Alessandro Michele anarchico conquista Valentino: “il pavone della moda” è tornato

Finalmente Alessandro Michele debutta da Valentino, con una sfilata che ha conquistato e diviso il pubblico. La sua creatività ribelle si è fusa con l’eleganza storica

Foto di Ilaria di Pasqua

Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Finalmente ci siamo: la prima sfilata di Alessandro Michele per Valentino ha solcato le passerelle, portando con sé un’ondata di emozioni e creatività che il mondo della moda attendeva con impazienza. Da quando è stato nominato direttore creativo della maison, l’attenzione si è concentrata sulla sua visione. Cosa avrebbe creato per un marchio iconico come Valentino? Avrebbe saputo integrare la sua indole rivoluzionaria in un universo così raffinato e storico? La risposta è arrivata, fragorosa e potente, spezzando il silenzio con una collezione che ha saputo sorprendere, incantare, e sì, anche dividere.

Un mondo sospeso tra nostalgia e futuro

La scena si apre su una location che ha il sapore di un ricordo lontano: una casa abbandonata, vestita di lenzuola impolverate che coprono mobili antichi, quasi come testimoni di un passato che fatica a restare sepolto.

Qui, tra specchi rotti e dettagli decadenti, la bellezza non è sparita, è solo in attesa di essere risvegliata. E Alessandro Michele, con il suo tocco magico, ha riportato in vita quel fascino nascosto, restituendogli un nuovo splendore.

Le modelle che sfilano, quasi eteree figure d’altri tempi, sembrano fluttuare in una dimensione senza tempo e somigliano alle donne tanto dipinte da Boldrini. I loro passi delicati risuonano su una passerella fatta di frammenti di specchi, un simbolo di ciò che è stato spezzato e che ora viene ricomposto.

Valentino, Paris Fashion Week - Spring-Summer 2025
Fonte: Getty Images
Valentino, Paris Fashion Week – Spring-Summer 2025

Michele non è qui per raccontare una storia lineare, ma piuttosto per evocare sensazioni, trasmettere un senso di nostalgia mescolato a una visione futuristica. E i suoi abiti, i suoi capolavori, lo dimostrano: pizzi, merletti, paillettes che sembrano provenire da un ballo sfarzoso degli anni Venti, rivisitati con una sensibilità contemporanea.

Il paragone con il Grande Gatsby è inevitabile. C’è la stessa opulenza, lo stesso senso di un’epoca che non vuole morire. Ma qui non ci sono festeggiamenti rumorosi, bensì una sfilata silenziosa di fantasmi, figure affascinanti e malinconiche che camminano con eleganza.

Gli abiti, però, sono tutto fuorché fantasmi: sono vivi, vibranti, e ciascuno racconta una storia. Alessandro Michele ha saputo mescolare con maestria elementi del suo passato in Gucci, regalando citazioni al vecchio glamour della casa di moda che lo ha reso celebre, con dettagli che richiamano la tradizione sartoriale di Valentino.

Valentino, Paris Fashion Week - Spring-Summer 2025
Fonte: Getty Images
Valentino, Paris Fashion Week – Spring-Summer 2025

I dettagli: l’arte di vestire un sogno

Ed è proprio nei dettagli che si svela la vera arte di Alessandro Michele per Valentino. Ogni look è curato con una meticolosità quasi maniacale, ma al tempo stesso non sembra mai forzato.

I ricami preziosi, i volant in organza, le perle al collo che sembrano rubate dall’armadio di un’altra epoca, tutto parla di un’eleganza senza tempo che solo Michele sa reinterpretare con tale grazia.

Le borse a forma di gatto, ispirate ai giocattoli in gomma degli anni Sessanta, sono un tocco di pura fantasia. Ma non sono solo accessori, sono protagoniste di una storia visiva che si dipana sotto gli occhi degli spettatori.

Valentino, Paris Fashion Week - Spring-Summer 2025
Fonte: Getty Images
Valentino, Paris Fashion Week – Spring-Summer 2025

Accanto a questi, ci sono i cappelli dalle piume svettanti, i guanti ricamati, ereditati dai guardaroba delle nonne e reinterpretati con un’estetica moderna. Le modelle non indossano semplicemente abiti, ma incarnano un’idea di femminilità che è sia delicata che potente, fragile ma determinata.

I piercing gioiello sui volti aggiungono un tocco di ribellione a look che, altrimenti, potrebbero sembrare usciti da una favola. C’è una tensione costante tra il classicismo e la provocazione, tra il passato e il futuro. Alessandro Michele non si accontenta di rimanere all’interno dei confini della tradizione, li sfida, li supera, e lo fa con la leggerezza di chi sa che l’arte non conosce limiti.

Valentino, Paris Fashion Week - Spring-Summer 2025
Fonte: Getty Images
Valentino, Paris Fashion Week – Spring-Summer 2025

Un tributo e una rivoluzione

Ma Alessandro Michele non è soltanto un ribelle. C’è anche un lato rispettoso, un omaggio sottile e raffinato a ciò che Valentino ha rappresentato per decenni nel mondo della moda.

Gli abiti in chiffon, i tagli sartoriali, i ricami che richiamano i fasti della maison, tutto parla di una profonda conoscenza e di una reverenza verso l’eredità del brand. Tuttavia, questa reverenza non lo trattiene: Michele prende quei riferimenti e li trasforma, li porta nel suo mondo, un mondo in cui l’eccentricità e la bellezza convivono, dove l’inaspettato è sempre dietro l’angolo.

Non sorprende, dunque, che alcuni pezzi della collezione richiamino l’archivio storico di Valentino. Ma non si tratta di una semplice riproduzione: sono reinterpretazioni, riletture audaci di un passato che continua a ispirare, ma che ora è stato rinnovato attraverso gli occhi di Michele. È qui che risiede la forza della sua visione: nell’equilibrio tra rispetto e ribellione, tra tradizione e innovazione.

Valentino, Paris Fashion Week - Spring-Summer 2025
Fonte: Getty Images
Valentino, Paris Fashion Week – Spring-Summer 2025

Ed è proprio questo che rende questa collezione così potente. Alessandro Michele non si limita a creare moda, ma ci invita a riflettere su cosa significhi davvero essere creativi in un mondo che spesso si aspetta conformità.

Il suo debutto da Valentino non è stato solo una sfilata, è stata una dichiarazione di intenti: l’arte, per Michele, è anarchica, senza limiti, senza compromessi. E in questo, c’è tutta la potenza di un artista che continua a sorprendere, incantare e scuotere il mondo della moda.

Valentino, Paris Fashion Week - Spring-Summer 2025
Fonte: Getty Images
Valentino, Paris Fashion Week – Spring-Summer 2025

Visione e personalità: la verità dietro la moda di Alessandro Michele

Ma quindi cosa abbiamo davanti? Gucci, Valentino o Alessandro Michele? Sapete qual è la verità? La verità è che siamo di fronte alla visione di Alessandro Michele per Valentino, e il mondo della moda sembra continuare a commettere lo stesso errore: immaginare che un marchio sia autonomo dal suo direttore creativo.

Esattamente come abbiamo fatto con Sabato De Sarno, ci aspettiamo che la maison rimanga sempre fedele a se stessa, indipendentemente da chi sia alla guida. Ma questo è un errore profondo, perché dietro ogni collezione ci sono la mente e le mani di un artista, un’anima che trasforma il marchio secondo la propria visione.

Alessandro Michele lo aveva già chiarito prima della sfilata, avvertendo che la collezione avrebbe potuto scioccare. E così è stato. La sua creatività non conosce compromessi: non si adatta ai gusti del pubblico, né cerca di rassicurare chi osserva.

Anzi, si impone con forza, scuote e sfida le aspettative. In un’intervista esclusiva a Business of Fashion, Michele ha dichiarato: “Voglio essere come un pavone nello scenario troppo uniforme della moda”. Ed è proprio questo che rappresenta: un pavone colorato in mezzo a un mondo che rischia di diventare monocromatico.

Valentino, Paris Fashion Week - Spring-Summer 2025
Fonte: Getty Images
Valentino, Paris Fashion Week – Spring-Summer 2025

La sua potenza creativa è irresistibile e forse, come molti sostengono, il suo ego supera persino l’etica tradizionale della maison Valentino. È un discorso che divide e continua a sollevare interrogativi, come già accaduto durante i suoi anni da Gucci.

La moda, del resto, è in crisi, e la sua risposta è quella di guardare avanti, con una visione forte e decisa. Alessandro Michele non si chiede chi indosserà e quindi chi acquisterà quei look, perché per lui forse non è importante.

Ciò che conta è la sua visione, il suo desiderio di plasmare un’arte che non ha confini, che non deve piegarsi alle logiche economiche, anche se, inevitabilmente, ogni maison deve fare i conti con queste dinamiche.

Ed è proprio questo che fa Alessandro Michele: trasforma la passerella in un palcoscenico dove l’arte si esprime senza compromessi. La sua creatività anarchica lo porta a creare opere d’arte, non semplici abiti. E questo lo rende unico, un visionario che rifiuta di seguire le convenzioni e che, come un pavone, continua a incantare il mondo della moda con le sue ali spiegate, ricche di colori e di idee straordinarie.