Oggi si è tenuta la conferenza stampa di fine anno del premier Giorgia Meloni presso la Camera dei Deputati, incontro posticipato ben due volte per ragioni di salute. La Presidente del Consiglio ha risposto a 42 domande da parte dei giornalisti, toccando i più svariati argomenti dell’agenda politica, dalla riforma delle pensioni con le parti sociali al nuovo Pnrr. Si è discusso anche di argomenti caldi e di attualità che hanno infiammato il dibattito politico alle porte del nuovo anno, come il caso del parlamentare FdI Pozzolo e le affermazioni circa la maternità vista come massima aspirazione di una donna della senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni.
Le parole di Giorgia Meloni: la maternità non toglie opportunità
A questo proposito, Giorgia Meloni ha detto: “Non so dirle se la parola aspirazione sia giusta, ma posso dire che da Presidente del consiglio, sono la donna considerata fra le più affermate in italia, se mi si chiedesse cosa scegliere fra il ruolo di premier e mia figlia Ginevra non avrei dubbi, come qualsiasi altra madre, perché la maternità dà qualcosa che nient’altro può regalare. Se questo è il concetto lo condivido. Non condivido che il traguardo della maternità posso toglierti opportunità“.
La maternità, secondo la premier, definita di recente uomo dell’anno, è un’esperienza irripetibile che arricchisce la vita di una donna, visto come avvenimento personale significativo. Allo stesso tempo, solleva la questione critica molto attuale della conciliazione tra maternità e carriera lavorativa, puntando alla necessità di creare un contesto sociale in cui le donne possano realizzare sé stesse sia come madri che come professioniste senza dover scegliere tra le due dimensioni.
Per enfatizzare il suo punto di vista sulla conciliazione tra carriera e vita familiare, Giorgia Meloni ha utilizzato esempi di donne di successo e colleghe, come Ursula von der Leyen con sette figli e Roberta Metsola con quattro, dimostrando che è possibile perseguire traguardi professionali significativi mantenendo un forte impegno nella sfera familiare.
Un aiuto per le madri lavoratrici
La Premier Meloni è stata chiara: “Quando ci occupiamo di politiche per la maternità e natalità ci è stato detto che sono nemiche del lavoro delle donne, io non lo accetto”. In questo contesto, sottolinea l’importanza di riconsiderare e rivedere le percezioni negative sulle politiche per la maternità e la natalità, riaffermando il loro ruolo essenziale nel creare un ambiente lavorativo più inclusivo e sostenibile per le donne, aumentando e garantendo pari opportunità e uguaglianza di genere nel mondo del lavoro.
Sottolineando la necessità di evitare a tutti i costi una dicotomia tra carriera e famiglia, Giorgia Meloni ha espresso la volontà di voler implementare una rete di supporto dedicata alle madri lavoratrici. Ha infatti affermato: “Io voglio smontare il racconto che se metti al mondo un bambino ti precludi altre possibilità, che in parte è un racconto e in parte no, perché è vero che le donne sono ancora troppo discriminate soprattutto per il fatto di essere potenziali madri, ma non accetterò mai l’idea che la maternità sia nemica di altre possibilità che hai nella vita”.
La realtà italiana sul tema della maternità e lavoro
Da ciò che ha detto Giorgia Meloni riguardo al rapporto tra lavoro e maternità, emerge chiaramente la necessità di affrontare con urgenza una problematica che sta diventando sempre più evidente in Italia. Il panorama economico del paese, caratterizzato da stipendi medi stagnanti da oltre tre decenni (come riportato nel rapporto annuale Inapp), con una crescita dell’1% in confronto a una media dei paesi dell’area Ocse del 32,5%, rappresenta già di per sé un ostacolo significativo nel sostenere la natalità. A questo aggiungiamo anche il fatto che se una donna in Italia decide di diventare madre, con ogni probabilità, troverà tantissime difficoltà nel mantenere il lavoro.
I dati complessivi sulla condizione lavorativa delle donne in Italia delineano una situazione allarmante. Il tasso di occupazione femminile, registrato al 55% nel quarto trimestre del 2022, si colloca ben 14 punti percentuali al di sotto della media dell’Unione Europea, posizionando l’Italia come fanalino di coda. Nonostante le competenze e l’impegno delle donne nel mondo del lavoro, persistono discriminazioni retributive e un confinamento in settori lavorativi precari e scarsamente remunerativi.
Il fatto che una su cinque decida di abbandonare il lavoro dopo aver avuto figli è indicativo di quanto il sistema lavorativo italiano risulti attualmente inadeguato nel supportare le esigenze familiari femminili. Tale dato non rappresenta soltanto un campanello d’allarme, ma piuttosto una chiara testimonianza delle lacune attuali nel sistema che non riesce a fornire un adeguato sostegno alle necessità familiari delle donne. Eppure la strada sembra ancora in salita, dal momento che nell’ultima legge di bilancio le politiche per la natalità sono completamente assenti, così come i congedi di paternità e le contribuzioni effettive solo a partire da tre figli.