Paul Newman, la vera storia dell’attore che ha incantato Hollywood

La vita di Paul Newman non è stata caratterizzata soltanto dal cinema, ma anche da amori, passioni e debolezze

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Redazione

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Pubblicato: 16 Novembre 2022 13:47Aggiornato: 26 Gennaio 2024 10:35

Recitare mi è sempre faticoso e compiango me stesso per le mie interpretazioni“: nessuno si aspetterebbe che questa frase sia stata pronunciata da un attore con la A maiuscola, capace di vincere tre Premi Oscar. Paul Newman era questo e molto altro, un interprete spesso sottovalutato, ma soprattutto una vera e propria icona. Con il suo modo di recitare ma anche di vivere è riuscito a segnare in modo indelebile la cultura e il costume di un’epoca. I suoi due occhi azzurri hanno bucato letteralmente lo schermo, raccontando l’America che stava cambiando e, uniti a un fascino intramontabile, hanno fatto breccia nel cuore di tante ammiratrici.

Un attore, ma soprattutto un uomo comune

C’è una frase che lo descrive meglio di altre ed è il titolo della biografia a lui dedicata: “La vita straordinaria di un uomo comune”. Paul Newman era proprio questo, un uomo comune, con i suoi pregi e i suoi difetti, una figura che va ben al di là delle pellicole di cui è stato protagonista. Nel libro, uscito postumo, si è dato libero sfogo ai ricordi.

Nato nel 1925 a Shaker Heights, un sobborgo di Cleveland, Paul era figlio di un negoziante di articoli sportivi e di una emigrante slovacca. Proprio con la madre il rapporto non fu mai semplice, tanto che la donna è tra le persone più criticate della famiglia nel libro. Paul veniva considerato da lei come una bambola da esibire, come è stato poi confermato dalla seconda moglie dell’attore, Joanne Woodward. Il futuro divo di Hollywood non fu mai sostenuto dalla madre nella carriera cinematografica: la donna non esitava a inviargli le recensioni negative sulle sue interpretazioni, un atteggiamento che alla lunga ha portato Newman a non parlarle per quindici anni.

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In realtà le sue prime ambizioni non avevano nulla a che fare con il cinema. Dopo essersi arruolato nell’Aviazione della Marina, infatti, sperò di diventare un pilota, un sogno andato in frantumi a causa del daltonismo da cui era affetto. Fu soltanto nel dopoguerra che cominciò a farsi strada nel campo della recitazione, con il suo esordio a Broadway avvenuto quando aveva 28 anni. Fu un’ascesa continua, nonostante i riconoscimenti alla carriera siano arrivati con grande ritardo.

Lo sguardo di Paul Newman
Fonte: Getty Images
Il fascino di Paul Newman

Un ragazzo timido e imbranato

Nella vita di Paul Newman c’è stato spazio per due donne, anche se in realtà molte lo desideravano. Lo sguardo magnetico e sensuale non ha però sempre fatto parte della sua esistenza. Quando era giovane, infatti, la timidezza gli impediva anche soltanto di parlare con le ragazze. L’interesse nei confronti del gentil sesso tuttavia non mancava e, per vincere la sua imbranataggine, arrivò persino a partecipare a uno spettacolo di burlesque, un’esperienza che lo affascinò. Era comunque un adolescente che passava inosservato, al punto che durante uno dei suoi rari appuntamenti, si sentì dire da una ragazza: “Mi piace uscire con te perché sei così innocuo“.

La timidezza e i primi interessi palesati nei confronti delle ragazze, però, andarono di pari passo con un vizio che cominciò ben presto a caratterizzare la sua vita: il bere. Nella biografia si fa spesso riferimento al fatto che Paul Newman bevesse molto e che provasse a smaltire l’alcol con tantissime saune. Cercò più volte di risolvere il suo problema, rinunciando inizialmente ai superalcolici e “accontentandosi” della birra, anche se era abituato a berne una cassa al giorno.

Le fragilità del divo, come uomo e padre

Il Paul Newman scontroso e riservato cambiò profondamente il giorno in cui incontrò la sua prima moglie, Jackie Witte. I due si conobbero durante i corsi di un teatro estivo e fu soltanto in quel momento, come confessò in seguito l’attore, che riuscì finalmente a entrare veramente in contatto con un altro essere umano. Il futuro attore sentiva che il matrimonio era qualcosa di predestinato, come anche avere dei figli. Dopo il matrimonio celebrato nel 1949, arrivarono tre figli: Scott Allan, morto a soli 28 anni per droga, Susan e Stephanie.

Fu però sempre consapevole dei propri limiti come quando parlava della sua famiglia: “Non ho talento per fare il padre, essere una star complica molto la vita dei tuoi figli“. Per rendere ancora più chiara questa sua convinzione sull’inadeguatezza da genitore, amava esagerare: “C’è stato un periodo in cui pensavo che l’unico modo per lasciar libero mio figlio di fare la sua strada fosse spararmi un colpo“. È una dichiarazione forte, ma fa capire molto bene quanto sentisse il senso di responsabilità nei confronti del figlio e dei suoi problemi.

L’incontro con la donna che gli cambiò la vita

Il destino aveva in serbo ben altro per l’attore dal punto di vista sentimentale. Nel 1953 incontrò per la prima volta Joanne Woodward: non fu un colpo di fulmine, anzi quella che poi sarebbe diventata la sua seconda moglie non lo trovò affatto sexy. Quattro anni dopo, però, il giudizio cambiò completamente: entrambi stavano recitando nel film La lunga estate calda e tra i due scattò la passione. Paul era sposato con tre figli, ma la chimica tra lui e Joanne ebbe il sopravvento, tanto da costringere la prima moglie a chiedere il divorzio. È proprio con Joanne Woodward, con cui Newman rimase legato per 50 anni fino alla morte nel 2008, che l’attore diventò un vero sex symbol. Lei lo incoraggiò a sperimentare sul set, soprattutto nel modo di muoversi e di guardare.

Paul Newman e la seconda moglie
Fonte: Getty Images
Paul Newman e la seconda moglie Joanne Woodward

L’affiatamento davanti la macchina da presa proseguì anche nella vita privata: i due sono stati una delle coppie più longeve di Hollywood e le dichiarazioni di Paul hanno sempre confermato quanto fosse grande e profondo il loro amore: “Le persone rimangono sposate perché vogliono, non perché le porte sono chiuse“. Persino di fronte ai pettegolezzi di presunte scappatelle dell’attore, lui amava controbattere: “Ho una bistecca in casa. Perché dovrei uscire per un hamburger?“. Dietro gli occhi azzurri che hanno incantato il mondo si nascondeva dunque un uomo con tante contraddizioni, debolezze e difficoltà affrontate per tutta la vita sempre in modo schietto e diretto.