È vero che il gatto odia l’acqua?

Il gatto odia l'acqua, o almeno succede nella maggior parte dei casi. Ecco perché succede e cosa si può fare per aiutarlo

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Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videoreporter

Giornalista pubblicista, videoreporter, copywriter e content editor. Si occupa di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società.

Pubblicato: 10 Agosto 2024 17:47

Dipende. Statisticamente si può dire che il gatto odia l’acqua. Come per tutte le regole, però, ci sono le eccezioni a confermarle. Il fatto che la maggior parte dei felini non si sentano a proprio agio con questo elemento non è casuale. Esistono diversi fattori che influiscono su questa tendenza, in maniera più o meno importante in base all’esemplare che ci si trova davanti.

Per cominciare ad avere un’idea sulle ragioni, partiamo dall’assunto che si tratta di una questione di evoluzione della specie. Gli antenati di questi animali, infatti, vivevano in zone aride e secche e non dovevano fare i conti, per esempio, con l’attraversamento di un fiume. Anche se ai gatti, estremamente attenti all’igiene, piace bere acqua fresca e pulita, è più raro sorprenderli a nuotare in un lago o al mare.

Perché il gatto odia l’acqua

  • Il mantello bagnato pesa e disturba i movimenti;
  • Il gatto in acqua perde il controllo;
  • L’acqua fa uno strano odore;
  • I baffi bagnati funzionano male;
  • Ai gatti non piace fare il bagno.

È facile da immaginare che, soprattutto per le razze a pelo lungo, nuotare agilmente può rappresentare un problema. Basti pensare a un uomo che si tuffa vestito in piscina. Il peso dei vestiti zuppi e il fatto che si attacchino alla pelle non facilitano di certo i movimenti.

Il gatto, soprattutto se non viene abituato sin da cucciolo, odia l’acqua perché non può averne il completo controllo. I felini, infatti, sono animali estremamente abitudinari e le novità sono destabilizzanti per loro. Se poi a questo si aggiungono onde e correnti a complicare le cose, ecco che si è costretti a uscire dalla propria comfort zone e a fare i conti con troppe variabili impazzite.

L’olfatto è uno dei sensi più sviluppati dei felini. Lo usano anche per conoscere gli estranei e studiare l’ambiente circostante. Il gatto annusa per capire chi ha di fronte e quali sono le sue intenzioni, per socializzare. Nell’acqua della piscina ci sono agenti chimici come il cloro che disturbano il naso altamente sensibile dell’animale. E anche nei laghi o in mare ci possono essere elementi che destabilizzano quello che rappresenta uno strumento importante.

Altrettanto importanti, soprattutto per l’orientamento, sono le vibrisse. I baffi sono come delle antenne che i gatti hanno sul muso e sopra gli occhi. Quando si bagnano, ovviamente, subiscono una modificazione che non permette di funzionare come al solito.

Tutti questi fattori possono confondere il gatto che renderlo non particolarmente amante del bagno. Se poi a questi si aggiungono detergenti e incursioni da parte del toelettatore che disturbano non poco, ecco perché questo animale preferisce pensare alla propria igiene da solo.

gatto sul bordo della piscina

Le razze dei gatti che amano l’acqua

Una volta capita la regola, ecco che ci sono le eccezioni. Razze di gatti particolarmente avventurose che non giudicano così insormontabili tutti i fastidi appena descritti. La frescura dell’immersione in acqua, il divertimento e l’attività fisica valgono la pena. I felini che amano l’acqua sono:

  • Il Maine Coon è conosciuto anche come gatto da navigazione perché serviva a tenere lontani i topi dalle imbarcazioni e ha un pelo più resistente all’acqua perché proviene dalle aree fredde del nord-est degli Stati Uniti;
  • L’Abissino, che proviene dalle coste indiane, ama saltare nelle pozzanghere e giocare con l’acqua;
  • Il Turkish Van, originario del Lago di Van, in Turchia, è soprannominato gatto nuotatore perché ha un pelo impermeabile che rende i movimenti in acqua più agili.

Fermo restando, poi, che ogni esemplare ha le proprie caratteristiche e molto fanno le abitudini assunte sin da cuccioli, ci sono degli elementi dell’acqua che piacciono a quasi tutti i felini. Infatti, a quella stagnante e calda delle ciotole, preferiscono quella che scorre o gocciola dal rubinetto. È più fresca, pulita e permette loro di non bagnare le vibrisse. Inoltre il suono rappresenta un rumore bianco e, in quanto tale, rilassante.

Per facilitare un buon rapporto con l’acqua, ci sono delle attenzioni che i proprietari dei gatti possono avere sin dalle prime settimane di vita. Questo è il periodo in cui gli animali imparano a interagire con il mondo circostante e quello che catalogano come normale in questa fase è difficile che rappresenti un trauma in futuro.

Se il gatto ha sempre a propria disposizione acqua fresca e pulita, meglio se in una ciotola di acciaio o di porcellana per mantenere costante la temperatura, eviterà la disidratazione. La fontanella permette di avere acqua corrente senza gli sprechi inevitabili se si lasciasse il rubinetto del bagno sempre aperto. Inoltre si possono aggiungere dei cubetti di ghiaccio per rinfrescarla.

Questi sono tutti accorgimenti che permettono al gatto di dissetarsi più piacevolmente, ma se lo si abitua al guinzaglio e al mare sin da piccolo, si potrebbero organizzare delle vacanze con il gatto davvero divertenti e ideali sia per gli animali che per gli umani.

Come fare il bagno al gatto senza traumi

Ribadendo che alla propria pulizia il gatto è in grado di pensare autonomamente, ci sono dei casi in cui un bagnetto può essere necessario. Basti pensare a un gatto anziano che non può più pensare da solo all’igiene personale o a un esemplare che è stato a scorrazzare in giardino tutto il giorno. Ecco che serve l’intervento del proprietario, meglio se senza provocare traumi indelebili:

  • È consigliato aspettare un momento della giornata in cui il gatto è rilassato;
  • Spazzolare il mantello prima del bagno toglie il pelo in eccesso e permette di gestire la pulizia in maniera più semplice;
  • Meglio non immergerlo completamente, è opportuno lasciare la testa fuori e abituarlo all’acqua gradualmente;
  • È importante usare detergenti pensati ad hoc per i gatti, che siano delicati sulla cute e che non brucino gli occhi in caso di contatto accidentale;
  • Mettere un asciugamano sul fondo della vasca rende più stabile la superficie su cui il gatto dovrà mantenere l’equilibrio;
  • L’acqua non deve essere né troppo calda né troppo fredda;
  • Il risciacquo deve essere delicato e con poca acqua alla volta;
  • L’asciugatura deve avvenire con un panno asciutto e morbido, tamponando il pelo senza sfregare: l’asciugacapelli non è consigliato, sia per questioni di temperatura del getto d’aria che di rumore.
  • A fine bagno va premiato per la pazienza con un gioco o uno snack a mo’ di rinforzo positivo.

Se il gatto non ha un carattere semplice, chiedere l’aiuto di qualcuno o affidarsi a un professionista potrebbe essere la soluzione migliore per evitare nervosismo inutile a sé e al proprio animale domestico. Infine, se il gatto odia l’acqua, è importante rispettare la sua indole e le sue preferenze. Non va in alcun modo forzato a fare qualcosa che non ama. E per capire al meglio le sue necessità, è importante saper leggere correttamente il suo linguaggio del corpo e sfatare i falsi miti sui gatti.