L’allattamento è un tema assai spinoso, per noi mamme. Bisogna toccarlo con le pinze, scriverne e parlarne con delicatezza, perché tanta può essere la discrepanza fra il suo immaginario e la realtà. Nonostante allattare sia un fatto assolutamente naturale ed innato, dal lato della mamma, i tanti cambiamenti culturali ed economici che si sono susseguiti nel tempo, lo ha reso, in parte, meno familiare di quello che dovrebbe essere.
Per una serie di cause, può succedere che l’inizio dell’allattamento non sia semplice ma, al contrario, difficile e doloroso e in queste circostanze, può accadere di abbandonarlo; in questi casi vantare il sostegno di professionisti può esserci di aiuto.
Dopo esserci soffermate sull’importanza dell’allattamento esclusivo al seno, assieme ad un’ostetrica, conosciamone le principali criticità e i consigli sulle posizioni da adottare.
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Perché è importante l’allattamento esclusivo al seno
L’Organizzazione Mondiale della Santità ed il Ministero della Salute, a proposito dell’importanza del latte materno, riconoscono i suoi molteplici benefici sia dal lato della salute del neonato che come forma di prevenzione di alcune malattie, dal lato mamma e bambino. Per questo, l’Oms raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per almeno i primi sei mesi di vita del neonato e fino a quando entrambi ne abbiano desiderio. Allattare al seno ha una serie di benefici comprovati, come il fornire la corretta alimentazione al neonato ed il proteggerlo da una serie di infezioni.
L’allattamento al seno è anche economico e pratico: non costa nulla, ovviamente, è il latte deputato proprio al neonato, ed è sempre “pronto all’uso”, in termini di disponibilità e di temperatura.
Eppure, nonostante la scienza e la storia ci dicano tutto questo, allattare può risultare complicato, difficile, doloroso, sino a spingere molte di noi, a decidere di non farlo. Ed è in questi casi che quanto avevamo immaginato sulla nostra esperienza di allattamento si differenzia dalla realtà che ci troviamo di fronte.
Allattare al seno, infatti, dal lato della mamma è anche una questione culturale: un fatto che passa anche attraverso l’esempio di altre mamme. È per questo che, in caso di prime difficoltà, capita di mollare il colpo se non si ha accanto il sostegno dei consultori, delle ostetriche, delle pediatre ma anche dei familiari o di altre mamme, disponibili a condividere con noi il bello dell’allattamento nonostante le iniziali difficoltà.
La presenza di un’ostetrica, anche a casa, ma prima di tutto in ospedale, è di grande aiuto alle neomamme, soprattutto quando si parla di avviamento all’allattamento.
Giulia Bombonato è un’ostetrica professionista che ci ha aiutato a sciogliere i primissimi dubbi e le più comuni domande che si fanno le neomamme, quando devono e vogliono allattare al seno.
Allattare al seno: l’importanza di chiedere aiuto
Parlavamo prima di discrepanza fra immaginario e realtà. Noi mamme alla prima esperienza, spesso, ci imbattiamo in una realtà del tutto nuova, che non sappiamo come gestire, quando siamo sole. Questo non succede solo per l’allattamento, ma in molti aspetti della nostra nuova vita di mamme. Ciò avviene perché spesso la maternità viene vissuta in maggiore solitudine rispetto al passato e non siamo sempre in grado di chiedere aiuto o, per carattere, tendiamo a non farlo. Eppure, proprio per allattare, può servirci, il sostegno delle persone che ci vogliono bene e quello delle professioniste del settore.
Lo stesso allattamento, infatti, può essere avviato in modo spontaneo e naturale, appena il bimbo ci viene messo in grembo, dopo il parto, ma può anche capitare che la mamma faccia fatica a capire come fare e, presa dall’ansia di non farcela, tenda ad abbandonare l’idea. Se impariamo a chiedere aiuto, anche allattare al seno, può diventare subito più semplice.
“La principale difficoltà nell’allattamento è l’iniziale attacco del bambino e il dolore al capezzolo che ne consegue. Un altro fattore che mette in ansia la mamma è anche il non sapere se il neonato stia mangiando a sufficienza e, quindi, stia crescendo bene.
L’unica vera soluzione al “problema allattamento” è cercare di stare tranquille, non saltare i pasti, bere e riposarsi. Una mamma in forze riuscirà ad allattare più serenamente. L’importante è ricordare di non essere sole, e chiedere aiuto alle ostetriche di consultorio, se serve, in quanto si dedicano principalmente agli allattamenti. Insomma, non sentirsi abbandonate, perché non lo si è”.
Latte materno: quanto ne abbiamo
Quante volte ci capita di pensare di non avere latte a sufficienza per nutrire il nostro bambino? Il latte materno non è tutto uguale, ogni mamma ha il suo ed anche la quantità non è uguale per tutte, ma, detto ciò, come ci ricorda la dottoressa Bombonato, il latte viene succhiando il seno. Per garantire la produzione di latte, non ci sono altre raccomandazioni o consigli, oltre il sapere che la strada è la continua stimolazione.
Allattamento: i neonati non sono tutti uguali
Già in ospedale capita di vedere le prime differenze: mamme che, appena attaccano il neonato al seno, producono latte, a differenza di altre, come anche neonati che succhiano subito in modo energico contro quelli più pigri. “Effettivamente, i neonati non sono tutti uguali, ci possono essere anche soggetti pigri. Questo avviene fra quelli nati piccoli (inferiori a 2 chili e mezzo) oppure quelli che hanno valori di bilirubina elevati (ittero). Ma anche in questi casi, con un buon supporto ostetrico, l’allattamento può essere avviato senza troppe difficoltà”.
Allattamento: le posizioni principali
Per quanto l’allattamento sia una cosa naturale, è necessario capire quali siano le posizioni che consertano alla mamma ed al bambino una suzione corretta e pratica. Spesso, proprio in ospedale, le ostetriche e le puericoltrici ci aiutano a posizionare bene il neonato, per permettergli di attaccarsi correttamente al seno. Con la pratica, il tempo, l’esperienza e qualche aiuto come il cuscino per l’allattamento, sapremo allattare in qualsiasi situazione, dentro casa come fuori.
Complici le fasce porta bebé ed alcuni modelli di vestiti prémaman, qualora avessimo voglia di un po’ di discrezione, l’allattamento sarà a prova di sguardi indiscreti, anche in mezzo alla gente! Ecco quanto ci dice Giulia Bombonato sulle principali posizioni:
“Le posizioni dell’allattamento possono essere diverse. La classica è quella a culla: con il bambino rivolto con il viso e la pancia verso la mamma. Un’altra è quella a rugby: con il bambino sotto il braccio come se fosse un pallone da rugby, sostenendo il suo corpo con un braccio all’altezza dell’ ascella e il capo con l’altra mano, in modo che la sua testa sia davanti al vostro seno.
Un’altra ancora è da sdraiata: con la mamma in posizione sul fianco, e il bambino nella stessa posizione attaccato al seno.
La posizione che si usa più frequentemente, per insegnare alle mamme ad allattare, è quella incrociata: uguale alla posizione a culla, ma il braccio che sostiene il corpo del bambino è quello opposto al seno da cui si sta allattando”.
Allattamento: frequenza ed orari
“Secondo le nuove linee guida dell’Oms, non esistono orari o frequenze standard: un bimbo allattato al seno decide in autonomia ogni quanto attaccarsi.
Ad ogni modo, l’allattamento deve essere supervisionato da un’ostetrica e dal pediatra per valutarne il suo buon andamento”.
Abbiamo visto l’importanza dell’allattamento materno, i suoi benedici e l’importanza di avere il sostegno di professionisti, quando siamo alle prime armi. Premesso tutto ciò, cerchiamo anche di ricordarci che, qualora si decida o non si possa allattare, la cosa più importante è l’amore e l’accudimento del nostro bambino e questi arrivano anche in mancanza di latte materno. Non colpevolizziamoci mai, qualunque cosa accada, perché è essenziale che il nostro stato d’animo sia sereno, per poter trasmettere il meglio al nostro piccolo. Questa è l’unica cosa che conta!