Medicina, addio test d’ingresso: come funziona la nuova riforma

Addio al test di ingresso per Medicina: la selezione avverrà dopo il primo semestre, basandosi sui voti degli esami. Ecco come funzionerà il nuovo sistema, cosa cambia per gli studenti e quali saranno le alternative per chi non passerà la selezione

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Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

Pubblicato: 12 Marzo 2025 17:21

Per anni il test d’ingresso per la facoltà di Medicina è stato uno degli ostacoli più temuti dagli studenti. Quiz a risposta multipla, ansia da prestazione e una selezione spietata hanno sempre reso l’ammissione a questa facoltà una vera e propria sfida. Ma ora il sistema cambia radicalmente: la Camera ha approvato la riforma che elimina il test di ingresso tradizionale, introducendo un nuovo metodo di selezione basato sul rendimento degli studenti durante il primo semestre di studi.

Questa decisione segna un cambiamento significativo nel modo in cui gli aspiranti medici potranno accedere alla loro carriera universitaria. Tuttavia, il numero chiuso non scompare del tutto: la selezione ci sarà ancora, ma avverrà in un secondo momento, dando agli studenti la possibilità di dimostrare le proprie capacità direttamente sui libri, e non solo attraverso un test di poche ore.

Ma come funzionerà esattamente il nuovo sistema? Quali saranno le modalità di selezione e cosa succederà a chi non riuscirà a proseguire dopo il primo semestre? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla riforma dell’accesso a Medicina.

Come cambia l’ingresso a Medicina con la nuova riforma

La riforma segna un cambiamento radicale rispetto al passato. Fino ad oggi, gli studenti che volevano entrare a Medicina dovevano superare un test d’ingresso nazionale, con domande di logica, biologia, chimica, fisica e matematica. Solo chi otteneva un punteggio sufficiente riusciva ad accedere alla facoltà, mentre tutti gli altri erano costretti a rinunciare o a tentare altre strade.

Con la nuova legge, invece, il test d’ingresso viene eliminato.

Gli studenti potranno iscriversi liberamente al primo semestre di Medicina e seguire le lezioni di alcune materie fondamentali. Alla fine di questo periodo, però, dovranno affrontare una selezione basata sugli esami sostenuti durante il semestre. In pratica, il test a crocette viene sostituito da una valutazione più ampia, che tiene conto del rendimento accademico effettivo.

L’obiettivo è quello di offrire a tutti la possibilità di misurarsi con lo studio di Medicina prima di essere esclusi, dando modo di valutare concretamente se questa sia la strada giusta. Inoltre, si punta a ridurre la componente di fortuna che spesso influenzava i risultati del test di ingresso, favorendo una selezione più meritocratica basata sulla preparazione universitaria effettiva.

Il numero chiuso resta: cambia solo il momento della selezione

Anche se il test di ingresso viene eliminato, il numero chiuso non scompare del tutto. Le facoltà di Medicina continueranno ad avere un numero limitato di posti disponibili, quindi la selezione degli studenti sarà comunque necessaria. La differenza è che ora il momento della selezione verrà spostato alla fine del primo semestre, anziché avvenire prima dell’iscrizione.

Gli studenti che riusciranno a ottenere i risultati migliori nei primi esami potranno proseguire nel percorso di studi, mentre gli altri dovranno scegliere un piano alternativo. Questo significa che, pur garantendo a tutti l’accesso iniziale alla facoltà, il numero di studenti ammessi al secondo semestre sarà comunque limitato, in base alla disponibilità di posti.

Questo sistema presenta vantaggi e svantaggi. Da un lato, consente agli studenti di cimentarsi direttamente con le materie universitarie prima di essere esclusi, evitando che un solo test decida il loro futuro. Dall’altro, potrebbe portare a un primo semestre molto affollato, con il rischio che solo una parte degli studenti riesca effettivamente a proseguire.

Come si potrà accedere al secondo semestre: le modalità di selezione

Ma come verrà stabilito chi potrà continuare a frequentare Medicina dopo il primo semestre? La selezione sarà basata sul rendimento accademico degli studenti nei primi esami universitari.

Il meccanismo esatto della selezione non è ancora stato definito nei dettagli, ma si ipotizzano due possibili modalità:

  1. Valutazione basata sulla media dei voti degli esami sostenuti nel primo semestre, con un sistema di equalizzazione per garantire equità tra le diverse università.
  2. Introduzione di un test nazionale alla fine del semestre, che andrebbe a integrare la valutazione dei risultati accademici.

Ciò significa che gli studenti dovranno affrontare il primo semestre con la consapevolezza che ogni esame sarà determinante per il loro futuro accademico. Questo potrebbe rendere la selezione più meritocratica, ma anche più stressante, poiché il carico di studio sarà elevato fin da subito.

Un’altra questione ancora da definire è quella del primo semestre online. Per evitare che gli studenti debbano spostarsi in una città diversa per poi essere assegnati altrove in caso di ammissione, il primo semestre potrebbe essere erogato in modalità telematica. Questo permetterebbe a tutti di frequentare i corsi senza doversi trasferire subito, ma comporterebbe anche nuove sfide dal punto di vista della didattica.

E se non si passa il primo semestre?

Non tutti gli studenti che si iscriveranno al primo semestre di Medicina riusciranno a superare la selezione per accedere al secondo semestre. Ma cosa succederà a chi non ce la farà? La riforma prevede che il lavoro svolto nei primi mesi di università non venga sprecato. I crediti formativi ottenuti durante il semestre filtro, infatti, saranno riconosciuti e potranno essere utilizzati per iscriversi ad altri corsi di laurea nell’area scientifica e sanitaria.

Chi non supererà la selezione potrà quindi orientarsi verso facoltà come Biologia, Biotecnologie, Scienze Motorie o Farmacia, senza perdere del tutto il tempo e lo studio investiti. In questo modo, chiunque non riesca a proseguire a Medicina avrà comunque la possibilità di continuare il proprio percorso accademico in un campo affine, magari scoprendo nuove opportunità che prima non aveva considerato.

Un’altra possibilità prevista dalla riforma è quella di ripetere il semestre filtro una seconda volta. Se uno studente ritiene di poter migliorare la propria preparazione e tentare nuovamente l’accesso a Medicina, potrà rifrequentare i corsi e sostenere di nuovo gli esami, nella speranza di ottenere risultati migliori e scalare la graduatoria per l’accesso al secondo semestre. Tuttavia, questa possibilità sarà concessa una sola volta, dopodiché chi non riuscirà a rientrare dovrà necessariamente valutare un percorso alternativo.

Quando entra in vigore la riforma

La nuova riforma dell’accesso a Medicina entrerà ufficialmente in vigore a partire dall’anno accademico 2025-2026, segnando la fine dei test di ingresso tradizionali già dal prossimo anno. Tuttavia, affinché il nuovo sistema diventi operativo, sarà necessario attendere l’approvazione di alcuni decreti ministeriali che definiranno nel dettaglio le modalità della selezione.

Uno degli aspetti ancora da chiarire riguarda le materie che faranno parte del primo semestre filtro e il sistema di valutazione che determinerà chi potrà accedere al secondo semestre. Resta anche da stabilire se tutti gli atenei offriranno la possibilità di frequentare il primo semestre online, così da evitare che gli studenti debbano trasferirsi subito per poi rischiare di dover cambiare università una volta ammessi.

Un passo avanti o un rischio?

L’abolizione del test di ingresso per Medicina è una novità storica che cambierà radicalmente il modo in cui gli studenti accedono alla facoltà. Da un lato, offre a tutti la possibilità di dimostrare il proprio valore attraverso lo studio universitario e non solo tramite un test. Dall’altro, introduce una selezione basata sul primo semestre, che potrebbe essere altrettanto competitiva e stressante.

Se questa riforma renderà davvero più equo l’accesso a Medicina, lo scopriremo solo nei prossimi anni. Ma una cosa è certa: per i futuri medici italiani, il percorso verso il camice bianco sarà molto diverso da come lo abbiamo conosciuto finora.