Holiday Blues: i consigli per prendersi cura di sé durante le feste di Natale e Capodanno

L'arrivo delle festività natalizie dovrebbe essere un momento felice di condivisione, ma in realtà può causare sentimenti di tristezza, ansia e solitudine. Ecco i consigli della psicologa per affrontare gli holiday blues

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Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

Le vacanze di Natale e Capodanno sono spesso rappresentate, nella nostra cultura, come un momento di felicità e gioia. Ma per alcune persone possono essere un periodo di tristezza, solitudine, ansia e riflessioni dolorose. Che ci crediate o meno, ci sono tantissime persone che odiano il Natale per ragioni tra le più diverse: è la sindrome del Grinch

Ma anche chi solitamente ama questo periodo dell’anno, può sentirsi talvolta sotto stress e con poche energie, in un momento in cui la pressione a preparare, consumare, mangiare, fare regali, stare in compagnia, non dire mai di no, volere bene a tutti, mostrarsi felici a tutti i costi… È davvero alta. Se, poi, aggiungiamo l’imminente Capodanno, alcune persone potrebbero iniziare a fare bilanci lasciandosi assalire da un senso di rimpianto e fallimento. È quello che gli americani chiamano holiday blues, ovvero la depressione da feste.

Come superare indenni questo periodo dell’anno e sconfiggere gli holiday blues? Carolina Traverso, psicologa, psicoterapeuta e insegnante di mindfulness, ci spiega come prendersi cura di sé durante gli questo periodo, normalizzando una fatica diffusa ma che, spesso, non si riesce ad ammettere per timore di essere giudicati. 

Concentratevi su aspettative realistiche

In questo periodo dell’anno si ha l’aspettativa di doversi sentire sempre allegri, felici e disponibili verso gli altri. È importante riconoscere che si tratta di un’attesa irrealistica che non tiene conto del fatto che siamo esseri sensibili e la nostra vita emotiva è complessa e varia.

Attenzione, dunque, al proprio critico interiore che potrebbe dirci che qualcosa non va se proviamo emozioni diverse da quelle proposte dalla narrazione predominante o, ancor peggio, che siamo noi a non andare bene. La psicologa consiglia allora di imparare innanzitutto a riconoscere questo problema, questa voce, dentro di noi, che ama esprimersi con opinioni assolute e parole come “dovere”, “sempre” e “mai”. Potrebbe manifestarsi con frasi del tipo: “Cos’ho che non va, non dovrei sentirmi così”, “Non faccio mai abbastanza”, “Rovino sempre tutto”…

Il critico interiore può spingerci a metterci troppo in discussione e a chiuderci in noi stessi, o a un eccesso di competitività, perfezionismo e attenzione ai dettagli che può trasformare un pranzo di Natale o di un cenone di Capodanno in un’estenuante performance, a scapito del connetterci genuinamente con gli altri.

Attenzione: per gestire il critico interiore la strada migliore non è tentare di zittirlo o di cacciarlo. Piuttosto, una volta che ci siamo esercitati a riconoscerlo quando si presenta, proviamo con un approccio gentile. L’approccio accogliente non lo toglierà di mezzo, ma ridurrà la presa che ha su di noi. 

Evitate di isolarvi da amici e parenti

Capita, in questo periodo dell’anno, indipendentemente dall’essere o meno circondati da amici e famigliari di sentirci soli e disconnessi dal resto del mondo. Magari stiamo affrontando un momento di difficoltà e ci sentiamo inadeguati al pensiero che gli altri stiano meglio di noi. 

Tutti noi abbiamo bisogno di connetterci con altri esseri umani eppure, quando soffriamo, tendiamo a chiuderci in noi stessi. Magari sentiamo di non avere sufficiente energia per stare con gli altri, oppure temiamo di travolgerli con il nostro dolore. Attenzione: anche se coltivare momenti di solitudine come spazio per ascoltarsi e prendersi cura di se stessi può essere profondamente utile, chiudersi del tutto in sé non fa che aumentare il proprio senso di isolamento e peggiorare l’umore.

Anche se allora richiede sforzo, Carolina Traverso consiglia di provare a coltivare la connessione con gli altri, che ci aiuterà, piano piano, a stare meglio anche con noi stessi. Se partecipare a una festa con tante persone ci sembra troppo, creiamo occasioni di interazione più intime, con amici fidati che non ci giudicheranno per le nostre fatiche. Pratichiamo la generosità, magari donando il nostro tempo ad una causa che ci sta a cuore. Pensiamo a modi creativi di entrare in relazione con gli altri, basati sulle nostre esigenze e sui nostri interessi, da portare magari con noi per l’anno che verrà.  

L’antidoto al sentirsi soli e separati dagli altri è recuperare un senso di comunità e integrarlo nel proprio stile di vita. Questo non cancellerà per sempre le emozioni difficili, ma saranno più tollerabili perché avremo fatto spazio anche ad altre esperienze potenzialmente arricchenti. 

(Ri)scoprite la vostra famiglia

Al di là delle frasi fatte sul Natale e su quanto sia meraviglioso stare in famiglia, ricordiamoci che, da vicino, nessuno è perfetto. Ci sono famiglie francamente difficili che tutto offrono tranne che calore e sicurezza e, se temiamo che trascorrere un momento insieme possa mettere a repentaglio la nostra salute mentale, è giusto proteggerci ed evitarlo. Per tutti gli altri casi, suggerisce la psicologa, conviene fare un paio di riflessioni.

La prima: molti di noi hanno un’immagine idealizzata di come dovrebbero essere un genitore, una zia, una sorella, un partner e, se queste persone nella realtà si rivelano diverse dalla nostra fantasia, ci sentiamo abbandonati, delusi e frustrati. Questo vale tanto più quanto entriamo in relazione con i nostri famigliari con un carico di bisogni insoddisfatti e ci convinciamo che, per stare bene, debbano comportarsi secondo i nostri desideri. 

Se vogliamo creare delle connessioni amorevoli è necessario lasciar andare le fantasie, aprire gli occhi e non dare per scontato che sappiamo già tutto su chi abbiamo di fronte. Forse c’è ancora molto da imparare, anche su coloro che conosciamo da anni. Invece che vivere annoiati o avviliti, mentre speriamo nella famiglia ideale, proviamo a interessarci a chi abbiamo di fronte. Solo così potremo mantenerci aperti alla connessione e, chissà, lasciarci sorprendere. 

Alla cena o al pranzo di Natale, dunque, facciamo un piccolo sforzo e osserviamo come interagiamo con gli altri. Ci sono persone con cui siamo più disponibili e altre con cui ci chiudiamo più facilmente? Abbiamo dei pregiudizi nei confronti di queste persone? Cosa succederebbe se lasciassimo spazio alla curiosità?

Lasciate stare i buoni propositi per l’anno nuovo e concentratevi sul presente

Come se tutto questo non bastasse, ecco arrivare l’ansia da bilanci di fine anno. Magari, guardando indietro, ci sembra di non aver ottenuto ciò che ci eravamo ripromessi dodici mesi fa, oppure iniziamo a sentire la pressione di stilare una lista di obiettivi per l’anno che verrà quando, in realtà, vorremmo solo riposare. 

Prima di pensare al futuro, invece che farci prendere dalla mania del miglioramento personale costi quel che costi, proviamo a occuparci del presente e ad approfittare di questo periodo per rilassarci e staccare davvero. Quando la mente e il corpo saranno riposati, sarà più facile, se ne avremo voglia, pensare ai buoni propositi per l’anno nuovo. 

Conviene, nello stilarli, tenere a mente che il cambiamento realistico è il cambiamento sostenibile: piccole azioni e piccoli impegni possono, nel lungo termine, portarci più lontano e farci sentire molto meglio con noi stessi, rispetto a risoluzioni esagerate che aprono velocemente la porta al senso di fallimento, come andare improvvisamente in palestra tutti i giorni o perdere 30 a tutti gli esami.

E nei bilanci di fine anno, Carolina Traverso suggerisce di provare a ribaltare la prospettiva del critico interiore. Invece che farci portar via dalla convinzione di non essere o non avere abbastanza, proviamo ad elencare ciò che siamo riusciti a fare bene, non importa quanto grande o piccolo, nonostante le difficoltà. Praticando la gratitudine nei confronti di se stessi, potremmo persino ritenere che l’anno che sta per finire non è stato poi così male e goderci un po’ di soddisfazione e contentezza. 

Un ultimo consiglio per tutti

La psicologa ci lascia con un ultimo consiglio, valido per tutti, indipendentemente dagli holiday blues. Onorate ciò che sentite. Non c’è un solo modo di vivere questo periodo dell’anno, per questo è importante ricordare che ciò che va bene è ciò che vi fa sentire bene!

Siate gentili anche nei confronti del vostro corpo. Dormite il giusto, evitate per quanto possibile gli eccessi di alcool e cibo, ritagliatevi il tempo che vi serve per fare ciò che vi piace e vi ricarica. 

Infine, ricordatevi che non dovete per forza fare tutto da soli, e che potete chiedere aiuto, sia pratico che psicologico.