C’è un appello che oggi, noi donne, lanciamo in coro: quello di ricevere il supporto della controparte maschile per tutto ciò che dovrebbe esserci riconosciuto. Perché la battaglia per la parità dei diritti può e deve essere combattuta insieme.
E c’è chi questo lo aveva compreso in tempi non sospetti. In un periodo storico, neanche poi così lontano, in cui il mondo era dominato da soli uomini e per le donne non c’era spazio, se non quello scelto e imposto dalla società.
Il suo nome era Nicolas de Condorcet e non si trattava di un uomo qualunque, ma di uno dei più illustri illuministi francesi, nonché filosofo e politico rivoluzionario. Colui che si schierò dalla parte delle donne rivendicando, con noi e per noi, la parità dei diritti tanto agognata. Scopriamo insieme la sua storia.
C’era una volta la Rivoluzione francese
Di fonti e testimonianze che fanno riferimento alla Rivoluzione francese e a tutto ciò che questa ha significato ce ne sono tantissime. E se è vero che la sua importanza a livello storiografico non è messa in discussione, sappiamo tutti che questa rivoluzione si è rivelata un’occasione mancata per aprire e portare avanti un dialogo sulla parità di genere.
La rivendicazione dei diritti paritari, del resto, era già cominciata grazie anche all’attività di quelle che sono considerate le prime femministe francesi, come Olympe de Gouges. Ma quello che è importante sottolineare è che, a quei tempi, quelle donne non erano sole a combattere questa battaglia.
Al loro fianco, infatti, c’era anche un uomo, forse il primo e l’unico. Non uno qualunque ma un marchese, un filosofo ed un economista. Il suo nome era Nicolas de Condorcet.
Nicolas de Condorcet
Nato a Ribemont il 17 settembre del 1743, Maria Jean Antoine Nicolas de Caritat, marchese di Condorcet, è stato un filosofo e un matematico, nonché una delle figure di spicco dell’illuminismo.
Dedicò la sua intera vita a difendere gli altri, a rivendicare gli eguali diritti per tutti i gruppi sociali, soprattutto per quelli discriminati ed emarginati. Si schierò apertamente contro la schiavitù, difendendo e sostenendo i diritti delle minoranze etniche, e appoggiò tutte le battaglie femministe del tempo.
Ma non solo, fu proprio lui a suggerire alle donne un modo per ribellarsi. Le esortò a non pagare più le tasse dal momento in cui queste non avevano potere decisionale nella società.
Il suo pensiero, però, si opponeva a quello degli illuministi del tempo che, in quella grande rivoluzione, avevano deciso di lasciare fuori le donne.
Difficile, del resto, scardinare quello che è stato un pensiero dominante per molto tempo, considerando che ancora oggi incontriamo le medesime difficoltà. La donna, infatti, era considerata una creatura fragile e debole, da tutelare ma anche da escludere, e da relegare alla famiglia e all’ambiente domestico. A sostenere questa tesi decisamente antifemminista erano in tanti, tra cui anche il grande Jean-Jacques Rousseau.
Ma per Nicolas de Condorcet quello non era un pensiero accettabile e, anzi, completamente opposto al pensiero rivoluzionario. Se è vero, infatti, che tutti gli esseri umani nascono uguali in natura, perché questa eguaglianza viene meno quando si parla di donne?
Durante tutta la sua vita il filosofo applicò il suo pensiero illuminista a uomini e donne, indistintamente. Si espresse senza remore sul diritto di voto femminile scrivendo anche un articolo per il Journal de la Société del 1789. Si schierò, inoltre, in prima linea per un’istruzione accessibile a tutti, per i diritti equiparati.
Le sue idee rivoluzionarie, da sole, non bastarono a cambiare il pensiero di chi cancellò presto i progressi fatti, di chi sciolse le associazioni femminili e di chi ancora arrivò a giustiziare le donne che avevano osato rivendicare i loro diritti, ma con il suo passaggio riuscì a preparare il terreno fertile per le future battaglie.