La città di Bergamo, che assieme alla vicina Brescia è stata eletta Capitale italiana della Cultura per il 2023, cela moltissime meraviglie nel suo centro storico. Una di esse è Palazzo Moroni, un’affascinante residenza nobiliare seicentesca che custodisce un ricchissimo patrimonio artistico. Negli ultimi anni è rimasto chiuso per lavori di ristrutturazione, ma da poco ha riaperto i battenti. Andiamo alla scoperta delle sue bellezze e dell’incantevole giardino che lo circonda.
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Dove si trova Palazzo Moroni
Bergamo è una città davvero affascinante: il suo centro storico sorge su una collina da cui si gode di una vista meravigliosa, ed è cinto da imponenti mura venete, che si sono perfettamente conservate nel corso dei secoli. È qui che si trovano architetture preziosissime, proprio come Palazzo Moroni e il suo giardino. Siamo in via Porta Dipinta 12, dove si apre un panorama a dir poco spettacolare: è quello di un edificio che, se all’esterno sembra abbastanza umile, nasconde invece un tesoro dal valore inestimabile. Appartenente al FAI (Fondo Ambiente Italiano), nel novembre 2023 è tornato ad accogliere i visitatori e a mostrare le incredibili opere d’arte che si celano tra le sue mura.
Palazzo Moroni, la storia
La storia di Palazzo Moroni è strettamente legata alla famiglia da cui prende il nome: proveniente dal vicino paese di Albino, si trasferì a Bergamo nel ‘600, scegliendo la parte alta della città, e più precisamente un bellissimo palazzo nobiliare situato in via Torre del Gombito come residenza. La famiglia Moroni divenne ricca per la coltivazione del gelso e l’allevamento del baco da seta, uno dei tasselli fondamentali per l’attività artigianale di produzione tessile che in quell’epoca ferveva sul territorio. Fu uno dei suoi membri, Francesco Moroni, a costruire questa splendida dimora.
Palazzo Moroni nacque nel ‘600, poco dopo il matrimonio di Francesco con Lucrezia Roncalli: ci vollero ben 30 anni per la sua realizzazione, opera di Battista della Giovanna. All’esterno, proprio come oggi, l’edificio non possedeva alcun particolare fascino. Tuttavia, tra le sue mura presero vita ambienti riccamente decorati per mano del cremasco Gian Giacomo Barbelli, che eseguì alcuni affreschi di grande pregio. In questa stessa epoca vennero realizzati i giardini terrazzati all’italiana, che sono oggi il fiore all’occhiello della proprietà.
Nel corso dell’800, i fratelli Pietro e Alessandro Moroni, studiosi di agronomia, aggiunsero anche l’ortaglia: quest’ampia porzione di terreno destinata ad accogliere coltivazioni alimentari custodiscono ancora preziose viti allevate su pergola, alberi da frutto e – naturalmente – numerosi gelsi, che divennero il simbolo della famiglia (tanto da comparire anche sul suo stemma). Sempre di epoca ottocentesca fu la grande ristrutturazione che diede a Palazzo Moroni l’aspetto attuale. In quell’occasione, venne persino acquistato il vicino Palazzo Marenzi: fu raso al suolo, per permettere alla dimora di godere di una vista panoramica su Bergamo.
Gli interni e le sale meravigliose
Andiamo ora alla scoperta delle bellezze custodite all’interno di Palazzo Moroni. L’ingresso si apre su un androne che ospita un ampio scalone d’onore a due rampe: qui si trovano i primi affreschi realizzati dal Barbelli, in particolare quelli che raffigurano le virtù come la Dignità, la Sapienza e la Nobiltà. Sul soffitto ci sono tre dipinti che immortalano le vicende di Amore e Psiche. La balaustra, invece, è impreziosita da nove statue bronzee che accompagnano i visitatori sino al mezzanino, un piccolo ambiente di servizio con soffitti a volta e decorazioni settecentesche realizzate da Paolo Vincenzo Bonomini.
Al piano nobile, alcune preziosissime sale sono finalmente tornate visibili al pubblico, dopo una lunga opera di restauro, realizzata attraverso il FAI (Fondo Ambiente Italiano). Ciascuna di esse prende il nome dagli affreschi che ne decorano il soffitto: la sala dell’Età dell’Oro, ad esempio, presenta un’opera maestosa che ritrae Saturno circondato da quattro personaggi (Pace, Abbondanza Semplicità e Allegrezza). Particolarmente affascinante è la sala della Caduta dei Giganti, dove campeggia un enorme dipinto di Giove che colpisce i colossi con i suoi fulmini.
Nel corso del restauro ottocentesco di Palazzo Moroni, vennero poi realizzate delle sale private che ancora oggi presentano un’atmosfera più intima e raccolta. Vi sono custodite molte opere d’arte, come i bassorilievi eseguiti con la tecnica del trompe-l’œil, diversi arredi originari e preziose ceramiche provenienti da tutta Europa. Qui si possono visitare la Sala Gialla, con un soffitto a volta dipinto con raffigurazioni delle arti, la Sala Rosa, la Sala Azzurra, la Sala Turca e il Salottino Cinese, con una graziosa tappezzeria rosa, mobilio d’origine francese e medaglioni affrescati sul soffitto.
Oltre alle tantissime opere d’arte conservate a Palazzo Moroni, in un’ampia stanza del primo piano è possibile trovare una ricca documentazione cartacea che testimonia la storia della famiglia, e di riflesso anche della città di Bergamo. Vi sono manoscritti risalenti al XIV secolo, alcune lettere del cardinale Giuseppe Alessandro Furietti e persino documenti che attestano il primo divorzio della storia di Bergamo. Pare infatti che il matrimonio – probabilmente concordato – tra una giovane donna della famiglia Moroni e un ragazzo della famiglia Benaglio fu causa di un terribile litigio a causa del mancato pagamento della dote.
I giardini incantevoli
Molti visitatori si perdono tra le bellezze delle ricche sale di Palazzo Moroni, ma i suoi giardini non sono da meno. Si sviluppano su quattro terrazzamenti realizzati nel ‘600, e offrono una vista meravigliosa sulla città. Il primo terrazzamento accoglie un classico giardino all’italiana, dal quale parte una gradinata che porta al secondo livello. Qui si trovano piantagioni fiorite di biancospino, rose e iris, che in primavera sono un tripudio di colori e profumi incredibili. La scala, adornata di putti e vasi in pietra, continua sino al terzo terrazzamento: vi si possono trovare delle piante di tasso, un bellissimo olmo e alcune piante acquatiche del luogo.
Al di sotto del giardino, una suggestiva torretta d’origine quattrocentesca si staglia in mezzo al verde. Da qui, si apre un grande parco dove sono coltivati alberi di gelso e numerose piante da frutto. Sono ben due ettari di vera e propria campagna in centro città, che occupano gran parte del territorio di Bergamo Alta. E proprio per questo sono un tesoro inestimabile, un angolo verde preziosissimo che ora torna ad essere goduto dai turisti in tutta la sua bellezza.