Appartenuta sin dalla sua realizzazione alle più nobili famiglie dell’epoca, la splendida Villa d’Adda-Borromeo è un vero gioiello immerso nella natura. Tra le sue stanze riccamente arredate si celano opere d’arte meravigliose e piccoli segreti tutti da scoprire, mentre all’esterno è circondata da un parco rigoglioso dove perdersi tra colori e profumi. Andiamo alla scoperta della sua affascinante storia e delle sue bellezze.
Indice
Dove si trova Villa d’Adda-Borromeo
Ad ospitare questa meravigliosa villa storica è la cittadina di Cassano d’Adda, situata ad est di Milano: si tratta di un luogo architettonicamente ricco di sorprese, come il Castello che si affaccia direttamente sul corso del fiume Adda. Ci sono poi notevoli edifici residenziali, tra cui proprio Villa d’Adda-Borromeo, considerata una delle più belle non solo della città, ma anche di tutta la regione. Con la sua lunga storia e le bellezze in essa celate, è oggi la location ideale per eventi e cerimonie di ogni tipo, anche se purtroppo non è aperta al pubblico.
Villa d’Adda-Borromeo, la storia
Cosa sappiamo su Villa d’Adda-Borromeo? La sua storia affonda le radici secoli addietro: le prime testimonianze di questo edificio risalgono al 1765, quando la famiglia dei marchesi d’Adda ne ordinò la costruzione. Prese così vita il nucleo centrale del complesso, che oggi corrisponde al corpo principale – se ne conserva, in particolar modo, la splendida facciata rivolta a settentrione. La dimora, costruita secondo i dettami dello stile barocco settecentesco, venne progettata dal celebre architetto milanese Francesco Croce.
I lavori richiesero moltissimo tempo, soprattutto per via delle difficoltà economiche della famiglia. Solo nel 1781 si ebbe un’importante svolta: è a questo periodo che risale la seconda fase della costruzione di Villa d’Adda-Borromeo. All’epoca, la residenza apparteneva a Giovanni Battista d’Adda, il quinto marchese di Pandino, il quale decise di affidare il progetto al celebre architetto Giuseppe Piermarini, il quale impiegò lo stile neoclassico per rinnovare l’edificio già esistente e realizzare il resto del complesso architettonico.
Secondo un curioso aneddoto, il marchese avrebbe conosciuto Piermarini per via di un’altra sua importante opera: il Teatro alla Scala di Milano – costruito proprio in quegli anni, dopo che il precedente teatro dell’opera meneghino venne distrutto da un violento incendio. La villa fu, in quel periodo, aperta anche a diversi personaggi illustri. Addirittura, vi soggiornarono Napoleone Bonaparte e Gioacchino Murat, i quali tennero qui un pranzo alla presenza delle locali autorità municipali e religiose, Napoleone III e il primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II.
Verso la fine dell’800, la proprietà passò in eredità alla famiglia dei Borromeo, assumendo il suo nome attuale. Nei primi anni del ‘900, Villa d’Adda-Borromeo venne principalmente utilizzata per scopi di villeggiatura, come residenza estiva della famiglia. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, divenne la sede del locale comando alleato canadese. Nel periodo post-bellico venne abbandonata a se stessa, rischiando di perdere il suo incredibile fascino. Solo negli anni ’80 vennero iniziati i lavori di recupero, che la riportarono al suo originario splendore. Attualmente la villa è di proprietà privata e non è aperta al pubblico, tuttavia viene spesso concessa in uso come location per mostre, eventi e ricevimenti.
Il giardino e gli interni
Villa d’Adda-Borromeo è un vero gioiello architettonico, un complesso di edifici particolarmente imponente, che a prima vista lascia davvero sbalorditi. Basti pensare che è composta da ben 142 locali (inclusi i magazzini e le scuderie), per una superficie totale di oltre 5.000 metri quadrati. Tutt’intorno, inoltre, è cinta da un parco meraviglioso di circa 70.000 metri quadrati: il giardino è proprio la prima cosa che salta all’occhio, con centinaia di piante rigogliose e di tigli secolari. Ad accompagnarci verso l’ingresso della casa, dopo aver oltrepassato l’imponente cancellata in ferro battuto, è una lunga serie di viali, a loro volta circondati da carpini e addobbati con belle aiuole fiorite, che in primavera si riempiono di colori.
La villa, poi, è un incanto: il progetto del Piermarini riflette appieno la tradizione lombarda del XVII e XVIII secolo, a partire dalla facciata rigidamente simmetrica, costituita da un corpo centrale a tre piani e da due corpi a due piani, per poi concludersi con due ali ad un solo piano. La simmetria è ulteriormente confermata dal portico d’accesso, formato da quattro colonne che poggiano su una breve scalinata, le quali forniscono appoggio al balcone in pietra del primo piano. Numerosi gli elementi decorativi che caratterizzano la facciata, incluse le statue e lo stemma di famiglia che si stagliano lungo la balaustra dell’attico, anch’essa realizzata in pietra.
Davanti alla villa si stende la corte d’onore, che un tempo accoglieva le carrozze provenienti dal cancello – vi è anche un ampio portico dove si poteva comodamente scendere in caso di pioggia. Le ali laterali ospitano gli ambienti di servizio, tra cui le abitazioni della servitù, le cucine e le stalle. La porta principale si apre sul salone d’onore e sullo scalone monumentale, entrambi circondati da molteplici sale di rappresentanza. Uno degli ambienti più suggestivi è il salone da ballo, che si apre sul giardino sul retro ed è alto ben due piani. Tutte le stanze sono riccamente affrescate e decorate con stucchi dipinti in grigio, simbolo dell’eleganza neoclassica.
Al piano superiore, numerosi altri saloni comunicanti, anch’essi ricchi di pregiati affreschi. Si possono notare dipinti raffiguranti paesaggi e rappresentazioni mitologiche, nonché motivi agresti realizzati in stucco. Inoltre, le pareti sono impreziosite da bellissimi specchi e dai soffitti penzolano preziosissimi lampadari di Murano. Tutto, al suo interno, parla di una ricchezza elegante e senza tempo: le decorazioni sono state perfettamente restaurate, per tornare al loro splendore originario e lasciare stupiti tutti i visitatori.