Non è mai facile per una futura sposa, anche per quella che ha le idee più chiare, scegliere l’abito del suo matrimonio (ecco alcuni modelli pret-à-porter a cui ispirarsi). Molti sono i fattori da prendere in considerazione. Oltre ai dettagli pratici, non va sicuramente dimenticata la componente emozionale, il desiderio di veder realizzato il proprio sogno.
Tra tutte queste variabili, però, una cosa accomuna tutte le donne: nel giorno delle proprie nozze vogliono essere le più eleganti e le più belle. Per questo bisogna affidarsi a degli esperti, a chi il gusto ce l’ha innato, a chi ha ereditato dalla famiglia le capacità sartoriali.
Perciò, abbiamo intervistato Antonella Rossi che, a capo del suo Atelier, realizza abiti da sposa, lingerie e collezioni di alta moda di grande prestigio. Antonella si forma in una famiglia che dal 1950 opera nella Sartoria di qualità. Empoli (Firenze), città di origine, è la base di partenza. Ma Roma diviene la sua espressione.
Come nasce un abito da sposa d’alta moda?
L’abito da sposa nasce dall’idea che si ha del matrimonio. Si cerca di realizzare l’immagine che la sposa ha del suo matrimonio. Noi che realizziamo gli abiti per il giorno più importante dobbiamo rispondere alle aspettative della sposa. La creazione è frutto di tanta ricerca, ma anche di tradizione. Non si guarda solo al “nuovo” e alle tendenze, ma si riprendono alcune tematiche costanti, perché anche le ragazze che cercano qualcosa di diverso dal classico modello lungo o in pizzo, noi ad esempio proponiamo tute-pantalone e abiti corti, hanno comunque voglia in quel giorno di sentirsi spose.
Alle spose indecise quale consiglio dai?
In realtà la sposa è indecisa perché ancora non ha trovato l’abito giusto, perché dentro di sé non lo sente suo. Quando l’abito diventa come una seconda pelle e la fa star bene, ecco che deciderà immediatamente, senza alcun ripensamento.
In un abito da sposa che cosa non deve mancare?
Perché l’abito sia perfetto non deve mai mancare una rifinitura sartoriale e un buon tessuto. Anche se si opta per un modello informale, queste caratteristiche devono essere sempre presenti.
Dunque è la sartorialità che fa la differenza tra un abito pret-à-porter e un abito di alta moda come sono i tuoi?
Sì, certo. Soprattutto grazie alla sartorialità si riesce a personalizzare l’abito della futura sposa. Basta modificare anche solo dei piccoli dettagli per fare in modo che il capo sia unico e rappresenti il carattere e i desideri della sposa. Gli abiti non sono mai identici, se si seguono 200 ragazze, si confezioneranno 200 capi diversi.
La sposa chic deve essere sempre in bianco?
Essere chic significa essere eleganti. E l’eleganza è propria di ciascuno di noi. Quindi la sposa può essere raffinata anche in avorio, in cipria o in altri colori. Non è il bianco che determina la sua eleganza. Più che altro, l’importante è che quando la ragazza adotta il suo abito si senta vestita da sposa. In ogni caso, noi siamo particolarmente attente allo stile, perché oltre a confezionare il vestito, coordiniamo tutti gli accessori. Sull’abito ci deve essere la scarpa giusta, il velo giusto, l’acconciatura adatta. E’ la somma di questi elementi che rendono l’outfit chic.
Quindi il velo rimane un accessorio indispensabile?
Sì se si fa un matrimonio in chiesa. Noi lo stiamo rimodernando proponendolo come ciuffo, come velo corto, come mantiglia, coma cappuccio, in modo che il dettaglio del velo non sia solo sinonimo di tradizione. Poi, però, molte ragazze vogliono proprio il velo lungo. Per esempio una giovane sposa 24enne ci ha chiesto un velo di 9 metri perché era fidanzata da 9 anni. Quindi nell’accessorio si adotta o la tradizione o l’innovazione. In ogni caso, il velo deve essere in tulle di seta, solo così ci si può sentire veramente sposa.
La sposa chic può non mettere le calze?
La tradizione va bene, però bisogna anche essere moderni. Oggi molte ragazze vogliono mettere il sandalo, e se l’abito lo permette, beh in questo caso la calza non è un dettaglio fondamentale. Però, se si sceglie un abito tradizionale, tutto in pizzo, con la coda, col velo, coi guanti, allora la calza – anche di 5 denari – diventa sinonimo di completamento ed eleganza.
Qual è la tendenza per l’autunno-inverno 2016?
Pizzo, pizzo, pizzo. Le linee saranno scivolate, quindi vedremo molto chiffon, georgette. L’attenzione è puntata sui capispalla e sulla parte superiore dell’outfit. Quindi stole in cachemire, in mohair e con dettagli in pizzo. La sposa d’inverno personalizzerà il suo soprabito che sarà unico e creato insieme al vestito. Le tendenze colori saranno avorio e una tonalità cipria, quasi nude. Perciò, la sposa d’inverno sarà estremamente raffinata.
E a proposito della lingerie della prima notte (che tu realizzi)?
Ci vuole sempre un’attenzione particolare. Anche se molti ragazzi e ragazze convivono, tutti la sera prima delle nozze tendono a ritornare in famiglia. Si crea quindi l’aspettativa di incontrarsi il giorno del matrimonio e anche l’aspettativa di re-incontrarsi la prima notte da sposati. Quindi la sposa deve indossare della lingerie in raso di seta, in georgette e deve essere assolutamente color panna. Questo è un dettaglio importante. Altro elemento fondamentale è la vestaglia che la sposa avrà già usato prima del sì, quando a casa arrivano il parrucchiere e il truccatore. La vestaglia farà da completamento alla camicia da notte, lunga o corta, ma sicuramente sexy.
Quale consiglio dai alle lettrici di DiLei che stanno per sposarsi?
Innanzitutto, spero che trovino chi possa realizzare il sogno della loro vita. Infatti, noi prima di creare un abito, facciamo un’intervista alla futura sposa per capire quali sono le sue aspettative. Queste definiscono proprio il top del matrimonio. Quindi, alle ragazze che devono sposarsi consiglio di informarsi, di leggere riviste del settore e poi di prendere appuntamento con gli atelier e incominciare a provare.
La tua azienda è tutta in rosa, con te lavorano tra l’altro le tue figlie, che prospettive ci sono per le donne nel mondo della moda?
Ci sono molte opportunità. Il nostro è un mestiere che va imparato facendo un percorso di formazione preciso. Ci sono sicuramente degli spazi per apprendere, è una professione che si coltiva, ma quando si entra in questo campo bisogna dedicare moltissimo di sé.
Antonella Rossi oggi fa parte della Camera Nazionale dei Buyer, ed è vicepresidente dell’A.I.D.D.A, delegazione Lazio (FCEM). La sua maison, oltre a creare abiti da sposa, lingerie e collezioni d’alta moda, realizza al suo interno ricami, trini e colori di pizzi.