Potatura del susino: il periodo giusto e quando togliere i succhioni

Il susino è una pianta molto rigogliosa e facilissima da coltivare: scopriamo quando bisogna potarla e come eliminare i succhioni, per avere un buon raccolto

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Redazione

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Tra i frutti estivi per eccellenza spicca la prugna (o susina che dir si voglia), succosa e ricca di proprietà benefiche per l’organismo: è l’ideale per uno spuntino sano e gustoso, e sono ben note le sue virtù per la digestione e il benessere intestinale. La pianta del susino è facilissima da coltivare, perché non approfittarne per avere sempre delle buonissime prugne a chilometro zero? Vediamo tutto quello che c’è da sapere per crescere una pianta rigogliosa e in salute, scoprendo quando e come potarla.

Susino, le caratteristiche della pianta

Il susino o prugno europeo (nome scientifico Prunus domestica) è una pianta da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee, che include tantissimi alberi come il melo, il pero, il pesco, il ciliegio e l’albicocco, oltre a fiori bellissimi come la rosa e il biancospino. Originario del Caucaso, venne introdotto nell’area mediterranea dai Romani e qui trovò ampia diffusione. La pianta è infatti molto resistente e si adatta praticamente a qualsiasi tipo di clima, temendo solamente le gelate tardive e l’esposizione al vento. Coltivarla può dunque rivelarsi molto semplice, anche perché non ha bisogno di un terreno particolare e richiede poche attenzioni.

L’albero del prugno ha una forma ad ombrello e raggiunge solitamente dimensioni abbastanza modeste, andando dai 3 agli 8 metri di altezza (a seconda della varietà piantata). La sua fioritura, in primavera, è caratterizzata da graziosi fiorellini bianchi che rendono il susino un’ottima scelta anche per motivi ornamentali. Il frutto, chiamato prugna o susina, è di forma ovale e particolarmente succoso, mentre il sapore cambia in base alla varietà: alcune sono molto dolci, altre invece rimangono aspre. Tutte sono però ricche di sostanze nutritive importanti per la salute, come le fibre e alcuni preziosissimi sali minerali.

Potatura del susino: cosa c’è da sapere

Se avete deciso di coltivare una pianta di susine, dovrete prestare particolare attenzione alla potatura: si tratta infatti di una tecnica fondamentale per permettere all’albero di crescere in piena salute e di dare un buon raccolto. È per questo motivo molto importante sapere come e quando potare il susino, scegliendo il momento giusto e gli strumenti idonei. Ogni taglio sulla pianta è infatti una “ferita” che può provocare infezioni: ricordate sempre di tenere i vostri attrezzi in perfetto stato, pulendoli prima e dopo ogni operazione. Vediamo ora quali sono i tipi di potatura di cui il susino ha bisogno.

La potatura d’allevamento

Nel primo anno dalla messa a dimora del susino, la pianta inizia ad assumere la sua forma e deve essere “guidata” affinché cresca nel modo giusto. Attraverso pochi tagli ordinati, potrete dare all’albero l’aspetto più adatto sia per motivi ornamentali che a scopi produttivi. Questo è dunque il primo obiettivo della potatura d’allevamento (o di formazione), che viene praticata mentre il susino è ancora giovane, solitamente nei primi 3 o 4 anni di vita. È bene ricordare che, in questa fase, ogni taglio deve essere molto delicato.

La forma più comune adottata per il susino è quella a vaso, che prevede un fusto centrale alto circa 80-90 cm da terra e tre branche principali che si diramano da esso, inclinate ad almeno 30 gradi. Le operazioni da effettuare durante l’allevamento della pianta consistono nel cimare le branche principali e nel selezionare le nuove gemme più robuste, dalle quali nasceranno le branche secondarie, eliminando quelle in eccesso. In questo modo, avrete un albero dalla chioma rigogliosa e ordinata, pronto ad entrare nella sua fase produttiva.

La potatura di produzione

Attorno al terzo o quarto anno di vita, il susino diventa adulto e inizia la sua stagione produttiva. È a questo punto che bisogna passare alla potatura di produzione, che serve principalmente per rendere la pianta più fruttifera. Si agisce soprattutto sui rami a frutto, sfoltendoli in maniera mirata per avere un raccolto migliore. Se ci sono troppi rami, infatti, l’albero non riesce a nutrire adeguatamente ciascuno di loro. Senza contare che una chioma troppo rigogliosa toglie aria e luce ai frutti, compromettendone la crescita.

Occorre dunque eliminare dapprima i rami troppo vicini alla base, scegliendo quelli che si incrociano o che si sviluppano verso l’interno della chioma. Un’altra operazione importante è il diradamento dei frutticini, ovvero dei frutti ancora in fase di formazione. Il susino, come molte altre piante da frutto, tende ad avere un’alternanza di produzione, facendo un anno dal raccolto più importante e quello successivo dal raccolto minore. Eliminando parte dei frutticini, si può contrastare questa tendenza e raggiungere un equilibrio nella produzione. È importante però fare il diradamento quando il nocciolo è ancora morbido, lasciando almeno un frutticino ogni 6-7 cm di ramo.

Il taglio dei succhioni

Discorso a parte merita il taglio dei succhioni. Di che cosa si tratta? Il succhione è un germoglio che ha origine da una gemma latente, che è rimasta in fase “dormiente” per diverse stagioni. Si forma dunque alla base del fusto o su rami legnosi che hanno già diversi anni di età. Le sue caratteristiche principali sono il marcato sviluppo verticale e la vigoria: poiché tende a prendere il sopravvento sui rami fruttiferi, togliendo loro nutrimento, è bene tagliarlo. I succhioni vanno quindi eliminati non appena si formano, in qualsiasi stagione questo avvenga.

Quando potare il susino

Da ultimo, vediamo quando è il momento giusto per potare il susino. Generalmente, si distingue la potatura verde (che va effettuata in estate) da quella secca (che invece si pratica in inverno). Nei primi anni di vita della pianta, quando si è ancora impegnati nella potatura d’allevamento, si interviene durante i mesi primaverili, prima che avvenga il germogliamento. Questo è il periodo migliore per evitare le infezioni, che in questa fase potrebbero seriamente compromettere la crescita dell’albero e la sua futura produttività.

Il susino adulto necessita invece di due potature annue: una in estate e una in inverno. Quella estiva va effettuata dopo la raccolta dei frutti, ed è utile per eliminare le parti ormai improduttive, per rimuovere polloni e succhioni e per diradare la chioma troppo rigogliosa. La potatura invernale, invece, viene praticata al termine della stagione fredda, quando il rischio di gelate è ormai ridotto al minimo. Serve per controllare gli eventuali danni del clima rigido e per riequilibrare il rapporto tra linfa e gemme.