Incidente Urbino, chi sono le vittime: tra sogni e promesse

I nomi delle vittime dell'incidente di Urbino e il ricordo dei loro affetti

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Giusy Donato

Lifestyle Editor

Ama scrivere e comunicare emozioni e punti di vista. È laureata in "Lingue e letterature straniere", ma da anni è nel mondo della scrittura.

Un tragico incidente stradale ha sconvolto il pomeriggio di mercoledì 27 dicembre 2023. Nella zona di Urbino, infatti, un’autoambulanza si è schiantata con un pullman e nel drammatico schianto sono morte 4 persone. Le vittime viaggiavano tutte a bordo del mezzo di soccorso, che è esploso dopo l’impatto. La terribile tragedia ha coinvolto anche una trentina di bambini, in gita sul bus incidentato, tratti in salvo grazie alla prontezza dell’autista del mezzo, che li ha fatti uscire velocemente dalla porta posteriore.

Dopo lo stupore e la paura per il tragico incidente e l’incendio che ne è scaturito, oggi è il giorno del dolore straziante degli affetti delle vittime, che hanno perso la vita nell’impatto.

Incidente di Urbino, il ricordo del medico e dell’infermiera

Una tragica fatalità, una distrazione o la voglia di dare il massimo per salvare chi sta male? Cosa abbia portato al drammatico incidente, avvenuto nella zona d’Urbino nel pomeriggio del 27 dicembre 2023, non è ancora noto. Le autorità stanno ancora indagando ma, di certo, 3 delle 4 persone che hanno perso la vita nell’impatto erano, in quel momento, sul loro posto di lavoro. Infatti sono morti nel spaventoso incidente tutti i passeggeri dell’ambulanza, coinvolta nello scontro. A bordo del mezzo di soccorso viaggiavano un medico, un’infermiera, l’autista soccorritore e il paziente.

Sokol Hokha aveva 41 anni ed era di origini albanesi, si trovava in servizio come dottore sul veicolo. Il medico ha lasciato la famiglia nella sua terra natale e ha studiato all’Università Politecnica delle Marche con il sogno di laurearsi in Medicina. Una speranza che si è, presto, realizzata grazie al suo impegno. Sokol Hokha lascia un bimbo di soli 4 mesi in Albania. I colleghi e tutto il personale dell’ospedale dove lavorava, l’hanno voluto ricordare così: “Ciao Sokol, tenevi tanto al tuo lavoro, lasci un grande vuoto”.

Accanto a lui, a dare soccorso ai pazienti dell’ambulanza, l’infermiera Cinzia Mariotti, di 49 anni di Acqualagna (Ca’ Rio). L’ex sindaco della cittadina, Bruno Capanna, ha voluto tributarle un accorato saluto, come riportato da Il Resto del Carlino: “Conoscevo Cinzia da bambina, poi ci eravamo persi di vista ma continuavo a vederla saltuariamente. Una famiglia per bene, la sua, amata da tutti come del resto la stessa Cinzia. Suo papà era uno dei tartufai più conosciuti della zona, abitava a Ca’ Rio. Capanna conosceva bene la famiglia anche per il ruolo che ricopre, di presidente dell’associazione tartufai dell’Appennino centrale che raccoglie tanti iscritti: “Cinzia era un po’ come il suo papà, scomparso prematuramente, e la sua famiglia, gente semplice e vera, persone che amava il lavoro e di grande spessore umano”.

Incidente di Urbino, il ricordo dell’autista e del paziente

L’incidente di Urbino ha sconvolto tutta l’Italia. Nell’impatto sono morte 4 persone e altre 4 sono state ricoverate per delle ferite non gravi. Alla guida del veicolo di soccorso, Stefano Sabbatini di 59 anni, ultimo componente dell’equipaggio 1408, interamente scomparso nell’impatto con il bus. Gli amici dell’autista l’hanno ricordato con stima e dolore: “Piangiamo la morte di una grande persona, di un papà e marito esemplare, votato agli altri, sempre pronto ad aiutare chiunque avesse bisogno, una persona che amava anche il suo lavoro”. Stefano Sabbatini era padre di tre figlie e abitava a Fossombrone.

L’ultima vittima della tragica fatalità era proprio il paziente del veicolo di soccorso. Si tratta di Alberto Serfilippi, che aveva 85 anni. L’uomo era stato soccorso dallo staff dell’ambulanza perché faticava a respirare e gli stessi lo stavano trasferendo in ospedale in codice giallo. Purtroppo il suo destino è stato molto diverso.