Quando nel 2008 Tina Lagostena Bassi ci ha lasciati, l’intero mondo non ha soltanto detto addio a un personaggio televisivo apprezzato e famoso, ma ha salutato una delle donne più forti e coraggiose dei nostri tempi, una rivoluzionaria. Lei, conosciuta al vasto pubblico italiano come l’avvocato di Forum, iconico programma di Rete 4, è stata in realtà una paladina dei diritti delle donne.
Quando Tina Lagostena Bassi, durante il processo sul massacro del Circeo, pronunciò la parola “stupro” in difesa di Donatella Colasanti, si fece portavoce di una rivoluzione. L’avvocato decise di difendere la donna vittima di una brutale violenza sessuale insieme a Rosaria Lopez, uccisa nella vasca da bagno tra numerose e ininterrotte violenze e torture. Fu un processo terribile, crudo, come la stessa Bassi ammise, che è rimasto nella storia come una delle più aberranti vicende che ha colpito l’universo femminile.
Ecco chi era Tina Lagostena Bassi, una professionista, ma soprattutto una donna che ha speso la sua intera vita per le altre donne.
Noi chiediamo che anche nelle aule dei tribunali, ed attraverso ciò che avviene nelle aule dei tribunali, si modifichi quella che è la concezione socio-culturale del nostro Paese, si cominci a dare atto che la donna non è un oggetto. Noi donne abbiamo deciso, e Fiorella in questo caso a nome di tutte noi – noi le siamo solamente a lato, perché la sua è una decisione autonoma – di chiedere giustizia. Ecco, questa è la nostra richiesta (L’arringa di Tina Lagostena Bassi nel processo per stupro del 1979)
Chi era Tina Lagostena Bassi
Nata a Milano il 2 giugno del 1926, Augusta Bassi, coniugata Lagostena, è stata un’avvocata e una politica italiana ricoprendo, tra i tanti, anche il ruolo di Presidente della Commissione Nazionale pari opportunità.
Dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita presso l’Università di Genova, iniziò la sua carriera specializzandosi in diritto penale diventando poi titolare di una cattedra all’Università di Parma nel 1971. Voleva fare l’avvocato, Tina, e non solo per fascino o per potere, ma anche e soprattutto per una sorta di vocazione. Voleva difendere le persone, voleva giustizia per le vittime, soprattutto per le donne.
Dopo essere convolata a nozze, con il marito Vitaliano Lagostena aprì uno studio legale a Genova nel 1950, poi trasferito a Roma negli anni ’70. Collaborò con gli uffici del Ministero di Grazie e Giustizia e assunse il ruolo di rappresentante italiana nel Convegno Mondiale per la Pace.
Si occupava soprattutto di casi che necessitavano la difesa dei diritti delle donne in un tempo in cui questi venivano considerati secondari, o totalmente nulli, rispetto a quelli che invece appartenevano da sempre alla controparte maschile. Il suo nome balzò prepotentemente agli onori della cronaca quando scelse di difendere Donatella Colasanti contro Angelo Izzo nel processo relativo al Massacro del Circeo.
Nel 1978 una nuova storia stava per essere scritta. Venne mandato in onda dalla Rai il primo processo per stupro dove proprio l’avvocato difendere Fiorella, l’ennesima vittima di violenza.
Proprio in quello, con un coraggio esemplare, Tina Lagostena Bassi parlò di violenza sessuale, di vittime e di carnefici, di diritti che per troppo tempo erano stati ignorati e violati, quelli delle donne. Lo fece senza fronzoli, con parole nude e crude, provando a scardinare con tutte le sue forze il pensiero dominante che vedeva la donna colpevole, anche quando questa era una vittima.
Un processo che era solo l’inizio di una missione che Tina Lagostena Bassi perseguì per tutto il resto della sua vita, diventando anche socia fondatrice del Telefono Rosa.
Il processo di stupro del 1979
Il documentario del processo, il primo di questo genere, fu mandato in onda sulla Rai nell’aprile del 1979. Per la prima volta, oltre 3 milioni di persone, seguirono le vicende giudiziarie di uno stupro di gruppo che aveva mietuto un’altra vittima. Fu proprio la Bassi a difendere Fiorella, in quella occasione, e tutte le altre donne vittime di stupro successivamente.
A nome di Fiorella e a nome di tutte le donne, molte sono, ma l’ora è tarda e noi vogliamo giustizia. E difatti questo io vi chiedo: giustizia. Noi non chiediamo le condanne, non c’interessano. Ma rendete giustizia a Fiorella, e attraverso la vostra sentenza voi renderete giustizia alle donne, a tutte le donne, anche e prima di tutto a quelle che vi sono più vicine, anche a quelle povere donne che per disgrazia loro sono vicine agli imputati. Questa è la giustizia che noi vi chiediamo (L’arringa di Tina Lagostena Bassi nel processo per stupro del 1979)
La donna in questione fu abusata da quattro uomini e Tina Lagostena, ancora una volta, si fece portavoce di una lotta per difendere non solo la sua assistita ma tutte le donne.
Le cause portate nei tribunali da Tina Lagostena Bassi erano tutte in difesa della donne e sono rimaste nella storia italiana perché l’avvocato oltre a difendere le vittime si muoveva per la protezione di tutto l’universo femminile. Per questo motivo, a gran voce, il nostro Paese ha riconosciuto l’avvocato come paladina delle donne.
Non utilizzava mezzi termini, la brutalità delle azioni di quegli uomini andavano raccontate in tribunale senza censura, perché loro, carnefici della vita di quelle vittime, dovevano pagare per le azioni orrende commesse. Il suo modo di fare, professionale e forte, ha rivoluzionato i processi in tribunale relativi agli abusi sessuali e alle offese ai danni delle donne.
L’eredità dell’avvocato che ha difeso le donne
In una società ancora patriarcale e maschilista la voce dell’avvocato Bassi si è fatta sentire, diventando una delle più potenti dello scorso secolo. Le sue non erano semplici parole, ma urla a sostegno dei diritti delle donne del mondo intero. Tina Lagostena è stata tra le fondatrici del Telefono Rosa ed è stata anche presidente della Commissione per le Pari opportunità dal 1994 al 1995.
La difesa di Fiorella, e quel processo mandato in onda sulla Rai, ha segnato un importante punto di svolta culturale nel nostro Paese, permettendo a tutti i cittadini l’accesso a una nuova consapevolezza che non vedeva più le donne colpevoli, provocatrici e ingenue, ma vittime.
Ecco perché quel 4 Marzo del 2008 l’Italia non ha detto addio soltanto all’avvocato di Forum, ma a una donna fortissima che si è battuta, fino alla fine, con forza e coraggio in difesa dei diritti delle donne.