Per 7 italiani su 10 il caffè è un piacere della vita, punto di forza del Made in Italy, a casa come al bar, e momento di ricarica di energia. Un rito irrinunciabile, anche nella versione decaffeinata, amato da quasi un italiano su due. E a ragione, perché – come si evince dalle più attuali ricerche scientifiche – il caffè rappresenta un vero alleato del benessere.
Indice
Benefici del caffè
Un consumo moderato di caffè, equivalente a circa 3-5 tazzine, è sicuro nella popolazione adulta, fa parte di una dieta sana ed equilibrata e di uno stile di vita attivo, come riconosciuto anche dal parere EFSA (European Food Safety Authority, l’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare) del 2015 relativo all’assunzione di caffeina.
Scudo contro alcuni tumori
Nel 2016 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il caffè come non cancerogeno per gli esseri umani e un corpus significativo di studi scientifici suggerisce che il consumo moderato di caffè non è associato ad un aumentato rischio di cancro, anzi è protettivo verso una serie di patologie come, oltre al diabete di tipo 2, tumore al fegato e all’endometrio.
Minor rischio di morte per alcune patologie
Due importanti ricerche pubblicate su “Annals of Internal Medicine” hanno evidenziato inoltre un’associazione tra consumo di caffè, anche decaffeinato, e un minor rischio di morte per malattie cardiache, cancro, infarto, diabete, malattie respiratorie e renali.
Ideale anche per gli sportivi
Un’ampia meta-analisi di 21 studi pubblicata sul British Journal of Sports Medicine ha rilevato il contributo positivo della caffeina sul miglioramento della resistenza muscolare e sulle attività aerobiche. La caffeina, e quindi anche il caffè che la contiene, può aiutare a migliorare tempi di reazione e memoria e a mantenere alta l’idratazione, oltre che incrementare le prestazioni in sport come il ciclismo, il calcio e il mezzofondo. Senza distinzioni di genere, anzi: una ricerca ha confermato gli effetti positivi della caffeina sulla forza nelle atlete donne.
Buono per il cervello
Un ampio corpus scientifico sottolinea che il consumo moderato di caffè può ridurre fino al 27% il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer.
Finora, però, non erano mai stati analizzati i cambiamenti che un suo consumo moderato può determinare sulle connessioni cerebrali. A farlo per la prima volta uno studio condotto dalla School of Medicine della University of Minho (Portogallo), promosso dall’Institute for Scientific Information on Coffee – ISIC e pubblicato su Molecular Psychiatry. Quello che il team di scienziati ha recentemente e per la prima volta messo in evidenza è il ruolo benefico del caffè sulla connettività e la funzionalità tra le diverse aree cerebrali che, secondo le evidenze scientifiche, influiscono sull’intelligenza, intesa come capacità individuale di elaborare le informazioni a livello cognitivo.
I ricercatori, grazie all’utilizzo della risonanza magnetica funzionale (fMRI), hanno confrontato le connessioni e la struttura cerebrale di 31 consumatori abituali di caffè e di 24 persone che non lo bevono, in tre situazioni: mentre erano a riposo (senza aver assunto caffeina), durante l’esecuzione di un compito mentale e subito dopo aver sorseggiato una tazza di questa bevanda. I risultati hanno evidenziato come in alcune aree del cervello risultassero connessioni più efficienti nei bevitori di caffè, tradotte in miglioramento del controllo del movimento, della memoria e della capacità di apprendimento, oltre che maggiore prontezza e concentrazione. Gli stessi effetti, inoltre, sono stati registrati nei non bevitori abituali subito dopo aver consumato una tazza di caffè, segno che gli effetti neuronali di questa bevanda si attivano rapidamente, anche se per un tempo minore rispetto alle persone che lo consumano quotidianamente.
“È la prima volta che l’effetto del consumo regolare di caffè sulle reti cerebrali è stato studiato a questo livello di dettaglio”, ha dichiarato il dottor Nuno Sousa, professore presso la School of Medicine della University of Minho. “Siamo stati in grado di osservare l’effetto del caffè sulle connessioni funzionali e sulla struttura cerebrale, e abbiamo anche trovato differenze, in tempo reale, tra coloro che bevono regolarmente caffè e coloro che non lo bevono. Questi risultati, almeno in parte, hanno contribuito a spiegare alcuni degli effetti del caffè osservati negli studi esistenti, come un migliore controllo motorio, vigilanza e memoria e migliori capacità di apprendimento”, ha concluso Sousa.
Come assumerlo
I risultati di questo studio confermano quello che già intuivano i coffee lovers. Nella seconda edizione dell’indagine “Gli italiani e il caffè” condotta da AstraRicerche nel 2020 per conto del Consorzio Promozione Caffè, il 75% degli intervistati aveva dichiarato che il caffè, “pur continuando ad essere un momento di relax (75%), è sempre più apprezzato per le sue qualità “energizzanti”. Oltre ad aiutare la concentrazione e il risveglio (73,3%), la tazzina rappresentava per molti il vero inizio della giornata (40,8%) e il modo ideale per ritrovare la carica e la voglia di fare (39%)”.
Ma attenzione a come si assume, mettono in guardia i nutrizionisti. Meglio bere una buona tazzina di caffè associandola a un altro alimento, specialmente se si consuma al mattino a stomaco vuoto. Quando, infatti, nello stomaco non è presente nessun cibo, la caffeina causa un incremento della secrezione gastrica che, in soggetti sensibili, potrebbe causare bruciore di stomaco e reflusso gastroesofageo.
Ma aggiungere solo un po’ di latte non basta, perché questo alimento non blocca la secrezione di acido cloridico. Molto meglio sorseggiare una buona tazzina di caffè mangiando uno yogurt: l’effetto della caffeina, combinata con lo yogurt, è più duratura nel tempo e i benefici del caffè possono così essere prolungati rispetto alla semplice tazzina.