Potatura dell’albicocco: il periodo giusto, consigli infallibili e trucchi geniali

L'albicocco è una pianta da frutto davvero molto bella, che viene utilizzata anche per fini ornamentali: ecco come e quando potarla

Tenere un giardino in perfette condizioni non è così facile come sembra: occorre sapere bene come e dove mettere le mani, per far sì che le piante crescano in buona salute e rigogliose. Stavolta vogliamo occuparci dell’albicocco, un albero da frutto dall’aspetto particolarmente elegante, tanto da essere utilizzato spesso per motivi ornamentali. Si tratta di una specie molto versatile, che si adatta facilmente a quasi ogni tipo di ambiente, e non richiede cure troppo impegnative. Tuttavia, è importante sapere quando e come potarla. Ecco qualche consiglio utile per avere una pianta bellissima e frondosa.

Albicocco, le caratteristiche della pianta

L’albicocco, il cui nome scientifico è Prunus armeniaca, è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee (la stessa che include gli alberi da frutto più comuni come il melo, il pero, il ciliegio e il pesco, ma anche fiori bellissimi come la rosa e il biancospino). Di media grandezza, raramente supera i 6/7 metri d’altezza – e molto più spesso si aggira attorno ai 3 metri, soprattutto se coltivata per motivi ornamentali. Le sue foglie sono cuoriformi, mentre la fioritura bianco-rosata ha inizio nel mese di marzo e prosegue per tutta la primavera.

I frutti di questa pianta si chiamano albicocche: sono piccole sfere vellutate dal colore arancio-rossastro, che diventa più intenso quando giungono a completa maturazione. Le albicocche rientrano a pieno titolo tra i frutti dell’estate, e oltre ad essere molto saporite vantano numerose proprietà benefiche per la salute, soprattutto grazie al loro contenuto di fibre e alla presenza di sostanze antiossidanti.

Originario della Cina e ormai diffuso anche in tutta l’area mediterranea, l’albicocco predilige un clima caldo e secco. Tuttavia stiamo parlando di una pianta estremamente versatile, che sopporta bene anche temperature piuttosto basse: l’unico vero inconveniente riguarda le gelate tardive, che possono colpire durante il periodo della fioritura precoce dell’albicocco. Per quanto riguarda il luogo ideale dove piantarlo, è bene ricordare che ha bisogno di molto spazio per crescere. Meglio optare per un’esposizione soleggiata (soprattutto nelle zone più fredde) e parzialmente ventilata, per ridurre il rischio di malattie fungine.

Quando potare l’albicocco

Come crescere una bella pianta d’albicocche rigogliosa e in salute? Sebbene si tratti di un albero che richiede poche attenzioni, ci sono alcuni accorgimenti utili da sapere. La potatura è una tecnica assolutamente indispensabile per evitare che ramifichi in maniera eccessiva e che il tronco si pieghi eccessivamente a causa del peso. A seconda che la pianta abbia solo scopi ornamentali o la si coltivi per la produzione di albicocche, vi sono diversi tipi di potatura. È importante conoscere bene i tagli da effettuare, perché il rischio è quello di rovinare l’aspetto estetico dell’albero, ma anche di sottoporre la pianta all’attacco dei parassiti.

Nel corso del suo primo anno di vita, l’albicocco deve essere libero di crescere senza alcuna potatura: è in questo periodo che inizia a formare i suoi rami. Nel momento in cui arriva alla sua prima fioritura, è tempo di procedere con il primo taglio. A questo punto, l’albero avrà un’altezza compresa tra i 30 centimetri e i 2 metri, e sarà già particolarmente frondosa. Questa prima potatura, da effettuarsi alla fine dell’inverno, avrà la funzione di dare l’aspetto definitivo alla pianta. È quindi importante anche dal punto di vista estetico, se si vuole tenere l’albicocco per motivi ornamentali. In quest’ultimo caso, il taglio va praticato al di sotto dei 50 centimetri, se invece si vuole avere una pianta produttiva, il taglio va praticato più in alto.

Potatura di allevamento

Una volta passato il primo taglio, occorre potare periodicamente la pianta di albicocche: questa specie è molto rigogliosa e tende a sviluppare numerose ramificazioni. Nei primi 3/4 anni di vita dell’albero, si parla di potatura d’allevamento e ha lo scopo di dare la forma giusta all’albicocco e di prepararlo alla fruttificazione. Nella maggior parte dei casi, i tagli vanno effettuati durante la stagione calda, ovvero tra la primavera e l’estate. Come procedere? Bisogna praticare delle torsioni ai rami più esterni della pianta, in modo da dare forma alla chioma, e poi tagliare le ramificazioni in eccesso.

Potatura primaverile ed estiva (o potatura verde)

Una volta data la forma alla pianta, bisogna procedere con delle potature regolari. La potatura verde è quella che viene effettuata durante le stagioni più calde, in primavera e in estate. Solitamente, ne viene praticata una tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, contestualmente al diradamento dei frutticini (ovvero dei frutti nella loro fase precoce). Se ne può poi eseguire una a fine luglio, al termine della stagione della raccolta dei frutti, e un’ultima tra settembre e ottobre, non oltre il periodo in cui cadono completamente le foglie.

Potatura invernale (o potatura secca)

C’è poi un altro tipo di potatura che viene effettuata in inverno, e viene chiamata potatura secca. È un’operazione piuttosto delicata, perché in questo periodo dell’anno l’albero reagisce ai tagli con la produzione di “gomma”, chiaro segno di sofferenza. Bisogna dunque procedere con pochi tagli finalizzati a mantenere la forma della pianta e ad eliminare l’eventuale ramificazione in eccesso. La si può effettuare dal mese di gennaio e fino a quando non ha inizio una nuova fioritura.

Come potare un albicocco adulto

Dal quarto anno di vita, l’albicocco diventa una pianta adulta e richiede un diverso tipo di potatura. Si chiama potatura di produzione, ed è volta a rendere l’albero il più produttivo possibile. In generale, i tagli vengono effettuati per diradare la chioma e per rinnovare rami ormai “esauriti”, così da renderli nuovamente fruttiferi. Esistono due tipi di tagli che vengono compiuti durante il periodo adulto. Il taglio di diradamento prevede la completa asportazione dei rami che creano disordine o che si affastellano troppo vicini gli uni agli altri.

Il taglio di ritorno è invece utile ad eliminare una parte ormai morta e a rendere il ramo nuovamente vitale. Come praticarlo? Occorre scegliere una fronda dotata di una ramificazione laterale secondaria: partendo dall’alto del ramo principale, si torna indietro sino al punto in cui si congiunge con quello laterale e lo si taglia appena sopra. In questo modo, il ramo secondario diventerà quello principale e fruttificherà di nuovo. È importante, tuttavia, che questa seconda ramificazione abbia uno diametro non inferiore ad un terzo di quello del ramo principale.