Potatura del pesco: quando e come farla. La guida definitiva

Volete godervi la bellissima fioritura del pesco? Ecco alcuni consigli geniali su come potare la pianta, per far sì che cresca rigogliosa e in piena salute

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Il pesco in fiore è una delle piante più belle che si possano avere nel proprio giardino: per arrivare però ad un albero in perfetta salute, è necessario prestargli qualche cura sin dal momento della sua messa a dimora. In particolare, occorre sapere bene come e quando potarlo, per far sì che cresca rigoglioso – e magari ci regali i suoi buonissimi frutti. Andiamo a vedere alcuni consigli utili.

Pesco, le caratteristiche della pianta

Il pesco, chiamato scientificamente Prunus persica, è una pianta da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee (la stessa che include altri alberi come il melo, il pero, l’albicocco e il ciliegio, oltre che splendidi fiori come la rosa e il biancospino). Originario della Cina, dove era considerato simbolo dell’immortalità, si diffuse ben presto in Persia e successivamente in Europa, dove oggi è comune in tutta l’area mediterranea. La pianta, che generalmente raggiunge un’altezza compresa tra i 4 e gli 8 metri, è esteticamente molto bella, tanto da essere usata spesso per fini ornamentali.

Le sue foglie sono lanceolate e ben appuntite, mentre i fiori hanno un bellissimo color rosa e in primavera offrono uno spettacolo meraviglioso. Il periodo della fioritura coincide infatti con l’arrivo della bella stagione, quando le temperature iniziano a salire. Il frutto di questa pianta è la pesca, una drupa carnosa e particolarmente succosa, dal sapore molto zuccherino. A seconda della varietà, può essere a buccia liscia o pelosa, mentre la polpa può essere bianca o gialla. Le pesche, oltre ad essere buonissime, vantano anche molte proprietà per la salute.

Pur essendo una pianta che non richiede troppe attenzioni, il pesco non si adatta molto bene alle condizioni climatiche avverse. Predilige un clima temperato e deve essere piantato a bassa quota, non oltre i 700 metri d’altezza. L’albero teme particolarmente le gelate tardive che possono compromettere la sua fioritura e, di conseguenza, rovinare la produttività. Inoltre è meglio optare per un terreno permeabile e profondo, da tenere sempre ben irrigato. Il pesco può anche essere coltivato in vaso, purché quest’ultimo sia di grandi dimensioni e sia riempito con terriccio della giusta qualità.

Potatura del pesco, cosa sapere

Essendo una pianta molto rigogliosa, il pesco richiede un’attenta potatura da praticare regolarmente, affinché si possa tenere sotto controllo la sua crescita e la produttività dei suoi rami. È però importante sapere bene come e quando potare l’albero, perché si rischia di esporlo a malattie fungine (che nei casi più gravi possono portarlo alla morte) o di compromettere la sua fruttificazione. Ci sono precisi periodi dell’anno in cui si possono effettuare i tagli, con la dovuta accortezza per evitare di lasciare aperte delle ferite che potrebbero essere prese d’assalto da funghi e parassiti.

Quando potare il pesco

Come accade in generale per le piante da frutto, anche il pesco può essere sottoposto a due tipi di potatura. La prima è quella verde, che viene effettuata durante il periodo estivo: il suo scopo è quello di diradare la chioma ed eliminare i succhioni, ovvero quei rami giovani che nascono sul dorso dei rami principali e del tronco. Questo tipo di tagli si pratica tra giugno e luglio, anche se il momento esatto dipende dal clima della zona in cui si trova la pianta. In caso di temperature particolarmente calde, è possibile anticipare a maggio ed eseguire la potatura assieme al diradamento dei frutti, operazione necessaria per far sì che possano crescere pesche di buona qualità.

La potatura secca avviene invece durante il periodo invernale. La si può praticare una prima volta già nel mese di ottobre, quando il raccolto è ormai terminato, ma quella più importante va fatta tra gennaio e febbraio – purché si evitino i giorni più freddi e umidi, per proteggere al meglio le ferite provocate dal taglio. Nelle zone a rischio gelate, è meglio intervenire in anticipo e potare la pianta già nel mese di novembre. La stessa cosa va fatta nelle piantagioni piuttosto ampie, dove il lavoro è particolarmente lungo.

Potatura pesco giovane

Ora che abbiamo visto il periodo migliore per potare il pesco, occorre capire in che modo intervenire sulla base dell’età della pianta. Generalmente, nel primo anno di vita non bisogna effettuare tagli: è in questo periodo che l’albero inizia a crescere e forma i suoi rami principali, quindi è importante evitare qualsiasi intervento troppo drastico. A partire dal secondo anno, si può cominciare quella che viene chiamata potatura d’allevamento. Il suo scopo è quello di dare alla pianta la forma desiderata, indirizzando quindi i rami principali in modo tale da creare una chioma ordinata.

La forma più comunemente adottata è quella a vaso, dove il pesco si presenta con un tronco basso che si apre in tre branche principali a circa 70 cm di altezza, equidistanti tra loro e ben aperte (per evitare ombreggiature). I tagli più praticati per dare forma alla pianta prevedono l’eliminazione dei rami che si incrociano all’interno della chioma e di quelli che ne fuoriescono. È importante ricordare di fare questa operazione nel periodo invernale, così da evitare che la fioritura ne subisca conseguenze. La potatura d’allevamento fa effettuata sino al quarto anno di età, quando il pesco è ancora giovane.

Potatura pesco adulto

Dal quinto anno di età in avanti, il pesco è ormai considerato adulto. Si passa allora ad un diverso tipo di potatura, chiamata di produzione: serve infatti a rendere la pianta più fruttifera, selezionando i rami ancora buoni da quelli che hanno già fatto il loro compito e necessitano quindi di essere eliminati. Inoltre, è utile per sfoltire la chioma e far sì che i rami produttivi possano avere più luce e aria, rendendoli ancora più adatti alla fruttificazione. Da ultimo, questo tipo di potatura si usa per riequilibrare la produzione del pesco. Solitamente la pianta ha un anno dal raccolto ricco, a cui fa seguito un anno piuttosto scarso: con pochi tagli, è possibile avere invece un raccolto più costante.

La potatura di produzione prevede l’eliminazione di tutti i rami improduttivi, ma anche il diradamento dei rami misti (ovvero quelli che hanno sia gemme a legno che gemme a fiore). Tra i tagli da effettuare, ci sono poi quelli che riguardano i rami orientati in verticale, quelli che partono dal fusto e quelli che si trovano troppo in basso. Seguendo questi semplici accorgimenti, è possibile avere un pesco sempre rigoglioso e in grado di dare tanti frutti succosi, che giungono bene a maturazione.