Proteggi il tuo cane: guida alla profilassi antiparassitaria stagionale

Tutto quello che c'è da sapere per tenere al sicuro il tuo cane dai parassiti e dalle infestazioni più gravi.

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Sabrina Romani

Medico Veterinario

Sabrina Romani è medico veterinario e Istruttore Cinofilo per Cani da Compagnia. Per DiLei scrive articoli di approfondimento sull'educazione e il benessere dei nostri amici a quattro zampe.

La profilassi antiparassitaria è una misura preventiva che serve a proteggere il nostro cane dai parassiti. Consiste nella somministrazione e/o nell’applicazione di farmaci atti a ridurre il rischio di infestazione (o debellarla) da parte di ectoparassiti (come pulci, zecche, zanzare e pappataci) ed endoparassiti (vivono e proliferano nell’organismo dell’ospite).

La profilassi non consiste in un trattamento unico: per essere efficace e garantire protezione, va ripetuta con una frequenza ben precisa, a seconda delle indicazioni specifiche del farmaco utilizzato. Fino a qualche tempo fa, la primavera era considerata il momento migliore per cominciarla. Da qualche anno però, complice il generale innalzamento delle temperature, i veterinari consigliano una profilassi antiparassitaria tutto l’anno (molti parassiti hanno iniziato ad essere più resistenti e a sopravvivere anche in inverno, annidandosi nei punti più caldi della casa e dell’ambiente esterno).

L’importanza della profilassi

Effettuare una profilassi antiparassitaria con regolarità è estremamente importante in quanto:

  • protegge il cane da disagi come prurito e fastidi legati alle punture e alle infestazioni;
  • preserva Fido dalle malattie che i parassiti possono portare;
  • mette al sicuro noi e gli altri quattrozampe dalle malattie che un cane infetto potrebbe trasmettere;
  • aiuta ad evitare e ridurre la diffusione endemica di patologie gravi come leishmaniosi e filaria.

cane dal veterinario

Antiparassitari, non sono tutti uguali

I farmaci antiparassitari possono essere classificati in base alla modalità di azione in:

  • repellenti: tengono gli insetti lontano dall’ospite, impedendo al parassita di salire sull’animale;
  • abbattenti: eleminano un’avvenuta infestazione uccidendo i parassiti che effettuano il pasto di sangue sul cane.

Questi medicinali si trovano in commercio singolarmente o combinati sotto varie formulazioni:

  • farmaci iniettabili: vaccini da effettuare esclusivamente in ambulatorio veterinario. Fondamentali sono quelli per la Leishmaniosi e per la Malattia di Lyme;
  • compresse con somministrazione per via orale;
  • pipette o spot-on da applicare direttamente sulla cute del peloso;
  • collari: il principio attivo è incapsulato nel collare e viene rilasciato dallo stesso;
  • shampoo: usato per debellare un’infestazione in corso, come nel caso di pulci;
  • spray: rimedio comodo e pratico per uso esterno.

Esistono anche antiparassitari naturali utilizzabili in abbinamento a quelli sopra citati per rafforzare l’effetto barriera; ne sono esempi l’olio di Neem e gli oli essenziali di geranio, citronella e lavanda, piante ricche di terpeni e dall’odore sgradito ai parassiti. Occorre sapere che l’effetto barriera di un antiparassitario dipende dal suo principio attivo (o dalla combinazione con cui formulato), efficace contro un tipo di parassiti piuttosto che su un altro.

Alcuni antiparassitari offrono protezione contro un solo parassita, altri agiscono in modo più globale. In certi casi è possibile che il cane abbia bisogno di più farmaci, motivo per il quale è consigliata l’associazione di un repellente e un abbattente. Può succedere poi che un cane manifesti una reazione allergica ad un principio attivo, portando alla scelta di un medicinale differente. In ogni caso, mai lasciare scoperto da protezione il cane. La scelta della profilassi migliore deve essere sempre affidata al veterinario di fiducia, che ben conosce la storia clinica dell’animale e che in virtù di questo può configurare il trattamento antiparassitario ad hoc.

Come scegliere l’antiparassitario giusto

Fattori da tenere in considerazione per la scelta sono:

  • stile di vita del cane: quanto sta all’aperto, quanto è attivo, etc.;
  • zona climatica e territoriale in cui l’animale si trova;
  • tipologia di ambiente in cui il cane vive (appartamento, campagna, città, etc).

Ovviamente, un peloso che passa la maggior parte del suo tempo in casa non avrà le stesse necessità di un simile che vive in campagna; per quest’ultimo i pericoli saranno più grandi, di conseguenza avrà bisogno di copertura maggiore.

Come già detto, è fondamentale seguire le istruzioni fornite dal veterinario sia per quanto riguarda la scelta dei farmaci sia circa la frequenza d’applicazione.

Da sottolineare è l’importanza di usare prodotti ad hoc nei cuccioli e nelle femmine in gravidanza, soggetti che in caso di “errori” rischiano intossicazioni anche gravi. Attenzione anche all’uso di alcuni antiparassitari in razze come Australian Sheperd, Collie, Border collie, Whippet, Borzoi e loro incroci: portano nel loro patrimonio genetico una mutazione (Mdr1) coinvolta nella metabolizzazione di diversi farmaci, fra i quali appunto diversi medicinali ad azione parassiticida. Prima di somministrare un antiparassitario il consiglio è quello di eseguire esami specifici per la ricerca genetica di tale mutazione.

Non è tutto: un uso indiscriminato di farmaci può portare allo sviluppo della farmacoresistenza da parte dei parassiti.

La profilassi contro gli endoparassiti

I principali endoparassiti del cane sono gli ascaridi (molto comuni soprattutto nei cuccioli), i nematodi (responsabili della filaria), le tenie, i coccidi e i protozoi (ad esempio causanti leishmania ed erlichia). Soggetti a maggior rischio sono i cuccioli e i cani anziani. Sono a rischio anche pelosi che vivono in canili, cani da caccia e quelli che viaggiano e si spostano.

Alcuni parassiti possono essere trasmessi alla progenie durante gravidanza e allattamento. I cuccioli vanno trattati contro i nematodi ogni 14 giorni sino a 14 giorni dopo lo svezzamento. La profilassi deve cominciare a 14 giorni di età (in concomitanza occorre trattare anche la madre).

I cani adulti devono essere sverminati almeno 4 volte all’anno per ridurre la diffusione di uova di nematodi intestinali (compresa Toxocara spp.); la frequenza può essere aumentata sino ad una volta al mese se presenti in casa bambini o individui immunodepressi. In Paesi o regioni in cui i trattamenti preventivi di routine non sono ammessi per ragioni legali si raccomanda di effettuare con regolarità gli esami coprologici e di trattare (in caso di positività) con antielmintici appropriati.

In aree endemiche per Echinococcus granulosus i cani che hanno accesso a frattaglie e carcasse di bestiame vanno trattati con un elminticida specifico almeno ogni 6 settimane. Nelle zone endemiche per Echinococcus multilocularis i quattrozampe che possono cacciare e mangiare piccole prede devono essere trattati mensilmente con un prodotto efficace contro il parassita. Il trattamento preventivo di routine contro i parassiti gastrointestinali e polmonari è regolamentato dalla legislazione dei singoli Paesi; è sempre il veterinario a suggerire i trattamenti più adeguati in base alle condizioni epidemiologiche locali e ai fattori di rischio individuali (anamnesi storica, alimentazione con carne cruda, etc.).

visitare il cane

Cos’è la filaria

La filariosi cardiopolmonare è una malattia parassitaria che colpisce il cane e, più raramente, il gatto ed il furetto. La patologia è causata dal parassita Dirofilaria immitis, che può essere trasmesso da un animale all’altro solo attraverso la puntura di una zanzara; in pratica, i parassiti attaccano prima le zanzare (ospiti intermedi) e poi, tramite loro, i cani (ospiti definitivi).

Il periodo di maggior rischio va dalla primavera all’autunno, periodo di riproduzione dei fastidiosi insetti. La filaria è distribuita in tutte le aree temperate e tropicali del mondo, inclusi Europa e bacino mediterraneo, Canada, USA, Giappone, Australia e Sud America. Nel nostro Paese, benché prima fosse diffusa soprattutto in zone pianeggianti, umide e paludose (come Pianura Padana ed Emilia Romagna), per via dei cambiamenti climatici ha toccato anche altre regioni.

Contagio e manifestazione della malattia

Le infestazioni lievi non producono segni clinici evidenti. I sintomi clinici più precoci sono rappresentati da intolleranza all’esercizio fisico e tosse. La malattia può essere diagnostica dal veterinario tramite un test rapido ematico, da effettuare annualmente o se non si è certi di aver effettuato una buona profilassi.

L’infestazione avviene in questo modo: quando una zanzara portatrice di microfilarie si posa sul cane e ne succhia il sangue, infetta trasmettendo le larve nel sangue dell’animale. La trasmissione impiega circa 15 giorni, dopo circa 5 mesi le larve maturano e si riproducono. I vermi, che possono raggiungere i 30 cm di lunghezza, infestano cuore, polmoni e vasi sanguigni associati. La presenza di filariosi cardiopolmonare nei vasi provoca infiammazione e cicatrizzazione e alla fine può portare a insufficienza cardiaca.

Come prevenire

La prevenzione deve iniziare a partire da 6 settimane di vita, da marzo-aprile fino a novembre-dicembre, somministrando mensilmente un farmaco specifico o con un’unica iniezione sottocutanea.
Non esiste un vaccino contro la filariosi, per cui è importantissimo eseguire una profilassi efficace. A tale scopo ci sono diversi farmaci fra cui scegliere:

  • Milbemicina ossima: si somministra per via orale 1 volta al mese a partire dalla comparsa delle prime zanzare e fino ad un mese dopo la loro scomparsa;
  • Selamectina e Moxidectina in formulazione spot-on da usare mensilmente. La Moxidectina si può trovare anche sotto forma di compresse orali o di farmaco iniettabili; senza dubbio quest’ultima è il rimedio più pratico, in quanto un’unica iniezione eseguita dal veterinario vale per tutto l’anno;
  • Ivermectina: tavolette masticabili da dare al cane a cadenza mensile.

Tutti questi prodotti vanno somministrati solo dopo consulenza veterinaria: trattasi di medicinali che in quanto tali possono provocare effetti collaterali anche gravi.

Cos’è la leishmaniosi

La leishmaniosi è una malattia infettiva causata da protozoi del genere leishmania, parassiti trasmessi da agenti vettori (flebotomi) che colpiscono animali domestici, selvatici e uomo. Si tratta di una patologia cronica particolarmente grave, che provoca al cane danni progressivi con tempi di incubazione da vanno dai mesi agli anni. La malattia si manifesta con un generale deperimento delle condizioni fisiche dell’animale, che in fase avanzata va incontro a insufficienza renale e morte.

La leishmaniosi è presente nelle aree tropicali e subtropicali temperate del mondo e in tutto il bacino del Mediterraneo. In Italia i flebotomi sono generalmente più attivi da maggio a ottobre. Le zone litoranee del Centro e del Sud sono quelle a maggiore rischio; va detto che negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento dell’area di diffusione della malattia, ora presente con nuovi focolai anche nel Nord Italia. Attenzione: la patologia è una zoonosi, ovvero può essere trasmessa dall’animale all’uomo.

Come prevenire

La prevenzione consiste nell’adottare una serie di provvedimenti per ridurre il rischio che il cane venga punto dai pappataci, ovvero:

  • limitare le passeggiate serali e notturne;
  • far dormire il cane in casa durante la notte, applicando alle finestre zanzariere a maglie fitte;
  • ricorrere a repellenti specifici contro la puntura dei flebotomi.

L’adozione contemporanea di tutti questi provvedimenti (nessuno è efficace al 100%) rappresenta attualmente l’unica arma disponibile per proteggere il cane. Da pochi anni sono disponibili anche dei vaccini a richiamo annuale. Occorre tenere presente che la vaccinazione stimola la risposta immunitaria dell’animale e riduce la probabilità di contrarre la malattia ma l’efficacia non arriva al 100%, quindi bisogna sempre associare anche dei repellenti.

Profilassi contro pulci e zecche

Per gli animali domestici, il rischio di infestazione da pulci è presente tutto l’anno. La decisione di utilizzare prodotti antipulci dovrebbe essere effettuata in base al rischio. Se la profilassi di routine non viene correttamente eseguita, per eliminare un’infestazione in corso sono necessari almeno 3 mesi. Il trattamento profilattico va abbinato al controllo ambientale.

Occhio anche all’infestazione di vermi intestinali portati dalle pulci: la trasmissione dei  patogeni avviene attraverso la saliva dell’insetto infetto. Ma non solo pulci: parassiti che potremmo incontrare spesso sono le zecche. Oltre a essere particolarmente fastidiose, se infette, possono provocare gravi malattie, come:

  • borreliosi o malalttia di Lyme (infezione causata dalla spirocheta Borrelia spp. Sintomi precoci comprendono rash cutaneo eritematoso migrante, che può essere seguito dopo settimane o mesi da alterazioni neurologiche, cardiache o articolari);
  • encefalite da zecche (patologia virale acuta del sistema nervoso centrale, scatenata da un arborvirus).

Vuoi approfondire il tema? Ascolta la puntata del Podcast “Come Cani e Gatti” dedicata alla salvaguardia della salute nei nostri pets.

“Il cane è l’amico più fedele, il primo cui dare il benvenuto, il più importante da difendere.” (Lord Byron)