Domande e risposte ad alcune importanti curiosità sui cani

Si hanno tante domande e tante curiosità sui cani basate su certe idee; le risposte sono spesso diverse da quello che si anticipa

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Lauretana Satta

Pet Specialist

Blogger appassionata di animali, ha creato un sito, Dogdeliver, nato per raccontare l’esperienza con il suo cane Oban e più in generale la relazione unica e straordinaria degli umani con i loro cani. Per DiLei scrive nella sezione Pets.

Pubblicato: 20 Giugno 2022 06:09

Viene l’idea di prendere il cane, spinti magari dagli amici che ce l’hanno, oppure da quelli che si vedono per strada o perchè si è stati colpiti da un annuncio strappacuore e vengono tante domande. Di seguito alcune risposte che possono essere utili.

Qual è il cane meno impegnativo?

La domanda qual è il cane meno impegnativo ha una risposta sola: non esiste un cane meno impegnativo, tutti i cani sono impegnativi. Tutti i cani hanno importanti esigenze fisiche, mentali ed emotive – alcune dovute all’essere cani, altre alla predisposizione genetica, altre all’essere quello individuo cane – che devono essere rispettate e soddisfatte e la responsabilità di dare al cane ciò di cui ha bisogno è dei proprietari.

Nei confronti del cane non esiste il concetto ‘Non mi posso mica sacrificare (per il cane)‘, esiste solo doversi impegnare per il cane, come, quanto e quando serve al cane. Posto che tutti i cani sono impegnativi, ogni proprietario ha il suo carattere e i suoi gusti e ogni cane è impegnativo a suo modo, per la sua individualità, e il suo specifico modo di essere impegnativo si rivela solo conoscendolo e vivendo con lui/lei.

Quale cane soffre meno la solitudine?

Chi chiede quale cane soffre meno la solitudine pensa di prendere il cane e lascialo a casa da solo per ore e ore, tutti i giorni, tutte le settimane. Anche no. Per i cani la solitudine è innaturale e hanno senso del tempo per cui si rendono se sono stati soli tanto o poco, e nessuno dovrebbe prendere il cane se ha uno stile di vita per cui la creatura dovrà rimanere da sola tutto il giorno.

Detto questo, saper stare da soli è una competenza che i cani devono avere – è necessario che sappiano gestire serenamente la separazione temporanea (e limitata) dai loro umani; la vita è imprevedibile e ci si può trovare a doversi separare dal cane anche non volendo; non solo, ci sono anche situazioni semplicemente di vita sociale – come una cena fuori, un cinema o un concerto – in cui il cane non si può portare e ci si deve poter andare forti della serenità che la creatura affronta bene quelle ore di distacco. Invece di chiedersi quale cane soffre meno la solitudine la domanda giusta da farsi è come si gestiscono al meglio le poche ore in cui il cane rimane da solo a casa.

Come gestire un cane se si lavora?

La risposta a caldo alla domanda come gestire un cane se si lavora è non si prende il cane. Chi lavora a tempo pieno non ha il tempo e alla fine nemmeno le energie da dedicare al cane e se lo prendesse condannerebbe la creatura ad una vita di solitudine e frustrazione. Questo come principio generale.

Detto questo, posto che il cane deve essere seguito dai suoi proprietari e deve essere considerato a tutti gli effetti un membro della famiglia (che senso ha prendere il cane per affidarlo sempre al dogsitter perché non si ha tempo o intenzione di portarlo fuori come e quanto ha bisogno? O lasciarlo all’asilo perché non si è mai a casa? e/o lasciarlo in pensione anche per settimane di seguito quando si va in vacanza?), se la struttura familiare lo consente e le intenzioni ci sono, è possibile prendere il cane pur lavorando. L’importante è che tutti i membri della famiglia siano presenti nella vita del cane e siano coinvolti nella sua gestione, nei modi e nei tempi che servono al cane e non come fa comodo agli umani.

Si possono garantire al cane uscite adeguate alle sue esigenze sia nei tempi sia nei modi? Si può garantire al cane che non rimane regolarmente da solo? Si porta il cane in vacanza? Ci si occupa dal cane come ha bisogno quando non sta bene? Se la risposta è sì, si può prendere il cane anche se si lavora; se la risposta è no, che si prenda un peluche.

Qual è la razza di cane più tranquilla?

Pensiamo agli umani. Tendenzialmente, è tranquilla una persona consapevole di se e delle sue capacità, che si sente apprezzata dalle persone a cui è più vicina e che è soddisfatta della sua vita. Per i cani il discorso è molto simile: perché il cane sia tranquillo sono necessarie alcune condizioni. Le più importanti tra queste sono: proprietari che svolgono correttamente il loro ruolo di genitori, una vita adeguata, in cui le sue esigenze, fisiche, mentali ed emotive sono soddisfatte, sentirsi apprezzato e amato dai suoi umani. Non è una questione di razza, è una questione di proprietari e di stile di vita. Per un proprietario attivo ed energico, un cane attivo ed energico non è agitato, è un giusto compagno di avventure; per un umano pigro o disinteressato, lo stesso cane è una scheggia impazzita e un problema.

A questi fattori si affiancano (come negli umani), il carattere e la personalità per cui ci può essere il cane che pur avendo vita e relazioni più che adeguate ha difficoltà a calmarsi.

Quali cani sono buoni?

La definizione umana di buono e cattivo non si applica i cani e l’idea che esistano categorie di cani ‘buoni’ e categorie di cani ‘cattivi’ è fallata. I cani sono animali sociali con un codice di comportamento, canino, molto rigoroso le cui regole sono diverse da quelle umane. Giudicare un cane buono perché corre incontro a tutti i cani o cattivo perché ringhia – quindi buono e cattivo secondo criteri umani – è come dire che un umano è cattivo perché quando ne incontra un altro gli stringe la mano (invece di odorargli il didietro) o è buono perché si mette sulla schiena per farsi fare i grattini sulla pancia. E’ scorretto.

Posto che esistono cani caninamente criminali, la questione quindi è giudicare i cani in base a criteri umani ma educare i cani perché, nel rispetto della loro natura e disposizione, possano vivere serenamente nel mondo umano in cui sono inseriti e, di eguale importanza, inserire i cani in un contesto compatibile con la loro natura e la loro predisposizione, motivo per cui scegliere il cane giusto è così importante, e gestire correttamente i cani.

Un caso è emblematico: un cane da guardia, portato a vivere in un appartamento con un via vai continuo di persone è un problema – è molto probabile che non le faccia entrare, che controlli chiunque entri, che sia stressatissimo, etc.; lo stesso cane che vive in una casa isolata in campagna e svolge il suo lavoro di guardiano per i suoi umani è un asset e per se stesso ha una situazione compatibile con la sua natura e la sua predisposizione.

Quali sono i cani che costano poco?

Da chi proclama che con i cani basta l’amore, e quindi ne nega l’utilità, a chi li considera oggetti senza valore, e quindi ne nega la necessità, la questione del costo dei cani non ha l’attenzione che le è dovuta. Eppure è importantissima. La domanda sul costo dei cani ha la stessa risposta di quella sull’impegno: come sono molto impegnativi, così i cani sono costosi e, a differenza di quello che si può pensare, il vero costo del cane non è quello di acquisto ma di mantenimento.

Il costo di acquisto è giusto che sia alto – allevare un cane come si deve costa e gli allevatori non fanno quel lavoro per beneficenza (posto che pagare tanto non è comunque garanzia di qualità); e comprare a basso costo ‘perché non ha il pedigree’, ‘perché doveva toglierlo alla madre‘ e le decine di storie che si sentono, è garanzia di problemi. Il punto del costo di acquisto si ovvia adottando. Il costo di mantenimento è invece certo, sia che si adotti sia che si compri e le spese diventano stellari se ci sono problemi di salute.

In brevissimo, chi si pone la domanda di quale cane costa poco non deve prendere il cane.