Enea, il neonato abbandonato sta bene. Ma è polemica, la replica di Ezio Greggio

Enea è stato affidato dalla mamma alle cure della Culla per la Vita. Ma l'appello su Instagram di Ezio Greggio ha scatenato la polemica

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Enea ha pochi giorni e la sua mamma lo ha lasciato alle cure della Culla per la Vita del Policlinico di Milano, alle 11.40 del 9 aprile, la domenica di Pasqua. Il neonato di circa 2,6 kg e di etnia caucasica è in buona salute. Il piccolo è ora accudito dagli specialisti della Neonatologia alla Clinica Mangiagalli del Policlinico, dove sta seguendo i controlli di routine che pare siano tutti ok per il momento. Non è il primo bimbo che viene “abbandonato”, da quando è stata attivata nel 2007 la Culla per la Vita ha già accolto altre tre neonati. Ma il caso di Enea ha suscitato una violenta polemica sui social, specialmente dopo l’appello che ha lanciato su Instagram Ezio Greggio.

Ezio Greggio, l’appello delle polemiche sulle “mamme vere”

Ci sono diversi punti di questa storia che non hanno convinto. L’insistenza a lanciare appelli alla madre che ha deciso di affidare Enea alla Culla per la Vita perché venga a riprenderselo, il fatto che la maggior parte di questi appelli – come ha notato Vanity Fair – siano stati fatti da uomini e le parole che sono suonate prive di tatto, se non di rispetto, utilizzate da Ezio Greggio nel suo video su Instagram dove sembra screditare le famiglie adottive, definendo “mamme non vere” quelle che non hanno un legame biologico col proprio bambino.

Molti i commenti indignati contro il presentatore: “Io sono una mamma “non vera”. Complimenti Ezio Greggio. Spero che qualcuno prenda provvedimenti per questo suo parlare a vanvera!”. “E comunque se ora nel 2023 la mamma vera è solo quella per genetica…Non abbiamo capito niente”.

“MERITA DI AVERE LA MAMMA VERA ma cosa stai dicendo @ezio_greggio? Perché noi che siamo genitori adottivi siamo finti? siamo di pezza o di plastica? ce lo spieghi? Ma perché non viene rispettata la privacy di questa donna e di questo bambino?”.

La scelta per la vita che va rispettata e tutelata

L’intervento di Greggio è apparso del tutto fuori luogo: “Tutto ciò è assolutamente osceno e anche indelicato. Direi anche vergognoso”. E irrispettoso nei confronti di quella mamma che ha scelto di lasciare il suo bimbo, una scelta senz’altro non facile ma indubbiamente consapevole, una scelta che ha garantito la vita di Enea e che va rispettata. C’è chi commenta: “Rispettare la scelta di una donna è difficile vero? L’importante è avere like che ne sapete del dolore delle persone? Tipico discorso di maschio…meglio tornare a fare il comico..SENSIBILITÀ PARI A ZERO 😢”; “Ma perché non farsi gli affari propri? A cosa serve un’iniziativa come “Una culla per la vita” se dovete pressare così una persona? Avrà già fatto le sue riflessioni, non credi?”.

“Se quel bambino fosse stato frutto di uno stupro? Se quella ragazza fosse minorenne? Se fosse malata e quindi sapesse di non poter garantire la sua presenza? Ma perché non vi fate i fatti vostri? Rispettate la sofferenza di una donna, che non l’ha abbandonato per strada con il rischio di morte sicura, ma ha provato a garantirgli ha vita migliore come atto d’amore.”

La replica di Ezio Greggio

Dopo le critiche per il suo video considerato imbarazzante, Ezio Greggio ha deciso di replicare alle reazioni indignate e di chiarire le sue intenzioni con quell’appello.

Questa la sua spiegazione: “Rispondo con questo messaggio per rispondere a tutti: col Prof. Mosca abbiamo deciso di lanciare entrambi degli appelli per un solo motivo: la mamma di Enea ha lasciato nella “culla per la vita” della Mangiagalli non solo il bimbo ma anche una lettera struggente e piena d’amore, in cui una mamma in difficoltà abbandona il suo bambino tanto amato, sperando che la sua vita sia meglio di quella che le può offrire lei. Quindi l’appello non era volto a far ripensare alla scelta di una madre che non voleva il proprio figlio, ma a una madre che probabilmente con l’aiuto di qualcuno che la aiutasse a superare le difficoltà economiche, o personali o familiari, non sentendosi più sola, potrebbe ripensare alla sua scelta e tenere il proprio bambino. Nessuna polemica quindi verso quelle fantastiche mamme e famiglie che adottano i bimbi abbandonati e che garantiscono loro amore e futuro come se fossero i veri genitori, anzi talvolta pure meglio. Ribadisco con forza, affetto e convinzione l’appello mio e del prof. Fabio Mosca: mamma di Enea se ami il tuo bimbo e il tuo desiderio è tenere il tuo bimbo siamo in tanti pronti ad aiutarti, sei ancora in tempo a ripensarci. Un saluto a tutti voi che avete letto questo appello anche a coloro che non ne avevano capito il senso. W Enea ❤️”.

Una spiegazione che ha suscitato pareri discordanti tra chi considera le parole di Greggio come una sincera proposta di aiuto e chi riconosce in esse solo un atteggiamento maschilista e irrispettoso delle decisioni di una donna.

Che cos’è la Culla per la Vita

La Culla per la Vita del Policlinico di Milano è attiva da 16 anni e quello di Enea è il terzo caso registrato. I primi due sono avvenuti nel 2012 e nel 2016: due bimbi maschi che sono stati chiamati rispettivamente Mario e Giovanni. La Culla è un ambiente protetto e riscaldato ed è strutturata in modo da avvisare immediatamente il personale sanitario: una volta che il bimbo viene accolto al suo interno, un allarme discreto avvisa medici e infermieri della Neonatologia che possono prendersi cura del piccolo entro pochissimi minuti.

“Occasioni simili sottolineano come il sistema della Culla per la Vita sia fondamentale – afferma Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano – perché ci permette di accogliere il bimbo e di aiutare la mamma nella sua drammatica scelta, in tutta sicurezza. Vivo però questo evento anche come una sconfitta a livello sociale, perché in qualche modo non siamo stati in grado di intercettare una madre in grande difficoltà. Madre che, qualora ci ripensasse, siamo pronti ad accogliere e ad assistere“.