Una maglietta rosa per combattere il bullismo

È stato istituito in Canada, da due giovanissimi studenti, Pink Shirt Day. Così le magliette rosa si indossano per contrastare il bullismo e le discriminazioni sociali

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

C’è un giorno preciso, che cade ogni anno durante il mese di febbraio (quest’anno il 23/02/2022), durante il quale tutte le persone, indipendentemente dall’età, dal sesso e dagli orientamenti sessuali e di religione, sono chiamati a indossare una maglietta rosa. Un invito, questo, che non ha nulla a che fare con la moda o con il senso estetico del colore, ma che è mosso da una causa molto più nobile.

Il Pink Shirt Day – istituito in Canada nel 2007 – ha l’obiettivo di combattere il bullismo in ogni sua forma e celebrare le diversità. Annullare tutte le distanze che ci sono tra queste sensibilizzando l’opinione pubblica col fine di realizzare una società più inclusiva che passa dai luoghi di lavoro ai centri di aggregamento.

La missione è quella di rendere il mondo che abitiamo un posto migliore, un luogo in cui tutte le persone possano sentirsi al sicuro indipendentemente dall’orientamento sessuale o religioso che, a oggi, risulta essere sotto il mirino dei bulli. E il Pink Shirt Day è iniziato proprio per questo, e da questo, da un gruppo di studenti canadesi che ha scelto di contrastare il bullismo omofobico, bifobico e transfobico – e il bullismo in generale – indossando una maglietta rosa.

Per scoprire la storia di questa iniziativa, che oggi è stata ripresa in più parti del mondo, dobbiamo fare un passo indietro al 2007 quando due studenti in Nuova Scozia, David Shepherd e Travis Price di Berwick, hanno acquistato e distribuito una cinquantina di magliette rosa ai loro compagni di classe e a gli altri studenti della scuola come segno di solidarietà al loro compagno di classe Chuck McNeill. Il ragazzo, infatti, al suo primo giorno di scuola era stato bullizzato e aggredito per aver indossato una maglia rosa.

Così i suoi compagni hanno distribuito le magliette e la voce si è sparsa, così tutti si sono presentati a scuola con una t-shirt rosa. La vicenda, che fece il giro del Paese, portò il premier a istituire la giornata nazionale contro il bullismo che si tiene l’ultimo mercoledì del mese di febbraio.

Il Pink Shirt Day però, è stato solo l’inizio di un progetto molto più grandioso che mira a contrastare il bullismo in ogni sua forma, affinché nessuno debba più proteggersi o avere paura delle aggressioni, delle prepotenze e degli abusi in nessun contesto sociale.

Quello che ha avuto origini in Canada, ben presto, è diventato un evento di portata mondiale. Nel 2012, infatti, le Nazioni Unite hanno proclamato la giornata contro il bullismo che cade il 4 maggio. In Canada e in altri Paesi del mondo, però, continua a essere celebrato proprio l’ultima settimana di febbraio. Ed è perfettamente riconoscibile perché in quell’occasione tutti sfoggiano il rosa, che ormai è diventato il simbolo dell’inclusione e della celebrazione della diversità.

In occasione del Pink Shirt Day nelle scuole, sui luoghi di lavoro e in qualsiasi centro di aggregazione sociali tutti si riuniscono con proposte, manifestazioni, discussioni e incontri volti a sensibilizzare le comunità per contrastare il bullismo e le discriminazioni di ogni genere.