni, finendo per annullarci nella relazione. E non ci fa bene, al di là di quanto siamo innamorate.

Cosa fare

Se stiamo mettendo il partner su una nuvoletta dorata di sicuro non ce ne accorgiamo. Però abbiamo due risorse importanti che ci aiutano.

  • Diamo ascolto ai familiari e agli amici che magari ci lanciano degli indizi commentando la nostra relazione. Non lo fanno per offenderci, ma per avvisarci.
  • Diamo ascolto anche ai nostri dubbi e ai malesseri: basta poco, una reazione spiacevole a una sua battuta, un fastidio dopo un suo discorso poco chiaro, una sensazione sgradevole in seguito a un suo atteggiamento poco rispettoso. Possono essere segnali d’allarme non necessariamente sull’indole negativa o non adatta a noi del partner, ma sul travisamento che stiamo facendo della sua personalità.

Smettiamo di idealizzarlo (e iniziamo ad amarlo)

Il partner ci appare super perché – ad esempio – nel lavoro è geniale, folgorante, stimatissimo? Buon per lui, ma quella è solo una parte della sua vita. Cerchiamo di considerarlo nel suo insieme, nei momenti di relax, quando appare sguarnito, indifeso, inappropriato, un po’ ingenuo, pasticcione, poco spiritoso. In una parola, normale. Non significa amarlo di meno, ma di più, perché se riconosciamo anche il suo “lato No” lo stiamo accettando davvero.

È una grande prova d’amore, a patto che anche il partner a sua volta ci accolga integralmente, pregi e difetti inclusi.

Accettiamo i difetti, ma attivamente

L’accettazione dei difetti dell’altro è necessaria alla coppia, ma non dev’essere mai passiva. Per vivere bene in due dobbiamo costantemente preservare un equilibrato gioco di dare e avere.

  • Manteniamo l’ammirazione per il partner ma ammettiamo che non sia super su tutta la linea, come noi del resto.
  • Non rinunciamo mai al dialogo, il confronto, il coraggio di mettersi in discussione e la voglia di costruire insieme il proprio percorso.

Non temiamo di farci aiutare

Se l’idealizzazione dei primi tempi ci è rimasta incollata addosso, abbiamo una considerazione irreale del partner, che ci rende possibili bersagli di abbagli, inganni e incomprensioni. Tutto ciò equivale a veleno per noi e per la nostra relazione. Parliamone con qualcuno di cui ci fidiamo ma anche, se è il caso, con una psicoterapeuta che può aiutarci a ritrovare equilibrio, obiettività e giusta tutela di noi stesse.

Idealizzare l’altro non capita a tutte: alcune continuano ad essere obiettive anche se sono innamoratissime, altre sono ottenebrate dalla “sbornia” dell’infatuazione. Ma poi si torna sulla Terra e, se si tratta di vero amore, ci si accetta e ci si rispetta a vicenda per quello che si è.