Prima c’è stata Ilaria, una tenda a due posti e la ferma convinzione che così avanti non si poteva più andare. È toccato a lei portare alla luce il problema di tanti, tantissimi, studenti fuorisede alle prese con il caro affitti.
E da Ilaria, che ha piantato la tenda fuori dal Politecnico di Milano dove studia, la protesta è diventata capillare, sempre più grande, espandendosi nelle città, fuori dalle Università e dai palazzi del potere.
Protagonisti i giovani, fuorisede che si sono trasferiti nei grandi centri universitari italiani per studiare, per mettere a punto quel futuro che gli spetta, attraverso esami, fatica, impegno e che devono fare i conti con affitti altissimi e impossibili.
Caro affitti, la storia di Ilaria
Ilaria Lumera ha 23 anni, studia Ingegneria ambientale al Politecnico di Milano ed è di origini bergamasche. In tenda ha dormito circa cinque notti, l’obiettivo era quello di far emergere un disagio che è comune a tanti studenti: il caro affitti.
Lo si leggeva nel cartello accanto alla tenda piantata in piazza Leonardo Da Vinci, nei pressi del Politecnico: “Basta affitti insostenibili. #Scoppiamolabolla»”. E quella di Ilaria è stata la miccia che ha fatto esplodere non la bolla, ma un vero e proprio incendio, che è dilagato in tantissime città italiane dove gli studenti stanno protestando per le stesse ragioni: non riuscire a sostenere canoni di locazione così alti.
La sua è stata una presa di posizione contro una situazione ingiusta, ha detto al Corriere della Sera, e se lei quei canoni così alti può permetterseli, come fa chi non riesce? Tutti quegli studenti che già devono fare i conti con le difficoltà del periodo di vita universitario a cui si somma il problema della casa? Infatti, la sua protesta ha trovato terreno fertile espandendosi in tutta Italia e arrivando a coinvolgere anche i lavoratori.
Ilaria ha raccontato di affitti per una stanza dai 700 euro in su e ha voluto porre l’accento anche su quali sono – a suo parere – i passi da compiere. “Soluzioni sia a lungo sia a breve termine al problema – ha spiegato al Corriere della Sera -. Sicuramente investimenti strutturali: non ci aspettiamo un bonus momentaneo, nulla che risolva la situazione dall’oggi al domani, ma vorremmo che i problemi di una generazione venissero affrontati per l’importanza che hanno. Quindi: un fondo strutturato, la rivalutazione del canone concordato, l’effettiva messa in pratica dei piani del Pnrr”.
E a proposito di Pnrr il Governo ha deciso di ritirare l’emendamento che poteva sbloccare 660 milioni per gli alloggi degli studenti: il motivo è stato il rischio che venisse considerato inammissibile per estraneità di materia. Ma è stato anche confermato che, lo stesso, verrà inserito in un altro decreto in discussione proprio in questi giorni.
Caro affitti, la protesta in tutta Italia
Roma, Firenze, Torino, Napoli: sono solo alcune delle tante città sedi di Università (oltre a Milano) in cui gli studenti stanno facendo sentire la propria voce per il problema degli affitti troppo cari.
A Bari, come riporta Sky Tg24, l’associazione Cambiare rotta ha fatto il punto sulla situazione: “La mancanza strutturale di studentati pubblici e le speculazioni selvagge del libero mercato degli affitti per colpa dell’abolizione dell’equo canone – hanno fatto sapere -, non sono soltanto uno dei lati di un sistema universitario sempre più escludente per le fasce popolari, ma un’ipoteca sulla possibilità come giovani, studenti e non, di costruirci un futuro”.
Dati alla mano: gli affitti di una stanza nelle grandi città italiane
Prezzi alti, altissimi, per una stanza singola. A tracciare una mappa delle cifre, (in media) che uno studente può spendere di affitto in una città universitaria, è stato Il Gazzettino.
Quello che emerge è un elenco di prezzi salatissimi. Si parte da Milano, dove l’affitto di una camera singola arriva, in media, a 628 euro al mese, per passare a Bologna e Roma, rispettivamente 467 e 452 euro. Firenze, Venezia, Modena e Verona seguono con canoni di locazione – sempre per una stanza singola – che si attestano oltre i 400 euro, Padova, Brescia e Napoli tra i 380 e i 390 euro.
A questa situazione si aggiunge la mancanza di studentati pubblici, che come riporta Vanity Fair, secondo le organizzazioni degli studenti, porterebbe i giovani a cercare affitti da privati. E non si tratta solo di vivere o meno con i propri genitori durante gli anni dell’Università, ma di potersi trasferire e frequentare il corso di studi nella città scelta. E questa è tutta un’altra storia.