C’era una volta Cioè, la rivista amica delle ragazze

Il settimanale che ha accompagnato intere generazioni di adolescenti tra star, poster e gadget, sospende le pubblicazioni nel formato pocket ma non scompare. Ecco cosa ha significato per le giovani millennial e per le Gen successive

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Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Laureata in Lettere, è stata la caporedattrice di una famosa rivista per ragazze e ha lavorato nella produzione musicale. Scrive per diverse testate e per DiLei si occupa di test sulla personalità, della rubrica #segretidelcuore e scrive articoli per la sezione DiLei GirlZ.

Pubblicato: 29 Gennaio 2025 17:30

Chi oggi ha 14 anni è una ragazza super smart che non vive senza social, usa l’A.I. e per informarsi fruga nello sterminato e velocissimo web. Guarda le edicole come una sorta di reperti archeologici dalla dubbia utilità. Non troppi anni fa, invece, le teen-ager correvano in edicola per comprare la loro copia di “Cioè”, la rivista dal piccolo formato, pensato apposta per poterla infilare discretamente tra i libri, nello zainetto, nella borsa a tascapane. Quel giornalino era il “must have” delle ragazze italiane del secolo scorso, ma anche degli inizi di quello attuale.

Tra poster e “intimità”

“Cioè” era una rivista giocosa per ragazzine che stavano crescendo negli anni 80, 90 e nei decenni successivi. Era qualcosa di concreto: lo potevi toccare, sfogliare, annusare, ritagliare, incollare, nascondere, prestare a un’amica. Attaccavi i suoi poster al muro con lo scotch e ti addormentavi guardando il tuo idolo del cuore sulla parete davanti al letto. “Cioè” parlava di sesso, amore e sentimenti senza troppi peli sulla lingua, e le ragazze delle Gen X, Y e anche Z lo consideravano come uno delle poche fonti di informazione sulla loro intimità.

Le giuste informazioni

Non c’era il web, non potevi googlare, non c’erano i social e non potevi trovare il tuo cantante preferito che ti parlava in una diretta Instagram. Per vederlo dovevi aspettare che passasse il suo video su MTV, la tv musicale  dell’epoca, oppure che uscisse “Cioè” con gli articoli e le foto che lo riguardavano. E per sapere come comportarti con il tuo ragazzo o come NON restare incinta, al di là delle parole di tua madre che ti metteva in guardia senza specificare, potevi spulciare tra le pagine di “Cioè”, specialmente quelle degli inserti segreti spillati al centro della rivista.

In effetti non tutte le mamme amavano molto “Cioè” perché diceva troppe cose alle figlie, specialmente sulla sessualità, e comunque le invitava sempre a farsi rispettare dai maschi e a dare la priorità ai propri sogni, senza farsi condizionare da nessuno. Allevava piccole femministe, o almeno ci provava.

“Cioè” raccontò i favolosi anni ’80, la loro leggerezza, i loro artisti glam e chic come i Duran Duran, gli Spandau Ballet, Madonna. Vide nascere talenti come Jovanotti, Fiorello, Ramazzotti, Tiziano Ferro. Accompagnò le star degli anni ’90 (DiCaprio, “Non è la Rai”, le Spice Girls, “Beverly Hills 90210”) e quelle dei 2000 (come le celeb dei talent e poi dei social).

Un’icona pop senza rivali

“Cioè” ti stupiva con i suoi regalini ben cellofanati ogni settimana: un lucidalabbra, una penna profumata, un mini-libro, una gommina a forma di cuore, un fermaglio per i capelli, anelli e necklace alla moda. E poi aveva la copertina adesiva e pre-tagliata, in modo che gli sticker venissero via facilmente: bastava grattarli in un angolo per poi appiccicare il tuo Simon LeBon sul diario, sull’armadio, sopra il letto. Chi lo leggeva da ragazzina ha ancora da parte qualcuno di quei gadget e prova un filo di emozione nel rivedere l’immagine di una vecchia copertina in una vendita online (dove ha quotazioni non indifferenti) o tra le pic di una story.

Il piccolo “Cioè” è diventato un’icona pop e un simbolo ineguagliato nella storia dell’editoria degli ultimi 4 decenni anche grazie alle sue rubriche di posta in cui si rispondeva alle domande più bizzarre (“Posso restare incinta se lui mi tiene la mano dopo che si è sfiorato lì?”) ma più che plausibili per un’adolescente non digitale.

I tempi cambiano, anche in editoria

“Cioè” ha cambiato casa editrice, direttori, redazioni, ma ha sempre tenuto duro. È riuscito a far fronte all’impatto dei new media, dei social, della fine della carta stampata come prevalente mezzo di informazione, ha inseguito i big attuali come Maneskin, Tananai, Ariana Grande e gli idoli di Tiktok. Eppure, dall’inizio di quest’anno, “Cioè” ha cessato di esistere come lo abbiamo conosciuto per quasi 45 anni: il suo marchio rimane sulle sue pagine social, lo spirito anche, la caccia alle celeb pure, ma il giornalino ha rinunciato al suo formato “storico” tascabile.
E voi, cosa ricordate di Cioè e di quando eravate teen? Le emozioni più belle e tenere, vero?

Il settimanale “Cioè” è nato a Roma il 7 ottobre del 1980. Fu edito dalle Edizioni Cioè fino al 2009, quando venne rilevato dalla Panini. Tra gli anni ‘80 e ‘90 toccò punte di vendita che sfiorarono le 400mila copie. Con il numero di dicembre 2024 l’editore ha sospeso la sua pubblicazione in formato pocket, assicurando la sopravvivenza del brand sui social e con uscite cartacee bimestrali in formato maxi.