“La candidata ideale”, grido di speranza per l’emancipazione delle donne arabe

La candidata ideale, diretto dalla regista Haifaa Al Mansour, è uno sguardo di speranza verso la condizione delle donne nell'Arabia Saudita. Che possono, e devono, cambiare le cose

Foto di Sara Gambero

Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Una giovane dottoressa che lavora presso una piccola clinica e che decide, per caso, di candidarsi alle lezioni locali della sua città. Una trama che potrebbe essere normale e poco accattivante, se non fosse che Maryam, questo il nome della protagonista, vive ed esercita la sua professione in Arabia Saudita. Dove ogni giorno guadagnarsi il rispetto e l’accettazione da parti dei colleghi uomini e dei pazienti è già una sfida. Figurarsi candidarsi alle elezioni politiche.

Il secondo film importante da regista della cineasta araba Haifaa Al Mansour, divenuta famosa grazie a “La bicicletta verde” nel 2012, è una dedica d’amore al proprio Paese, alle sue meravigliose tradizioni culturali e artistiche, alla forza delle donne arabe, apparentemente sottomesse e schiave in realtà forti e combattive. Ma è anche un monito rivolto a quelle stesse donne affinché facciano sentire il loro contributo nella società del futuro, diventando sempre più artefici del proprio destino.

“Voglio incoraggiare le donne saudite ad accettare le sfide, ad affrancarsi dalla società patriarcale e maschilista del passato” dice la regista , “Il cambiamento deve partire ed essere portato avanti dalle donne. E desidero al tempo stesso celebrare e onorare le nostre tradizioni culturali e artistiche che devono diventare il punto di partenza, la base e la guida della modernizzazione del Paese”.

E così la storia di Maryam, che, mentre il padre è in tournée per suonare ai primi concerti pubblici permessi nel Regno da decenni, ingaggia le sue sorelle minori perché inizino una raccolta fondi e pianifichino gli eventi per la sua campagna elettorale, diventa messaggio per tutte le giovani donne arabe. Pur scontrandosi continuamente con le restrizioni imposte al ruolo tradizionale delle donne nel Regno, la coraggiosa candidatura di Maryam inizia ad acquistare slancio e ad attirare l’attenzione della comunità conservatrice. Culmine di questa sfida sarà il testa a testa fra la giovane dottoressa e il candidato di sesso maschile. Non sveliamo il finale, anche al di là del risultato politico, Maryam, e le altre donne del film, hanno già vinto.

Il film, presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, uscirà nella sale il 3 settembre.