Parlare di maternità, oggi, vuol dire affrontare un tema sempre più delicato e discusso, come forse non lo era mai stato. Perché rispetto a prima le cose sono cambiate, perché il nostro impegno quotidiano è proprio quello di sradicare una certa mentalità che per troppo tempo è stata predominante.
La donna, infatti, non può più essere considerata tale solo perché moglie e mamma. Perché è nostro il diritto e il dovere di scegliere chi vogliamo essere e chi vogliamo diventare, e non sarà certo la società, con le sue obsolete aspettative, a decidere quale ruolo dobbiamo ricoprire.
La libertà di scegliere di essere mamme, o di non esserlo, è nostra e di nessun altro. O almeno ci piacerebbe che fosse così. Perché la verità è che chi sceglie di non esserlo deve ancora giustificarsi con tutti gli altri, mentre chi vuole esserlo deve fare i conti con una società che rende la maternità un traguardo sempre più difficile.
Essere mamme oggi
Sono molte le coppie che sognano di creare una famiglia, ma che sono costrette a mettere in stand by questo desiderio a causa delle crescenti difficoltà oggettive che ci sono, tra tutte anche quella economica che abbiamo già visto analizzando il costo di fare un figlio in Italia.
Quelle stesse difficoltà, poi, aumentano in maniera esponenziale quando parliamo delle mamme. E certo è che è molto triste dover pensare che una donna debba mettere in pausa il sogno di diventare madre perché vive in una società che ancora non è in grado di tutelare le madri, ma la verità è che nel nostro Paese costruire una famiglia è diventato faticoso, e la maternità è diventato un traguardo sempre più difficile.
Oltre alla questione economica, che riguarda sicuramente entrambi i genitori, c’è la questione lavorativa da affrontare, perché sempre più spesso la professione non riesce a essere conciliante con i carichi familiari. Lavoro o maternità? È questa la domanda che si pongono migliaia di donne che desiderano diventare madri. E no, nessuno dovrebbe mai rinunciare a una o all’altra cosa solo perché non si riesce a mettere in atto un cambiamento concreto. Ma purtroppo la realtà è questa, e tutte dobbiamo farci i conti.
La situazione in Italia
Basta guardarsi intorno per capire che la situazione qui sopra descritta non è affatto distopica, anzi. Ancora una volta è alla mamme che viene chiesto il sacrificio più grande, quello di rinunciare al lavoro e all’indipendenza economica. E i dati non fanno altro che confermare questa realtà.
Già nel rapporto Le Equilibriste: la maternità in Italia, redatto da Save The Children nel 2020, emergeva una situazione davvero sconcertante che mostrava come nella società odierna sono ancora le madri a pagare le conseguenza di una scelta che non dovrebbe averle.
Quello che emerso dal rapporto è che la maggior parte delle madri è costretta a rinunciare al lavoro per occuparsi dei bambini e per seguire gli impegni famigliari, dato che la società fa ancora troppo poco per aiutare le famiglie.
La situazione, già critica, è andata a peggiorare proprio durante l’emergenza sanitaria. Con la DAD, infatti, le dimissioni sono aumentate e ancora una volta sono state le donne a rimetterci.
Ma il gender gap nel lavoro è un trend che è iniziato da molto prima. Secondo i dati diffusi dall’Ispettorato del lavoro, e che fanno riferimento all’anno 2019, tra i neo genitori che si sono dimessi dal proprio incarico 7 su 10 sono donne. E, ancora, più del 40% delle mamme tra i 25 e i 54 anni, non è occupata.
Con i dati alla mano, quindi, il quadro che viene delineato è sconcertante. Le donne continuano a essere costrette a scegliere tra il lavoro e la famiglia non essendo in alcun modo supportate dai servizi sul territorio, che spesso non esistono o sono troppo onerosi. Così che ecco che, da questa consapevolezza, la maternità viene rimandata e si trasforma in un traguardo sempre più difficile da raggiungere.