Sei pessimista? Allora forse soffri della Sindrome di Cassandra

Gli esperti la chiamano sindrome di Cassandra e spinge chi ne soffre a formulare profezie catastrofiche per se stesso e per gli altri

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Fare di più, fare meglio. Non un semplice invito a migliorarsi, e a superare i nostri limiti, ma un vero e proprio monito della società moderna. Perché ormai lo abbiamo imparato che chi si ferma, rischia di perdere quel posto guadagnato con tanta fatica.

E se c’è chi ormai ha smesso di ascoltare i propri desideri, per assecondare le aspettative degli altri, c’è anche chi quei sogni li ha distrutti, ancora prima di coltivarli “Perché realizzarli è impossibile” e “Perché in ogni caso, e per qualche strana e inspiegabile ragione, andrà male”.

Pessimismo cronico? Più o meno. Gli esperti la chiamano sindrome di Cassandra, ed è una patologia che spinge chi ne soffre a formulare profezie catastrofiche per se stesso e per gli altri.

C’era una volta Cassandra

I miti del passato a volte ritornano. Lo fanno in tante forme, le stesse nelle quali ci identifichiamo per i più svariati motivi. Tra questi troviamo anche quello che ruota intorno a Cassandra, una figura della mitologia greca ricordata e decantata da diversi autori tra cui anche Omero e Virgilio.

Gemella di Eleno, e figlia del re di Troia Priamo e di Ecuba, la sacerdotessa del tempio di Apollo è ricordata per la sua capacità di prevedere il futuro. La leggenda narra che Cassandra fu portatrice di profezie terribili, di sventure che si abbatterono sull’intero popolo. Motivo per il quale la profetessa fu tanto temuta quanto malvista.

Indipendentemente da ciò in cui scegliamo di credere, ci sono alcune persone che – proprio come Cassandra – prevedono il futuro. A volte lo fanno per diletto o per professione, altre volte lo fanno soltanto basandosi sulle loro sensazioni, siano esse positive che negative.

Ma c’è anche chi, invece, è convinto che indipendentemente da ciò che farà o che accadrà, si abbatterà su di lui e sugli altri un destino nefasto. Per gli esperti è tutta colpa della sindrome di Cassandra, una patologia che porta le persone ad avere una visione catastrofica e pessimistica del futuro.

La sindrome di Cassandra: cause e conseguenze

Correva l’anno 1949 quando, per la prima volta, il filosofo francese Gastón Bachelard parlava di sindrome di Cassandra. Un termine, questo, coniato per descrivere tutte le persone che tendono a fare previsioni negative sul futuro, per se stessi e per gli altri.

Proprio come la sacerdotessa della mitologia greca, questi individui non sarebbero creduti dagli altri perché considerati estremamente pessimisti. Motivo per il quale non solo sono esclusi dai gruppi sociali, ma si sentono anche poco considerati e svalutati da questi.

Gli esperti, infatti, sono concordi all’unanimità sul fatto che, queste persone, spesso si sentano sole e isolate. Motivo per il quale sviluppano una scarsa autostima sia nei propri confronti che della vita in generale. Ma quali sono i fattori scatenanti di questa sindrome?

‍”Le carenze affettive subite durante la prima e seconda infanzia costruiscono un’identità che si basa sulla ricerca dell’approvazione altrui, sulla mancanza di autostima e sulla tendenza a farsi carico di ogni responsabilità, ciò provoca nel soggetto una costante svalutazione” – si legge su Unobravo – “Nelle persone che soffrono dell’effetto Cassandra, la paura diventa una costante: la si prova in ogni circostanza e si finisce per essere costantemente frustrati”.

Secondo la psicoanalista Laurie Layton Schapira le conseguenze sono tante e diverse, e non solo si riflettono sul proprio benessere personale, ma anche sulle relazioni che si costruiscono che si basano sul distacco emotivo e sullo squilibrio.

Si può guarire dalla sindrome di Cassandra? Gli esperti confermano di sì, ma è necessario intraprendere un percorso di crescita personale che aiuti, prima di tutto, a individuare le cause di questo schema disfunzionale e a guardare il mondo e le cose che accadono da un’altra prospettiva, sicuramente migliore.