Dare voce alle donne, alla loro creatività, al loro coraggio. Questa la mission dell’edizione 2025 di Effetto Venezia, la kermesse internazionale, che si svolge a Livorno dal 31 luglio al 3 agosto, e che quest’anno festeggia i suoi primi 40 anni.
Grazia Di Michele firma per la seconda volta consecutiva la direzione artistica di questa importante manifestazione che vede tra i suoi ospiti Patty Pravo, Manu Chao, Antonella Ruggiero (leggi la nostra intervista), Eugenio Finardi, solo per citare alcuni nomi.
A noi Grazia Di Michele ha raccontato del suo lavoro per esaltare la creatività femminile in questa edizione di Effetto Venezia chiamando grandi artisti a celebrarla, ma ci ha parlato anche dei nuovi talenti italiani, di Amici e dei suoi progetti.
È tornata alla direzione artistica di Effetto Venezia. Com’è stato riprendere questo ruolo per il secondo anno consecutivo?
È una bellissima responsabilità. Effetto Venezia è una manifestazione molto sentita dalla città di Livorno, e si svolge in un luogo davvero suggestivo: il quartiere Venezia, con i suoi ponti e i suoi canali, ricorda appunto una piccola Venezia. L’anno scorso il tema era La musica dal mondo e abbiamo ospitato artisti internazionali straordinari. Quest’anno, invece, abbiamo scelto di mettere al centro la creatività femminile, un tema quanto mai urgente e profondo.
Infatti, il tema dell’edizione di quest’anno è Creativa – Quello che le donne ci dicono. Come è stato sviluppato?
È un tema che abbiamo esplorato in ogni forma espressiva possibile. Dalla musica al teatro, dalla danza alla letteratura, fino ai momenti di riflessione sociale. Ad esempio, ci sarà una coreografia di apertura dedicata alla famiglia a cura di Raffaele Paganini che terrà lezioni di ballo con gli allievi e le allieve delle scuole di ballo della città, ci saranno talk e presentazioni promossi dal Centro Donna di Livorno, e una riflessione con Gino Cecchettin, padre di Giulia, sulla violenza di genere. Abbiamo voluto dare spazio a voci diverse, non solo femminili. Anche molti uomini saranno presenti per cantare e raccontare le donne, tra cui Eugenio Finardi che dedicherà loro un concerto speciale.
Oltre ai temi sociali, anche tanta musica. Ci racconta qualcosa del cartellone?
È ricchissimo. Si parte con Patty Pravo, che aprirà con un concerto in cui ripercorrerà i suoi brani più celebri. Ma ci saranno anche Amii Stewart, Antonella Ruggiero, Manu Chao, Dirotta su Cuba, solo per citarne alcuni. Ogni artista porterà un omaggio al femminile: Ivan Segreto celebrerà le donne siciliane, mentre Massimo Faraò omaggerà Caterina Valente. Inoltre, ci sarà un talk sulla canzone d’autrice condotto da John Vignola, con ospiti come Mariella Nava e Pierdavide Carone. È un’edizione davvero corale.
Perché ritiene sia così importante oggi sottolineare la creatività femminile?
Perché la creatività delle donne ha un’energia particolare. Non dico che sia migliore, ma è diversa, spesso meno riconosciuta, eppure essenziale. Questo festival nasce anche da un’idea del sindaco Luca Salvetti, che ho condiviso subito. Saranno cinque giorni intensi, dal 30 luglio al 3 agosto, con oltre 140 eventi tutti legati a questo filo rosso.

La creatività femminile è un tema che lei ha sempre portato avanti nella sua carriera…
È vero. Fin dall’inizio della mia attività musicale ho raccontato le donne, le loro storie, i loro bisogni, le loro battaglie. Dai diritti civili al lavoro, dal bisogno di autonomia al tema del divorzio. Non ho mai smesso. Quando ho scritto Le ragazze di Gauguin o Gli amori diversi, era perché sentivo l’urgenza di parlare di verità spesso taciute.
In ambito artistico, le donne fanno ancora più fatica?
Assolutamente sì. Non c’è più una discriminazione palese come un tempo, ma i percorsi delle donne sono più complessi, meno lineari. Sto seguendo un gruppo di giovani cantautrici, sono talentuosissime, preparate, appassionate… eppure, faticano ad emergere. Non basta il talento: serve una rete, serve fiducia, serve tempo, e le donne spesso devono conquistarselo due volte.
A proposito di giovani, vede talenti promettenti oggi nella musica italiana?
Certamente. Ne incontro continuamente: non solo tra chi ha visibilità nei grandi concerti o nei media, ma anche tra i ragazzi e le ragazze che frequentano le mie masterclass. Dopo 13 anni ad Amici, non ho mai smesso di insegnare. Anche oggi continuo a farlo, e ogni volta scopro persone con un’intensità e una freschezza straordinaria. Emergere è difficile, ma il talento c’è.
Tornerebbe in tv a insegnare, come ha fatto ad Amici?
Se avessi il tempo, sì, molto volentieri. È stata un’esperienza formativa anche per me. Ma oggi ho tanti progetti e non potrei dedicarmi con l’attenzione necessaria ai ragazzi. E a me piace esserci davvero, non fare le cose a metà.
Cosa l’aspetta dopo Effetto Venezia?
Tanta musica e scrittura. Sta per uscire un nuovo disco, e in autunno uscirà anche il mio prossimo romanzo, sempre con Castelvecchi. Dopo Apollonia e il libro di racconti, questo sarà il mio terzo libro. E naturalmente continuerò con i concerti, tra cui uno in concomitanza con l’uscita dell’album. Non mi fermo mai.
Il nuovo romanzo sarà un proseguo di Apollonia?
Sì, in un certo senso lo è. È una prosecuzione ideale, sia nei temi che nello stile. Ma sarà anche qualcosa di nuovo. Lo scoprirete presto.
Come riesce a gestire così tante attività?
Con passione. La passione ti ricarica, ti dà energia anche quando sei stanca. Ma quando fai ciò che ami, la fatica non pesa mai troppo a lungo.
La creatività, in quanto passione, resta il motore di tutto?
Sì, perché non è solo un talento, è un bisogno profondo di espressione e comunicazione. All’inizio scrivevo per capire me stessa, poi per raccontare qualcosa agli altri. Quando la creatività ti abita, ti accompagna per tutta la vita. Anche se cambi forma, lei resta. È un’amica fedele.